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Jim Reed PRS-style: da brutto anatroccolo a chitarra laboratorio
Jim Reed PRS-style: da brutto anatroccolo a chitarra laboratorio
di [user #12502] - pubblicato il

Un usato a buon prezzo può nascondere alcune magagne, ma sarà un valido banco da sperimentazioni per i fanatici del custom.
Sono venuto in possesso della mia Jim Reed PRS-style qualche mese fa, dopo aver letto un annuncio su uno dei soliti siti di compravendita e scambio, per un prezzo veramente ridicolo soprattutto in considerazione del fatto che erano istallate delle Sperzel Trimlock originali che da sole valevano quasi quanto la chitarra. La cifra era così bassa anche in virtù del fatto che i pickup non erano gli originali humbucker Kent Armstrong ma degli artigianali non meglio identificati, e inoltre il top era stato riverniciato di nero.

Jim Reed PRS-style: da brutto anatroccolo a chitarra laboratorio

Le Jim Reed di solito dividono i giudizi della platea degli appassionati: io ne avevo già posseduta una che ho dovuto rivendere poco dopo averla acquistata per un immediato bisogno di liquidità (assieme ad altra roba tra cui il mai troppo rimpianto ENGL Jive). Ogni tanto mi torna in mente e in effetti rimpiango pure quella: per i pochi soldi che costava non era affatto male ed era l'unica chitarra mancina con P90 e scala 25.5" che mi sia passata per le mani.

Nonostante si favoleggi di produzione artigianale italiana, posso affermare senza timore di smentita che questi strumenti sono assemblati di parti prodotte nel far east. Alla prima prova da spenta, la chitarra tradisce la sua economicità molto più dell'esemplare che avevo precedentemente posseduto: le finiture sono abbastanza approssimative (tranne il top che è stato riverniciato a regola d'arte), mentre l'ergonomia è buona anche se lo strumento è pesante, probabilmente essendo di mogano poco stagionato. Il problema principale è che non riesco a ottenere l'action desiderata perché il profilo della tastiera non è perfettamente liscio e presenta alcune ondulazioni che creano dead spot. Insomma, trovo un compromesso tra le regolazioni del ponte e del truss-rod che rende la chitarra suonabile, ma rimaniamo lontanucci dall'ottimale.
Alla prima prova casalinga con amplificazione emerge subito un altro problema: la chitarra proprio non suona, ma (non per fare il figo) essendo piuttosto esperto di cablaggi borderline intuisco subito che da qualche parte c'è un filo di massa non collegato. Apro il vano elettrico, lo individuo, tempo di scaldare il saldatore e tutto va a posto... per modo di dire, visto che il suono che esce dalla Jim Reed è molto scuro e dal livello di uscita esagerato. È quindi il momento di analizzare i pickup con più cura.

I due humbucker sono effettivamente artigianali e anche fatti piuttosto bene se non che, tester alla mano, presentano il valore di 19,2 kOhm per quello al manico e di 20,1 kOhm per quello al ponte, entrambi valori che non ho mai riscontrato su prodotti commerciali e che spostano il picco di risonanza dei trasduttori troppo sulle medio-basse rendendoli inoltre troppo potenti. Come soluzione a costo zero provo un espediente di cui ho sentito parlare varie volte, ovvero togliere una delle due file di espansioni polari. Il risultato dovrebbe essere un avvicinamento a un suono da single coil senza perdere la riduzione di rumore. Qualcuno addirittura sostiene che si ottenga un timbro da P90. Alle mie orecchie i pickup in realtà suonano come dei single coil molto potenti con il potenziometro dei toni chiuso a metà (non so se rendo l'idea, non è facile), e sarebbe stato assurdo pensare a una realtà differente con delle bobine così iper-avvolte. Poco male, tanto in un cassetto avevo due ottimi Wilde L-280 che avevo precedentemente istallato sulla Eastwood Classic 12 e che avevo a loro volta sostituito con dei più filologici Entwistle Nashville (pure quelli estremamente interessanti).
Piccola digressione: la Classic 12 è una copia cinese della Gretsch Country Gentleman 12 corde, presa appunto sperando di tirarci fuori quel twang che da qualche annetto ormai mi fa impazzire: gli humbucker originali Eastwood erano estremamente piatti e mosci e speravo (vanamente) che implementando due single coil avrei ottenuto il tanto agognato timbro. Mi era persino venuto il dubbio che il segreto del twang fosse insito nel fatto che i Filtertron fossero humbucker cablati con gli avvolgimenti in parallelo, teoria che mi aveva fatto formulare su Accordo una teoria rivelatasi all'analisi degli esperti una castroneria sesquipedale. Poi ho comprato una simil Telecaster che monta single coil normali e da cui il twang esonda, e da allora mi è venuto il dubbio che il segreto delle Gretsch potesse risiedere nella geometria del tremolo Bigsby. Questo preambolo per dire che, mentre cercavo su un sito di parti per chitarra le mascherine per adattare i single coil agli scassi da humbucker, trovo pure questo aggeggio:

Jim Reed PRS-style: da brutto anatroccolo a chitarra laboratorio

Si tratta di un kit per implementare il tremolo su ponti fissi di tipo Tune-o-matic. Non ha la struttura del Bigsby ma mi sembra efficace, anche se lo vendono solo in versione per chitarre destre (e comunque la chitarra col tremolo alla rovescia fa molto Stevie Ray). Non costa molto, per cui lo ordino.
Appena arriva lo installo, fase che per altro richiede non più di cinque minuti. Corde nuove, jack alla mano e prova con l'ampli. Il twang ancora non c'è ma la sensazione di schiarimento generale del timbro emerge eccome e il suono, complici anche gli L-280 - che sono single coil noiseless dalla risposta piuttosto lineare e senza buchi nello spettro e picchi troppo evidenti - risulta equilibrato e piacevole. Inoltre la chitarra a mio avviso sembra molto più cool.

Jim Reed PRS-style: da brutto anatroccolo a chitarra laboratorio

Incasso anche questo giro soddisfazione e l'ennesima riprova che il suono di uno strumento è un equilibrio di tanti fattori, per cui ha senso che la ricerca continui.
chitarre elettriche gli articoli dei lettori jim reed
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Jim Reed Fender-style
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