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Namm 2018: Gibson non ci sarà
Namm 2018: Gibson non ci sarà
di [user #17844] - pubblicato il

Gibson non sarà presente con uno stand al Namm Show 2018 di Anaheim, Los Angeles. I progetti dei brand si concentrano sull'elettronica consumer.
Le alte sfere non hanno ancora diffuso un commento a riguardo e non ci si aspetta alcun comunicato ufficiale: Gibson semplicemente non sarà presente al Namm Show 2018.

L'azienda non compare nel motore di ricerca né sulle mappe della fiera di Anaheim, mentre è stata confermata la sua presenza al prossimo CES (Consumer Electronic Show) di Las Vegas, dal 9 al 12 gennaio 2018, confermando l'interesse del gruppo Gibson a spingere sul mercato dell'audio e dell'elettronica a più ampio spettro.

Namm 2018: Gibson non ci sarà

La notizia conferma quanto già lasciato intuire con la recente interruzione dei lavori sui software musicali Cakewalk, marchio passato in Gibson dal portafogli Roland nel 2013. In quell'occasione, facendo riferimento al futuro del brand Philips - anch'esso parte del gruppo Gibson - l'azienda spiegava essere al lavoro su una politica di acquisizione maggiormente rivolta al mercato consumer, cioè alla fascia non specializzata e più ampia di utenti interessati al mondo della tecnologia in campo audio.

Gibson è una presenza storica al Namm, ma già nel 2017 aveva dimostrato un deciso cambio di rotta nei suoi programmi: a Los Angeles non è mancata l'esposizione del nuovo catalogo, ma grande assente è stata la Modern Standard, double-cut della serie Custom presentata per l'appunto al CES 2017 e modello tra i più attesi dell'anno.

