La storia dell'Head Of Doom comincia intorno al 2014, quando Ashdown e Terry Welty, tecnico storico di Geezer Butler, pianificano insieme il prossimo progetto per il tour d'addio dei Black Sabbath.
Il bassista sembra avere le idee molto chiare a riguardo, e le sue indicazioni portano alla nascita di un amplificatore capace di una saturazione importante, con un impatto sonoro impressionante e con una serie di funzioni mai viste, tra cui un octaver inferiore per riempire il low-end oltre ogni limite.
Progettato sulle basi della linea ABM, l'Head Of Doom sprigiona 600 watt (666 dichiarati, che sono tutto un programma) attraverso due uscite Neutrik per altoparlanti con un carico minimo di 4 ohm.
Per la prima volta in casa Ashdown, il pannello frontale mostra ben due Vu meter. Uno è per il livello d'ingresso, mentre l'altro serve a monitorare il segnale in uscita sul palco. La combinazione dei due, oltre a offrire un piacevole effetto scenico, consente al bassista di individuare l'equilibrio ottimale per ottenere la risposta più adeguata. Indispensabile in questo è la presenza di uno switch per il livello d'ingresso, con impedenze adattate a bassi attivi e passivi.
Dentro la testata si cela inoltre una valvola 12AX7, responsabile di una saturazione studiata appositamente per il suono del basso elettrico. Il controllo Doom funge da boost di gain e volume, per spingere ancora oltre il livello del segnale e arricchire di presenza e armoniche il tutto.
Unito a un'equalizzazione particolarmente approfondita, l'amplificatore è capace di controllare ogni sfumatura. Il bassista ha a disposizione le canoniche manopole di bassi, medi e alti, più tre slide posti tra bassi e medi e altri tre tra medi e alti. In totale fanno nove bande per regolare in maniera efficace ma al tempo stesso intuitiva ogni aspetto del suono.
Qualora la presenza sulla gamma più bassa non fosse sufficiente, o si volesse sostenere le melodie più acute con un tappeto grave e possente, Ashdown ha inserito nell'amplificatore il circuito Sub-Harmonic Doom, che genera un raddoppio del suonato a un'ottava inferiore, per un corpo impossibile da ottenere con bassi e amplificatori tradizionali.
L'equalizzazione impostata sul pannello, il controllo Doom e il sistema Sub-Harmonic possono essere richiamati anche via footswitch.
Inoltre, un loop effetti permette di aggiungere in catena i propri stompbox preferiti, mentre un'uscita per l'accordatore mette l'amplificatore in muto per ritoccare l'intonazione sul palco senza scollegare nulla né infastidire l'audience.
Progettato per il palco, l'Head Of Doom dispone anche di un'uscita DI per registrarne il suono in diretta o per inviarlo al fonico. L'ingresso jack di linea, inoltre, è l'ideale per esercitarsi anche a casa o per riprodurre basi esterne insieme al suono del proprio basso.
600 watt sono sufficienti alle più comuni situazioni musicali ma, qualora ci si trovasse ad avere a che fare con un palco particolarmente impegnativo, all'amplificatore si possono collegare altre testate con un sistema di master e slave per moltiplicarne l'uscita e ottenere una potenza capace di affrontare qualunque mix.
Foto e informazioni dettagliate sul nuovo amplificatore signature di Geezer Butler sono . Per la disponibilità in Italia, vi rimandiamo alla . |