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Morto Chuck Berry: un saluto al papà del RnR
Morto Chuck Berry: un saluto al papà del RnR
di [user #4093] - pubblicato il

Chuck Berry, tra gli artefici del sound e del linguaggio del rock n roll, è morto. Mentre scriviamo è pieno pomeriggio in Missouri, dove la polizia ha accertato il suo decesso dopo una chiamata di soccorso e un tentativo di rianimazione fallito. Qui è la notte prima della festa del papà, e se ne va un artista leggendario.
Se ne è andato nel giorno della festa del papà, e lui un padre per noi tutti lo è stato, Credetemi. Aveva novant'anni, ovviamente tutti sapevamo che non sarebbe rimasto su questa terra per molto altro tempo, eppure lo sconforto resta forte.
Anche se erano anni che non ci deliziava con dischi eccellenti o live esplosivi, rimaneva un’icona del Rock And Roll (quello con le maiuscole) a cui si faceva l’applauso prima ancora di sentire una sua nota.
Le sue registrazioni storiche rimarranno per sempre, e hanno scavato e dettato un linguaggio che ognuno di noi, a volte anche inconsapevolmente, ha usato come fosse (e lo è) il vocabolario del Rock And Roll (sempre quello con le maiuscole).

Dire che Chuck Berry era solo un chitarrista equivale a offendere un personaggio gigantesco. Controverso, ambiguo, scontroso, divertente, irriverente. Ha saputo scrivere delle canzoni granitiche. Ha calcato quella strada tra “bianchi” e “neri”, passando da un lato all’altro, con sfacciata disinvoltura. Subendone le conseguenze (erano i primi anni ’50) ma anche affermando la sua immensa statura. I suoi testi sono delle poesie, ricche di doppi sensi, difficili come degli scioglilingua. I ritmi delle sue canzoni rappresentano il glossario del genere. Il suo chitarrismo, semplice e schietto, è il frontespizio della bibbia del Rock And Roll (ancora una volta quello con le maiuscole).

Morto Chuck Berry: un saluto al papà del RnR

Che nessuno si azzardi a dire "vabbè è roba semplice... la sappiamo fare tutti!" Prima di dire una cavolata del genere, provate a riprodurre esattamente l'alchimia di un paio di suoi pezzi. Analizzate la perfetta miscela del ritmo della batteria, con lo swing che si raddrizza per diventare Rock And Roll (ovviamente quello con le maiuscole), insieme a un boogie di piano che riporta ai “juke joint” della Lousiana di inizio ‘900. E su tutto una chitarra che buca il mix, ignorante, sanguigna. E una voce che scandisce l’ironico disagio di un ragazzo nero odiato dai neri perché voleva essere bianco (a detta loro) ma deriso dai bianchi perché, sempre a detta loro, voleva assomigliare ai bianchi. Ma lui voleva solo essere Chuck Berry, suonare Rock And Roll (di gran qualità, con le maiuscole), gestire il suo business, perché non si fidava di nessun altro, e vomitare in faccia a tutti questi miscredenti il suo immenso talento.
A me poco importa se sono poche le registrazioni della sua immensa carriera a piacermi sul serio, perché quelle incisioni sono un condensato di Rock And Roll (quello vero, con le maiuscole) che nessuno potrà mai replicare e che costituiscono le fondamenta di un genere così importante come il Rock And Roll, quello con le lettere maiuscole. Arrivederci zio Chuck!

Morto Chuck Berry: un saluto al papà del RnR
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