Namm 2018: Gibson non ci sarà

I brand del gruppo Gibson comprendono Philips, TEAC, Tascam e Onkyo, e per loro si prospettano grosse novità in vista dell'imminente CES. Tuttavia, la produzione di strumenti musicali non è messa in secondo piano e il catalogo 2018 appare tutt'altro che scarno. Già a settembre, Gibson aveva mostrato la prima ondata di chitarre elettriche previste per il nuovo anno, e a dicembre ha introdotto alcune promettenti edizioni limitate.
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Gibson catalogo 2018
Gibson limited edition 2018
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di TidalRace [user #16055]
commento del 04/01/2018 ore 08:13:44
Il mondo della chitarra elettrica sta cambiando. C'è sempre meno interesse verso lo strumento e le vendite stanno scendendo, Gibson, Fender, PRS e gli altri colossi non fanno eccezione.
Rispondi
di sonicnoize [user #36973]
commento del 04/01/2018 ore 08:39:30
Certo non è un bel segnale....comunque credo tu abbia pienamente ragione. Molti segnali di crisi del mercato.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 04/01/2018 ore 08:42:17
C'è un articolo in rete che parla dei colossi del mercato, della crisi di vendite e delle perdite di fatturato. Non sono solo mie supposizioni.
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 04/01/2018 ore 09:49:17
Il mercato sta cambiando.
Il mondo sta cambiando.
Chiude guitar center, chiude emporio musicale senese. Io ho chiuso il mio overdrive music center, 5 anni fa. Dopo 10 anni di attività. Erano tempi di magra e avevo subodorato variabili impazzite nel mercato. Concorrenza on line spietata e senza controllo, in primis.
Se tutte le aziende proponessero la stessa filosofia apple, riguardo i prezzi, saremmo tutti più tranquilli.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 04/01/2018 ore 11:30:31
La filosofia Apple è vendere i prodotti ad un prezzo dieci volte superiore di quello alla produzione... potremmo stare tranquilli di non comprare mai più niente.
Mi correggo, io non comprerei più niente, col marketing ne fregano molti...
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 13:19:49
Quello che intendeva l’utente è che Apple proprone lo stesso prezzo su tutti i propri canali di vendita, sia online che nei negozi fisici.
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 04/01/2018 ore 13:49:44
Hey...che feddezza....l'utente?? Sono kelino!😎
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 14:08:15
Si, ma lui non lo sa! ^____^
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 04/01/2018 ore 16:01:0
Non l'avevo capito perché all'inizio si parlava in generale della crisi di questo mercato, non dello svantaggio di avere un negozio non virtuale
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 04/01/2018 ore 23:48:22
Mi tocca difendere Apple pur non essendo d’accordo con molte sue politiche commerciali ma quella che scrivi è una leggenda metropolitana: un pur carissimo iPhone X da 999 dollari che da me non vedranno mai per un telefono costa ad Apple con tutte le economie di scala quasi 600. Certo, il 40% di margine lordo sull’elettronica non lo fa nessuno. Piuttosto mi piacerebbe conoscere il costo di produzione di un les paul custom, per curiosità, non per polemica.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 05/01/2018 ore 09:35:58
Come fai a conoscere il costo di produzione di un prodotto Apple, lavori nell'ufficio incaricato di controllare i costi?
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 10:30:19
Certo. O più probabilmente ci sono aziende che fanno solo questo di mestiere valutando il costo di ogni singola vite. Sbagliano di poco. Se googli ci sono svariate analisi su cui si basa anche il titolo in borsa.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 05/01/2018 ore 11:22:01
Quelli dell'elettronica sono costi ampiamente noti, anche se non so se Sand1975 abbia fatto I conti bene; si chiamano teardown, e sono analisi piuttosto accurate che 'scompongono' ogni oggetto di tecnologia nelle sue parti, prezzano ciascuna di esse è poi stimano il costo della manodopera, etc - il margine di errore su questi prodotti e' basso, anche perche' vengono calcolati I costi per il singolo produttore in base ai fornitori, al potere di acquisto, etc. Sempre meno e' lasciato al caso o avvolto nel mistero...:-)
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 13:58:50
Ovviamente i conti non li ho fatti io ma ho letto report di chi li sa fare come tu hai precisamente scritto!
Rispondi
di KJ Midway [user #10754]
commento del 05/01/2018 ore 09:42:02
La manodopera nella costruzione di una LP è ancora determinate ed importante come incidenza sul costo di costruzione, molto di più di Fender e immensamente maggiore che assemblare melafonini in Cina e rivenderli come oggetti di design nel vecchio continente.
Il prezzo finale poi lo determina comunque il mercato.
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 10:33:03
bene, mi piacerebbe sapere il costo di produzione di un Les Paul Custom comprensivo dei costi di manodopera, ingegnerizzazione ecc...
Che il prezzo finale lo determini il mercato è una fesseria, scusa, ci sono attente analisi di placement del prezzo, altrimenti le metterebbero all’asta e il prezzo lo deciderebbe il mercato.
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 05/01/2018 ore 11:22:58
il know-how ingegneristico di una les paul è inesistente in pratica, è lo stesso progetto da 50 anni e passa
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 11:24:00
Si, diciamo che l'ingegnerizzazione del processo di produzione può cambiare in 50 anni, ho voluto buttarlo dentro lo stesso...
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 06/01/2018 ore 05:14:3
"Che il prezzo finale lo determini il mercato è una fesseria"

Dici?
Rispondi
di ...And Bacon For All [user #47555]
commento del 05/01/2018 ore 10:40:17
Le analisi di mercato danno il settore in crescita, basta una rapida ricerca google ed escono fuori i report delle indagini. Sarei curioso di sapere dove hai letto di ciò.

Che Gibson sia in crisi è un discorso a parte e non vuol dire che ciò valga anche per il mercato della chitarra globale.
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 11:08:21
Io invece credo il mercato di Gibson e Fender sia in calo perchè di nicchia la parte degli acquirenti disposti a pagare per un marchio storico.
In momenti di crisi gli acquirenti si fanno più sgamati, la competizione aumenta, altri riescono a produrre meglio e a prezzi più bassi (io ho diverse cort di alta fascia anche custom shop che non cambierei con una telecaster o un les paul junior).
I mastodonti con costi ormai insostenibili dovevano cambiare modello di business tempo fa facendo meno e meglio invece di fare di più, peggio e allo stesso prezzo.
Fallisce Borsalino, se continua così fallirà anche Gibson.
Inoltre consideriamo anche complice la crisi, quante Gibson e Fender buone ci sono sul mercato dell'usato...
Rispondi
di ...And Bacon For All [user #47555]
commento del 05/01/2018 ore 12:27:27
Concordo su tutto in pieno, specialmente sulla parte del mercato dell'usato, che sicuramente tiri un bel colpo a questi due marchi in particolare.

