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La magia della chitarra
La magia della chitarra
di [user #116] - pubblicato il

Se dovessimo suggerire un manuale a qualcuno che volesse, totalmente da zero, avvicinarsi per la prima volta alla chitarra classica, "La Magia della chitarra" sarebbe sicuramente in cima alla lista dei testi consigliati. Moderno, ben realizzato e semplice da seguire, questo libro scritto a quattro mani da Mauro Storti e Fabia Bartolini è edito da Volontè&Co.
"La Magia della Chitarra" propone un percorso didattico che parte da una serie di nozioni di base sulla teoria musicale, soffermadosi  sulla correttta posizione posturale di corpo e mani. Gli esercizi e il materiale tecnico, finalizzati a fornire scioltezza e cordinazione alle mani, sono costruiti su sequenze e pattern melodici che ne rendono più gradevole lo studio. E' riservato ampio spazio alla spiegazione degli accordi e ai più conosciuti giri armonici. Culmine del percorso didattico è il canzoniere proposto a fine manuale dove gli allievi potranno raccogliere i frutti del loro avoro cimentandosi e divertendosi con tanti classici della musica pop, da Ligabue, agli 883 passando per Vasco, Dalla e i Beatles.
Il manuale è pensato esclusivamente per la chitarra classica e quindi, non prevedere l'utilizzo del plettro. Un testo che ci sentiamo di suggerire soprattutto a quegli insegnanti che devono avvicinare gli allievi alla musica e alla chitarra classica, senza l'esigenza immediata di uno sbocco e di una prosecuzione tanto nell'ambiente accademico del Conservatori che di una svolta elettrica.
Incontriamo i due autori per parlare di didattica, soffermandoci e concentrandoci in particolare, su quella indirizzata ai bambini.

La pedagogia -e quella musicale non è da meno - è in continua evoluzione. Quali sono stati gli obbiettivi con cui avete iniziato a scrivere "La Magia della Chitarra"?
Mauro: La nostra pluriennale attività  nel campo della didattica chitarristica non ha mai cessato di piegarsi alle lente ma continue modificazioni delle condizioni sociali e culturali dei nostri allievi. Dai primi orientamenti metodologici di carattere strettamente conservatoriale siamo passati nel tempo, in risposta a più diffuse e generalizzate richieste dal versante amatoriale, alla specifica pratica accordale dell’accompagnamento e  della musica d’insieme per giungere infine al settore inesplorato dalla propedeutica musicale con la chitarra e alla vera e propria didattica dello strumento nella fascia giovanile e infantile, tema oggi più che mai sentito. 

Come si rapporto il percorso didattico proposto nel vostro manuale rispetto a quello più tradizionale della chitarra classica?
Fabia: "La Magia della Chitarra"  è un metodo chesi inserisce, con ininterrotta continuità, alla base della più seria e corretta metodologia della chitarra classica, offrendo un percorso didattico più prossimo alle esigenze dei ragazzi del giorno d’oggi che si relazionano ormai in tutti gli ambiti, compreso quello scolastico, con mezzi multimediali. 

La magia della chitarra

L'insegnamento dello strumento non può prescindere da quello della teoria musicale. Passare attraverso la pratica è sicuramente uno dei modi migliori per far approcciare a un bambino l'argomento. Come avete scelto di mixare i due aspetti all'interno del volume?
Mauro: In considerazione del fatto che l’allievo comincia a muovere i primi passi senza possedere una tecnica né tanto meno una velocità digitale, i  primi brani non richiedono che una manualità ridotta a pochi elementi relativi al tocco sulle corde a vuoto e alla tastatura delle note in prima posizione. Di conseguenza la scrittura non richiede che l’impiego di poche figure musicali quali minime, semiminime, quarti e ottavi che dopo una breve spiegazione dell’insegnante possono trovare un’immediata applicazione sonora. Con estrema gradualità e opportunamente dislocati nel libro vengono introdotti  nuovi e più complessi disegni ritmici da leggere e da suonare: dalle note alterate alle legature di valore,  dal quarto puntato ai concetti di modalità e tonalità.

Nella parte finale del libro è presente   inserendo un canzoniere. Come mai avete fatto questa scelta, sensata e utile?
Fabia: non di rado taluni allievi arrivano alle prime lezioni convinti di poter suonare dei brani noti che sentono eseguire da artisti famosi, senza rendersi conto che sono ritmicamente e tecnicamente difficili, ma la sola aspettativa di potere prima o poi eseguirli si rivela altamente stimolante per indurre ad uno studio assiduo ed efficace. D’altro canto non va dimenticato che anche molta letteratura musicale antica per i più diversi strumenti era costituita da variazioni su temi di celebri canzoni di allora. 

