Nel soul di Stevie Wonder, ritmica e incastri sono ingredienti fondamentali per la riuscita di un brano e per assicurarsi che i piedi del pubblico non smettano mai di picchiare sul pavimento fino all'ultima nota. Bassi, riff, batteria e sezione fiati montano senza sosta per un mix esplosivo, ma rendere tutto questo su una sola chitarra acustica non è affatto facile.
Nell'arrangiare un successo come "Superstition", Paolo Pilo non ha rinunciato a proporre il caratteristico riff del brano, suonandolo sui bassi mentre l'armonia è ridotta all'osso. Il compito degli accordi va a sovrapporsi a quello di un'ipotetica sezione fiati, con dei kick secchi quel tanto che basta per lasciare spazio alla mano destra di destreggiarsi anche con una certa percussività sul ponte, in modo da condire il tutto con una ritmica sempre presente, per tutto il brano, a imitare il ruolo della batteria.
Un lavoro ben ponderato sulle dinamiche e sugli equilibri tra melodia e armonia consente di rendere l'arrangiamento variegato e mai noioso.
Il compito di un chitarrista impegnato in una situazione acustica è anche quello di tenere sempre viva l'attenzione del pubblico, e ogni espediente è lecito. Una sonorità familiare permette di collegare più brani per dare vita a dei medley che fondano pezzi magari lontani tra loro per stile, ma ugualmente conosciuti e amati, perfetti per essere fusi tra un accordo e l'altro. Strano a dirsi, "Superstition" di Stevie Wonder sembra miscelarsi particolarmente bene con "Come Together" dei Beatles, e con questo insospettabile accoppiamento Paolo consiglia di sperimentare anche in questo senso, per dare maggior varietà e ancora più ritmo alla propria scaletta.
Per chi volesse approfondire la faccenda, il caso vuole che Paolo avesse già affrontato un arrangiamento acustico di "Come Together" nel lontano 2008, . |