Preciso solo che a mio avviso Fender è messa molto meglio di Gibson, sia finanziariamente che come modello di business differente. Hanno un rating migliore, fatto investimenti migliori, e hanno posto il loro strumento "standard" come fascia alta, ma non ridicolmente alta, cosa che invece ha fatto Gibson.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 05/01/2018 ore 12:41:46
Non solo: Fender ha un bel mercato non solo per le chitarre ma anche per i bassi e soprattutto gli amplificatori, sui quali sembrano esserci ancora margini discreti.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 04/01/2018 ore 09:57:23
Ma, mi sembra il segnale di un processo inevitabile.
Questi sfornano migliaia e migliaia di strumenti, e gli strumenti non si rottamano come le auto, anzi, tendono ad acquistare valore... è nella logica delle cose che i mercati si saturino.
Consideriamo pure che oggi ci sono molte persone in più, rispetto a 40 anni fa, che suonano, ma sono aumentati anche i produttori, che si inventano nuovi modelli ogni anno... e chi li compra?
C'è anche chi li compra, ma immette in un mercato dell'usato (proliferato in modo esponenziale) altrettanti strumenti.
Intanto per continuare a mantenere gli utili, aumentano i prezzi sugli strumenti di fascia alta, si fanno realizzare gli strumenti di fascia media e bassa in paesi dove la mano d'opera non costa quasi nulla.
Poi si buttano sull'elettronica consumer... quella sì che si rottama, e che rende.
Francamente non so dove ci porterà tutto questo.
Rispondi
di dodomoon [user #2184]
commento del 04/01/2018 ore 10:00:35
quello che mi stupisce è che ad una richiesta inferiore non ci sia un relativo abbassamento dei prezzi... si cerca di tagliare i costi (e la qualità) vendendo allo stesso prezzo.

forse l'unica esente da questo tipo di logiche è la PRS. le sue chitarre sono sempre costate un botto (modelli di punta), e la qualità è rimasta la stessa. Poi per i poveri ci sono le SE

io ho comprato una j45 lo scorso anno... mi piace un sacco come suona ma esteticamente non è perfetta al 100%... ci son un paio di sbavature... forse per questo le usate di qualche anno fa costano come le nuove praticamente (non parlo di vintage, ma di 5-7 anni fa).

in secondo luogo c'è il "problema" dell'usato... ci sono milioni di gibson e fender sui mercatini, a prezzi convenienti... perché comprare il nuovo se non offre niente di nuovo/migliore/alternativo?
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 04/01/2018 ore 11:02:34
Senza contare i cloni cinesi.
Rispondi
di Ghesboro [user #47283]
commento del 04/01/2018 ore 12:42:01
"perché comprare il nuovo se non offre niente di nuovo/migliore/alternativo?"
infatti, per nessun motivo, e la cosa colpisce soprattutto un marchio come Gibson, che ogni anno propone essenzialmente lo stesso modello degli anni precedenti, al massimo con una finitura diversa, nonchè rincarato e alla peggio con soluzioni discutibili come gli e-tuners. E la qualità? Non parliamone
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 13:18:57
Perché quello vogliono gli utenti.

Chi vuole una LP, compra una LP.
Rispondi
di Mariano C [user #45976]
commento del 04/01/2018 ore 13:46:17
Se c’e davvero questa crisi di vendite, forse non sarà più quello che vuole l’utente, o comunque gli utenti legati ai classici, sempre più vecchi, saranno meno rilevanti. Certo è che se si smettesse di produrre roba nell’usato e nei magazzini c’è ne per 20 anni.....
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 13:18:10
Perché è un’icona.

Gibson ha già la sua linea economica, si chiama Epiphone.

