Ensemble Futur, l'album d'esordio di John Wheatcroft
di Filippo Bertipaglia [user #46004] - pubblicato il 22 aprile 2017 ore 08:00
John Wheatcroft è un chitarrista inglese poliedrico che, pur trovandosi a suo agio tanto con il blues che con la fusion, sembra esprimere il suo talento migliore nel jazz. John è anche un appassionato e preparatissimo didatta, apprezzato a livello internazionale. Il suo Ensemble Futur è un album elegante e Wheatcroft si alterna tra tradizione manouche e linee soliste più vicine a chitarristi del modern jazz come Metheny, Benson e Ritenour. Da ascoltare.
In questo suo primo disco Wheatcroft imbraccia quasi costantemente una chitarra manouche ed è attorniato da una band di altissima caratura. Se il jazz è il minimo comun denominatore del progetto, il chitarrista inglese si diverte a spaziare tra gipsy, tributando in maniera eccelsa Django Reinhardt con alcuni tra i suoi cavalli di battaglia come “Minor Swing”, “Swing 48”, “Daphne” (qui in una sinuosa veste smooth jazz) e affrontare al contempo latin (“I Remember Parris”), funky (“Avalanche”), ballad (“The Forgotten”) e duo chitarra e voce (“But Not For Me”, unico brano alle prese con un'elettrica e “Georgia On My Mind”). Molte tracce presentano un ospite di riguardo come John Jorgenson (gigante della chitarra ma qui presente in veste di clarinettista), la cantante Cathy Dignam e il fisarmonicista Huw Warren.
L'eleganza regna sovrana in questo disco, e Wheatcroft riesce a mantenere sempre interessante il suo fraseggio solista che si alterna equamente tra tradizione manouche (compresi grandi interpreti moderni quali Lagrene e Rosenberg) e linee soliste più vicine a chitarristi del modern jazz come Metheny, Benson e Ritenour. Il risultato è quello di assoli, arrangiamenti e composizioni estremamente ben confezionati, con momenti notevoli di virtuosismo che si succedono a dinamiche frasi pregne di lirismo e ricche di preziosi interventi armonicamente interessanti. Una nota in particolare è da scrivere riguardo alla versione di “Minor Swing”, perché Wheatcroft non improvvisa ma ripropone interamente e minuziosamente l'assolo di Reinhardt e di Grappelli!! Una scelta che può essere discutibile ma che non fa altro che confermare l'amore che possiede quest'uomo per il gipsy jazz. L'impressione che si può ricavare dall'ascolto di questo disco e dalle 13 tracce proposte è che abbiamo di fronte un chitarrista estremamente preparato che unisce tecnica, linguaggio jazzistico e forte musicalità nell'interplay con i suoi compagni di viaggio. Grazie alla varietà e qualità offerta, Ensemble Futur è consigliato non solo al popolo dei chitarristi ma a tutti gli amanti della musica suonata, davvero, bene.
Proponiamo due brevi frammenti tratti dall'opening track intitolata “Friday's Tune” suonati all'unisono con la fisarmonica in tempo di 5/4 in A minore. La diteggiatura e le posizioni sulla tastiera sono modificabili a vostro piacimento.
Il primo frammento è tratto dal tema iniziale. Notate come la melodia enfatizzi sempre l'armonia degli accordi mediante l'uso di triadi molte volte “celate” con la presenza di note di passaggio. Tempo 185 bpm.
Durante l'assolo Wheatcroft utilizza abbondantemente sovrapposizioni di arpeggi. Notiamo ad esempio l'arpeggio di C# diminuito sull'accordo di A7 (C# E G Bb = 3° 5° b7° b9° di A) a batt. 3 e 7; l'arpeggio di F sull'accordo di Dm9 (F A C = b3° 5° b7° di Dm) e infine i rapidi arpeggi a batt 8 e 9: Am7 e Fmaj7 su G7/6 (A C E G = 9° 11° 13° 1°, F A C E = b7° 9° 11° 13°), Cmadd9 su Fm9(C Eb G D = 5° b7° 9° 13°).