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Il Pitch Shifter - Gli effetti in studio di registrazione
Il Pitch Shifter - Gli effetti in studio di registrazione
di [user #45705] - pubblicato il

Dopo gli articoli su effetti di ambienza e sulle mudulazioni in questo terzo articolo dedicati agli effetti in studio di registrazione ci occupiamo del Pitch Shifter.
Per alterare il pitch (l'intonazione) di una traccia negli anni passati si usava velocizzare o rallentare la velocità di riproduzione del registratore a nastro, ma questo aveva la controindicazione di alterare anche il tempo di riproduzione. Il Pitch Shifter riesce invece a variare l'intonazione secondo un intervallo musicale prescelto mantenendo inalterato il tempo della traccia.

EFX 9: Pitch Shifter

Il classico effetto di Pitch Shifter aggiunge un segnale alterato nell'intonazione al segnale originale.
I parametri che troviamo più frequentemente sono:
  • Delay: imposta il tempo di ritardo dell'effetto rispetto al segnale originale.
  • Pitch: espresso in percentuale o semitoni, con valori positivi e negativi, imposta l'intervallo di variazione del pitch.
  • Mix: regola la quantità di suono Dry e Wet.

EFX 10: Intelligent Pitch Shifter

L'Intelligent Pitch Shifter è un tipo particolare di Pitch Shifter che riproduce la nota generata aggiustando il pitch sulla base dei gradi della scala di riferimento.
Possiamo trovare i seguenti parametri:
  • Note: imposta la tonalità della scala.
  • Scale: imposta il tipo di scala.
  • Pitch: regola l'inervallo prescelto.
  • Mix: regola la quantità di suono Dry e Wet

EFX 11: Harmonizer

L'Harmonizer è un Pitch Shifter o Intelligent Pitch Shifter polifonico, che cioè può produrre più di una parte alterata di intonazione, detta Voce, ognuna con i suoi parametri indipendenti.
Le regolazioni principali sono:
  • Note: imposta la tonalità della scala.
  • Scale: imposta il tipo di scala.
  • Voices: imposta il numero di Voci.
  • Pitch: regola l'inervallo prescelto per ogni Voce.
  • Levels: regola i volumi di uscita di ogni Voce e del segnale Dry.

EFX 12: Octaver

L'Octaver è un tipo di Pitch Shifter presettato che aggiunge una o più note al segnale originale, spostate ad intervalli di ottave.
I parametri sono molto semplici:
  • Octave 1: regola il volume della prima Voce generata.
  • Octave 2: regola il volume della seconda Voce generata, se presente.
  • Direct Level: regola il volume del suono Dry.

EFX 13: Autotune

L'Autotune è un effetto che sposta in tempo reale l'intonazione del segnale originale secondo una tonalità e una scala presettata.
I parametri essenziali sono:
  • Note: imposta la tonalità della scala.
  • Scale: imposta il tipo di scala.
  • Speed: regola la velocità con cui viene applicata la correzione.
  • Depth: regola la quantità massima di correzione applicata al segnale originale.

Come utilizzare gli effetti di Pitch Shifter

Quando parliamo di Pitch Shifter non possiamo non pensare ad Eventide e ai suoi famosi processori.
L' H910 Harmonizer e tutte le sue evoluzioni sono state utilizzate sia per creare delle parti armonizzate di voci e altri strumenti, sia per creare quell'effetto detto Micro Pitch Shifter che aggiunge una Voce leggermente scordata rispetto al suono originale, in grado di arricchirlo e renderlo più presente e importante all'interno del mix. Se usato in stereo può apparentemente espandere la presenza nel campo stereofonico senza dover usare delay o effetti di ambienza.
L'Intelligent Pitch Shifter e l' Harmonizer è stato usato ed abusato per chitarre elettriche,  parti solistiche e per creare armonizzazioni al volo. L'effetto di alterazione di pitch non sempre risulta naturale, ma ha spesso un suono particolare, derivato dalla tecnologia usata nei vari processori (analogici o digitali). Questo suono può essere enfatizzato per dare carattere a parti che devono risaltare, oppure può essere nascosto, facendo affogare la parte armonizzata all'interno del mix.
L'Octaver è invece un processore molto utilizzato dai bassisti, sia per duplicare la parte originale con una spostata in ottava, che per creare delle basse frequenze da aggiungere quando vengono suonate note troppo alte, carenti di basse appunto. I chitarristi invece lo usano molto spesso abbinato ad una distorsione, come il famoso OctaFuzz usato da Jimi Hendrix.
L'Autotune è un effetto che non ha bisogno di presentazioni ed è utilizzato ormai quotidianamente in studio di registrazione, anche solo per correggere delle piccole nuance all'interno di una take altrimenti perfetta. La sua incarnazione più evoluta permette di usare un editor visuale e trattare la parte registrata come fosse una traccia MIDI, anche in modalità polifonica. Se volete utilizzarlo come un effetto provate a ridurre il parametro di Speed al minimo e impostare la profondità al massimo.
Vi ricordate Cher? ; )

Se te li sei persi puoi leggere l'articolo dedicato al Delay e al Reverb cliccando qui e l'articolo dedicato agli effetti di Modulazione cliccando qui.

 
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