Produrre strumenti USA a prezzo inferiore significa per forza di cose tagliare l’occupazione.
Rispondi
di lonewolf [user #48212]
commento del 26/02/2018 ore 09:56:02
Vorrei precisare una cosa io possiedo ben tre epiphone e le ho provate in negozio insieme alle Gibson dello stesso modello, per quello che riguarda la Les Paul Standard le differenze sono davvero minime e sulle 339 non si notano neppure, cosa diversa è per la SG l'unica che presenta differenze sostanziali, non la trovo affatto una linea economica in quanto ha un ottimo rapporto qualità-prezzo. diciamo pure che la differenza di prezzo è a dir poco abissale. Per quanto sia un brand di prestigio, questa differenza non viene giustificata.
Fender ha tre linee di produzione American - Mexico - Squier, Nei prodotti Squier specie nella Strat le differenze si sentono e la qualità è veramente scadente, la Fender Mexico è un ottimo compromesso per chi non ha la possibilità di spendere tanto, mentre l'American è veramente il massimo, ciononostante a guardare il listino i prezzi sono abbordabili.
Quanto alla linea SE della PRS alla faccia della povertà. Costa tantissimo ma ha una resa davvero ottima.
In ogni caso il mercato è pieno di prodotti usati che aspettano solo di essere venduti.
Penso che la Gibson dovrebbe rivedere la politica dei prezzi.
Rispondi
di MM [user #34535]
commento del 04/01/2018 ore 14:48:58
Perché "abbassare i prezzi, a fronte di una richiesta inferiore" è la cosa peggiore che puoi fare. Sia per un motivo di immagine (è come abbassare i pantaloni e le mutande) sia per un motivo di utili. È per questo che succede esattamente l'opposto.
La Gibson (come la Fender) è un'icona, verranno sempre comprate dalla massa, che vuole quei marchi, ma... iniziano a diventare molte (in termini di numeri) queste icone.
Tra le usate d'epoca (a prezzi astronomici), le usate "normali", e le nuove... mettiamoci anche le annate da dimenticare... ci credo che il mercato si satura.
Rispondi
di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 14:09:54
È un mercato cliclico. Suono da ‘abbastanza’ per vederlo. Quando ho iniziato a suonare io negli anni 80 andavano le chitarre da hm o le ibanez, pochi si cagavano Fender e Gibson che infatti sull’usato prezzavano poco. Poi negli anni 90 sono arrivate le chitarre Premium tipo prs, valley arts, tom anderson, le shecter, Frudua, steinberger, parker. I professionisti ma anche gli studenti del Cpm che frequentavo ambivano e suonavano queste Marche. Pochi giravano con Fender e Gibson, forse qualche bluesman o funkettaro. Poi è ritornato il vintage e la mania del parco chitarre: bisognava avere tutto: una tele, una strato, una lessa, una 335... ora è secondo me il momento della razionalizzazione. Si compra ciò che è buono e ha un eccellente rapporto qualità/prezzo. Non è detto che i marchi storici vadano sempre, gli 80 e 90 se avevi un les paul facevi fatica a venderlo e ho amici che oggi non riescono a vendere strato custom shop a prezzi che qualche anno fa avrebbero spuntato in pochi giorni.
Rispondi
di go00742 [user #875]
commento del 04/01/2018 ore 10:41:32
Eh beh del resto Sony, Panasonic, Marantz sono preoccupatissimi dell'arrivo di Gibson nel mercato consumer....

Puntano ad un mercato non saturo assolutamente senza rivali...ottima scelta e strategia perfetta!

Finiranno per essere comprati dall'ibanez ...che naturalmente rivenderà Philips, onkyo ....
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 13:21:10
Ibanez che ha appena presentato sostanzialmente VENTI nuove variazioni dello stesso modello RG...
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 04/01/2018 ore 14:47:09
Leggendo I commenti di americani che masticano Gibson assai piu' di me, sembra che l'idea del proprietario sia quella di affermarsi come lifestyle brand, ossia un marchio che trascende il prodotto e indica uno stile di vita, tipo appunto Apple (ammesso che qualcuno sappia quale sarebbe, 'sto stile di vita di Apple...). analoga conversione a quella di Marshall, che ormai vende radioline, cuffie, radiosveglie...insomma, tutta roba molto innovativa:-)
Al CES dello scorso anno pare che Gibson abbia fatto un buco nell'acqua, dato che la platea di consumer electronics e' abituata a roba ben più luccicante, in futuro vedremo.
Che poi il mercato sia saturo e' sacrosanto, anche perche' le popolazioni che stanno raggiungendo un livello di reddito decente e uscendo dalla poverta' non sono occidentali e non hanno le stesse priorita' anche nella musica.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 04/01/2018 ore 15:32:1
La spesa Namm è nel giro di quello che costa partecipare al Musikmesse, e come per il Midem dei discografici è un investimento essenziale per il futuro prossimo - se non ci sei, non sei nessuno. Un Namm SENZA Gibson pare assurdo! Gli altri nel conglomerato Philips TEAC Tascam Onkyo che ora incorpora Gibson, hanno prodotti proprio da CES - audio / video. Spero che l'acquisizione Gibson non sia soltanto da essere un logo patentato da fiorellino all'occhiello per loro e promozione gratuita dovunque c'è un chitarrista con quel logo - e questo per un conglomerato di investitori che non sanno fare la differenza tra major or minor. Non è cmq il loro mestiere e badano al fatturato globale worldwide a scadenza mensile senza altro problema che "sperare" che i creativi sappiano badare al loro - inventare prodotti nuovi. Quanto rimane da inventare? Dipende da finanziamenti! E anche dal fatto che i chitarristi elettrici vogliono attenersi, a buona ragione, a principi ben rodati e con scetticismo inerente verso qualcosa di troppo nuovo.
Mi associo a go00742: una ditta Gibson-Ibanez ben venga!
Tutto questo ha un lato positivo - si torna indietro, lontani da catene di montaggio e nelle mani di un liutaio - più CS di così non si può.