Questa del canzoniere è, però, una scelta didattica che potrebbe far storcere il naso a qualche purista della chitarra classica…
Mauro: sebbene l’insegnamento di primo livello della chitarra venga ormai affidato per lo più a docenti in possesso del titolo di laurea o diploma di Conservatorio, è difficile che questi, venendosi a trovare di fronte all’effettivo livello culturale di un’odierna scolaresca, non debbano rinunciare ad ogni atteggiamento “purista” per piegarsi consapevolmente a più reali e contingenti necessità.  

Quale deve essere il ruolo del maestro nel corso dell'apprendimento del vostro manuale?
Fabia:  il Maestro può aiutare l’allievo facendogli ascoltare con la chitarra il brano da studiare e poi  facendoglielo eseguire con l’ausilio del CD sulla base rallentata, come spiegato all’inizio del libro, in modo che possa suonarlo dapprima lentamente ascoltando con attenzione la ritmica e l’armonia che l’accompagnano. In seguito l’insegnante potrà intervenire accelerando gradualmente l’andamento della base per spingere l’esecuzione fino alla velocità finale. 

La magia della chitarra
Una classe di Fabia Bartolini

Quali sono gli errori nella didattica che avete riscontrato più spesso, anche non solo legati alla chitarra?
Mauro: il primo errore è la mancanza di una sufficiente gradualità nell’incremento del materiale didattico. Posto che il processo di acquisizione della velocità manuale  richiede un tempo variabile da allievo ad allievo è sempre incombente il rischio che una troppo ripida impennata delle difficoltà  spinga i meno dotati in una impasse. 
Un secondo errore è la sovrabbondanza della diteggiatura per la mano sinistra. L’eccessiva presenza di numeri finisce per creare una specie di corto circuito visivo numero-dito-tasto che deviando l’attenzione dell’allievo dal nome, dalla figura e dalla posizione delle note stesse non può che ostacolare un normale e graduale sviluppo dell’abilità di lettura. 
Un terzo errore che viene da lontano, in quanto residuo dei metodi ottocenteschi, consiste nella carenza pressoché totale di informazioni relative alla tecnica dinamica e timbrica. Molti  pensano che basti produrre un suono quale che sia, senza curarsi né della sua forza né del suo “colore”, senza rendersi conto di eludere in tal modo il problema della corretta impostazione delle due mani; ciò può essere irrilevante nei primi anni di studio ma può riservare spiacevoli sorprese a chi intenda proseguire verso mete più ambiziose.

Ho notato molti spunti all'interno del libro che riprendono un po' il lavoro fatto con "L'arte della mano destra" e "Il Dominio delle Corde". Quali sono i più gravi errori di impostazione che si possono fare agli inizi?
Mauro: non posso che riallacciarmi a quanto appena detto, in quanto i due testi citati sono stati concepiti proprio per far fronte alle carenze che ho definito come terzo errore. Le funzioni principali del Dominio delle corde sono due: l’acquisizione per via sensoriale della corretta e funzionale impostazione della mano sinistra e la mobilità longitudinale e trasversale di entrambe le mani sulle corde. Due sono anche le funzioni principali dell’Arte della mano destra: l’acquisizione del controllo dinamico e timbrico dei suoni mediante il gioco differenziato dei tocchi e  lo sviluppo della velocità digitale della mano destra. Si tratta in entrambi i casi di pratiche tecniche innovative la cui efficacia può risultare tanto maggiore quanto più precocemente adottata. Per tale ragione ho ritenuto opportuno inserire in un metodo come la Magia della chitarra, destinato ai principianti, alcuni esercizi elementari finalizzati a svincolare fin da subito la mano sinistra dalla prima posizione e la mano destra dalla rigida impostazione ottocentesca dell’arpeggio a corde strette.    

Il libro contiene anche un supporto multimediale, oggetto imprescindibile per un metodo moderno. Come vi siete mossi nella creazioni delle basi? Quali erano i punti cardine che volevate affrontare nella realizzazione del CD?
Fabia: abbiamo puntato innanzitutto sulla chiarezza della scansione ritmica anche con l’impiego di una batteria che aiuta l’allievo a tenere bene il tempo durante l’esecuzione. Inoltre, per conferire ai brani il carattere più vario abbiamo utilizzato sonorità classiche alternate a sonorità più moderne.

Qual è stata la parte più complessa nell'affrontare la stesura di un metodo che fosse allo stesso tempo accattivante e innovativo?
 L’organizzazione di una “scaletta” nella quale ogni brano fosse: 
a) quanto più possibile rispondente ai gusti dell’odierno giovane studente; 
b) abbinato punto per punto ad una sola e ben definita “pillola” di teoria; 
c)  rispondente, passo dopo passo, ad un preciso grado di difficoltà e 
d) perfettamente inserito nel solco del più lungo, innovativo e completo percorso didattico della chitarra classica.

fabia bartolini interviste mauro storti recensioni volonté&co
Link utili
"La magia della chitarra" sul sito di Volontè&Co
"L'Arte della mano destra"
"Il Dominio delle Corde"
Il sito Di Mauro Storti
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