di redazione [user #116] - pubblicato il 18 aprile 2017 ore 07:30
Da TC Electronic è arrivato in redazione un pedale della nuova serie entry level lo Skysurfer, un riverbero digitale con tre diverse modalità, spring plate e hall. Lo abbiamo messo alla prova con Michele Quaini, una Rickenbacker e una Fano.
Lo chassis è quello di un pedale singolo ma leggermente più grande degli standard a cui siamo abituati. Realizzato in metallo lasciato nudo sui lati e sulla base e ricoperto da una bella verniciatura azzurra sul davanti dove le serigrafie ci indicano che le tre manopolone a disposizione possono controllare riverbero, mix e tono. La prima, di fatto, interviene sul decay, più la si ruota verso destra più lungo sarà il riverbero. Tone interviene sulla quantità di alte presenti nel suono riverberato mentre mix miscela la quantità di suono wet con quello dry dello strumento. A destra troviamo il piccolo selettore a tre posizioni che permette di scegliere tra le tre modalità a disposizione che attivano tre diversi algoritmi che simulano a loro volta un riverbero spring, a molla, plate e hall. Tre modalità molto diverse tra loro e tutte con una personalità molto spiccata. Come tutti gli effetti della serie anche lo Skysurfer è true bypass, con uno switch senza scatto molto comodo da azionare e speriamo anche duraturo. Gli ingressi in e out sono posizionati sulla parte alta del pedale assieme anche allo spinotto per l’alimentazione standard a 9v.
Cominciamo dalla modalità spring. Questa si rifà ai riverberi vintage a molle, caratterizzati da una sonorità brillante e un decay abbastanza lungo. Anche con la manopola a ore 9, infatti, abbiamo già per le mani un riverbero bello lungo, capace di spaziare e diventare davvero esagerato quando si ruota tutto verso destra il potenziometro dedicato. Questa modalità è caratterizzata anche da un sound un po’ più bright delle altre, che possiamo però stemperare con la manopola del tono che proprio sulle alte interviene. La possibilità di miscelare un po’ di segnale dry non è da sottovalutare che permette di avere un risultato più focalizzato e preciso.
La modalità plate ha un decay decisamente più corto. Si riesce quasi a utilizzarlo come slapback, anche se non è proprio il suo utilizzo migliore. Il risultato è leggermente più cupo, ma più definito con basse che si impastano leggermente meno. Il timbro della chitarra in questa modalità risente leggermente dell’equalizzazione, anche se non in maniera troppo aggressiva.
L’ultima modalità, la Hall, è la più particolare, soprattutto per l’utilizzo con la chitarra elettrica. Regala una spazialità impensabile da trovare nelle altre due, con ripetizioni più nitide e scandite. Qui la timbrica resta più fedele, anche se notiamo che vela un po’ il sound dello strumento quando ci diamo troppo dentro con il mix.
Il TC Electronic è un effetto che per i circa 55-60 euro che costa fa il suo dovere alla grande. È un pedale di qualità. La conversione AD/DA non è forse la migliore a disposizione già nel catalogo TC, ma non mette completamente in crisi il sound della chitarra come spesso accade con effetti digitali scadenti. È molto vintage oriented e fa davvero il suo dovere se si è alla ricerca di riverberi morbidi e con un buon decay.