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di Guycho [user #2802]
commento del 04/01/2018 ore 15:48:09
Del resto a mediaworld si trova Marshall, ed è anche un ottimo prodotto.
Rispondi
di fabiojay [user #20826]
commento del 04/01/2018 ore 16:48:16
ma io penso che si tratti di un errore... Non è possibile per un brand come gibson non partecipare al namm...
Rispondi
di chikensteven utente non più registrato
commento del 04/01/2018 ore 17:41:23
mi chiedo come il mercato di nicchia possa subire così tanto la crisi!
in fin dei conti non stiamo a parlare di beni di prima necessità, parliamo di chitarre elettriche!
e non è che tutti possano permettersele, se un marchio come Gibson, debba tirare i remi in barca, con la storia che ha alle spalle, dovrebbero farsi un bel po di domande!
chi ha ancora qualche soldino in + che avanza alla fine del mese, ed ha queste passioni per le 6 corde, mi sembra + che ovvio che vada a spulciare marchi meno blasonati, e che si accontentano di vendere a prezzi accessibili a tutti.
altrimenti certe chitarre da3000€ in su, continueranno a comprarle chi non ha risentito della crisi del portafogli, che comunque ci saranno sempre dei ricconi, ma rimarranno sempre una fascia molto ristretta
Rispondi
di umanile [user #42324]
commento del 04/01/2018 ore 22:22:28
è abbastanza semplice: nella musica moderna c'è poca chitarra, in generale l'offerta di "entertainment" è molto più ampia rispetto solo a vent'anni fa e la musica è una cosa tra le tante, le persone suonano meno la chitarra, quindi se ne vendono di meno.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 04/01/2018 ore 18:13:54
Per me non c'è nulla di strano, vent'anni fa se volevi vedere una chitarra nuova dovevi per forza andare nelle fiere; solo vedere ed al massimo toccare peraltro, perché sfido chiunque a provare una chitarra in un ambiente fieristico sovraaffollato e capirci qualcosa. Adesso appena un costruttore sforna un modello nuovo parte un battage pubblicitario virale su siti e social forum, sul sito del costruttore si trova ogni informazione e ogni genere di immagine (a volte i rendering 3D...) e poco dopo su Youtube saltano fuori i video con le prove audio in HD. Semplicemente le fiere sono antistoriche e rappresentano solo un costo abbastanza inutile.
Per la consumer electronics non saprei, è un mondo troppo distante dal mio e comunque costo degli articoli e numeri di vendita immagino saranno più da ipermercato e Amazon che da negozietto di chitarre.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 04/01/2018 ore 18:47:55
Guarda, il NAMM e' un discorso un po' diverso, perche' si tratta di una fiera solo in parte consumer - e' il posto dove si trovano i dealer, le catene, etc per i contratti dell'anno successivo. Tanto marginale non e', perche' e' vero che la Gibson nuova la vedi su intenet, ma il numero di pezzi e le condizioni alle quali Gibson te la fa esporre in negozio lo devi comunque negoziare da qualche parte, e quella parte per gli americani di solito e' il NAMM invernale.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 19:22:56
Sono anni che Gibson ha adottato un modello di vendita e distribuzione che fa a meno di questi passaggi. In pratica se vuoi diventare dealer devi fare un ordinativo minimo di un certo numero di pezzi che loro stabiliscono, dopodiché ogni ordine lo fai direttamente sulla loro piattaforma riservata ai negozianti che ti permette di visionare il singolo pezzo.
Rispondi
di MTB70 [user #26791]
commento del 04/01/2018 ore 20:06:44
Si, questo lo so e lo capisco, ma vale per i pesci piccoli, che devono prendere o lasciare e accettare un "minimo" che tanto minimo non e'; e' lo stesso per Fender e tutti gli altri player di fama. Ma secondo te le grandi catene e quelli che vendono piu' del minimo prendono la quantita' che gli viene richiesta al prezzo che gli viene fatto? Gli endorser non li incontri? I giornalisti/blogger? Alla fine ti fai quattro conti e vedi se il costo dello stand vale la pena considerando quanti altri incontri copri con un unico evento, senza contare il branding. Mica li puoi visitare tutti uno ad uno. Se il tema fosse che le fiere sono obsolete, non stromabazzerebbero la loro presenza al CES...e' una scelta di marketing precisa: far capire che il futuro sta negli altri brand del gruppo, e che le chitarre non sono l'unica cosa che producono. Un modo soft per far capire che gli investimenti futuri andranno da altre parti.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 20:14:23
D'altronde, è esattamente quello che fa da molti anni, altrimenti probabilmente sarebbe già scomparsa da tempo.

Purtroppo il mercato della chitarra risente in genere della crisi della musica "suonata" in generale. Paradossalmente sono proprio i "pesci piccoli"(magari in settori boutique) quelli che se la passano meglio, perché riescono sempre a smerciare le loro modeste quantità senza appesantirsi e ai prezzi che vogliono(vedi il caso emblematico di Rickenbacker).
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 19:25:2
Aggiungo per completezza d'informazione che anche al WNAMM del 2017 Gibson non aveva un vero e proprio stand all'interno della manifestazione ma era collocata sotto un tendone nel piazzale... In ogni caso il listino viene rinnovato a settembre e quindi per gennaio i prodotti sono già da tempo arrivati nei negozi, quindi non devono per forza proporre qualche novità sostanziale.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 04/01/2018 ore 20:12:31
Ma scusate un attimo: avendo Gibson decimato (finalmente) il catalogo è ovvio che non partecipi al NAMM. Non tiene niente da presentare.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 04/01/2018 ore 20:13:20
Una volta lessi un'intervista a John Hall (storico proprietario della Rickenbacker) che, senza mezzi termini affermava, che il problema di marchi quali Fender e Gibson è che semplicemente hanno le banche che gli stanno con il fiato sul collo. Entrambe le aziende sono fortemente indebitate. Come si è arrivati a questo punto? Semplicemente -invece di concentrarsi a fare poche cose e bene- hanno cercato di espandersi il più possibile. Da un lato hanno cercato di coprire tutte le nicchie di mercato (anche quelle che storicamente non gli competevano, per altro con prodotti discutibili talvolta), e d'altro canto -in particolare Fender- acquistando tutta una serie di altri marchi. Nel frattempo pero' c'è stata la crisi economica del 2007-2008 e soprattutto un cambiamento generazionale (guidato per altro da uno sviluppo delle tecnologie digitali) senza precedenti. Secondo me l'unica soluzione per questi marchi sarebbe produrre meno e produrre prodotti migliori.
Rispondi
di Matteo Barducci [user #29]
commento del 04/01/2018 ore 20:51:08
John Hall è un caso emblematico, ma guida un azienda che è un microbo rispetto a quelli citati. I mercati di Rickenbacker sono gli USA, il Regno Unito ed il Giappone e la loro produzione è legata a doppio filo al fenomeno Beatles(nel paese del Sol Levante esistono quasi più cover band con gli occhi a mandorla che fiori di ciliegio). Nel resto d'Europa è praticamente scomparsa(tranne che in Germania), nel resto del mondo è sconosciuta, lavorano con piccoli lotti da 25 strumenti che si fanno pagare in anticipo dai rivenditori e hanno un backlog che sfiora i due anni, ed inoltre è un'azienda a conduzione familiare. Sono tutti elementi appartenenti ad un modello di business impensabile da applicare a marchi come Fender e Gibson che sono stati costretti per via della loro notorietà a produrre con altri numeri ed hanno subìto le ripercussioni dell'aggressivo mercato orientale(autorizzato e non...). Inoltre Rickenbacker ha avuto il privilegio di poter tutelare anche legalmente i propri prodotti(John Hall fa causa senza troppi problemi a chiunque produca strumenti anche solo vagamente ispirati al marchio), cosa che Fender e Gibson non hanno potuto fare in quanto non ritenute "brevettabili" perché troppo popolari.
Rispondi
di zabu [user #2321]
commento del 04/01/2018 ore 22:28:00
Certamente il modello aziendale della Rickenbacker è molto particolare, anche se i numeri della produzione non sono poi così bassi. Da diverse fonti ho letto che la produzione totale è di circa 10000 strumenti l'anno, per cui poco meno di una quarantina di strumenti al giorno. Tanto per fare un paragone, dal solo stabilimento Gibson di Memphis escono invece una cinquantina di strumenti al giorno, a cui andrebbero sommati anche quelli dello stabilimento di Nashville e del comparto acustico in Montana. Io credo che Gibson dovrebbe veramente dare un taglio ai modelli economici e concentrarsi sulla fascia media, con meno smania sulle innovazione e più attenzione ai dettagli e controllo qualità. Magari da questo punto di vista potrebbero anche utilizzare un po' meglio il marchio Epiphne, proponendo strumenti di fascia medio/economica un pochino più credibili. Il tutto i IMHO.
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 04/01/2018 ore 20:54:09
È colpa del ceo di Gibson che è fuori di testa forse non sapete che molti negozi stanno mollando Gibson perché per essere un dealer autorizzato devi comprare forzatamente un sacco di chitarre e molte dai colori assurdi senza pensare che noi non siamo mica gli americani...che loro possono sparare agli indiani.
A parte gli scherzi noi italiani non siamo per i colori flash o pacchianate.
Stanno facendo stronzate commercialmente.
Rispondi
di alcor72 [user #16133]
commento del 05/01/2018 ore 17:21:19
" noi italiani non siamo per i colori flash o pacchianate"..

Questo è vero, probabilmente il buon gusto estetico è una delle poche che non ci manca...

Ancora non capisco perché Gibson si ostini a cercare l'estremo opposto di quello per cui vengono acquistati i suoi prodotti.
Capisco le serie limitate, le relic e tutte le "variazioni sul tema per maniaci del vintage" ma, fare l'opposto di quello che ti ha reso famoso...no

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di Pearly Gates [user #12346]
commento del 05/01/2018 ore 18:57:18
Ribadisco mi è stato detto da uno che era un dealer ed è stato anche negli Usa che ha conosciuto il capo supremo Gibson mi ha detto che é fuori.
Inoltre sono arroganti e mettono condizioni sempre più inaccettabili per essere un dealer autorizzato e i negozi non ci stanno più debtro.
Nel negozio ho visto diverse les paul con colori di merda che non riuscirà mai a vendere ma è obbligato a prendere
Inoltre Ci sono modelli di chitarre dai prezzi esorbitanti.
I cablaggi delle les paul con i cicuiti stampati un fallimento.
Le meccaniche motorizzate un altro fallimento problemi di accordatura e usura capotasto in metallo
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di sand1975 [user #46451]
commento del 04/01/2018 ore 23:54:51
Ce ne faremo una ragione. Pur avendo comprato chitarre anche costose non ho mai comprato una Gibson o una Fender. Verrò linciato per quello che sto per dire ma la musica che rimane non l’hanno fatta le chitarre ma i chitarristi. Mi spiace più per la perdita di holdsworth che di un eventuale fallimento di Gibson.
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di sand1975 [user #46451]
commento del 04/01/2018 ore 23:58:18
Il modello da perseguire ormai è quello di brand come kiesel (ex carvin) che vendono strumenti senza compromessi, Made in usa, custom e direttamente dal produttore senza intermediari spedendo a cifre ragionevoli in tutto il mondo. Difatti ho già in cantiere una vader headless perché so che i miei soldi vanno tutti o quasi per lo strumento.
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di bettow [user #30179]
commento del 05/01/2018 ore 00:29:36
Il mondo della chitarra è diventato roba da collezionisti. Fatto da gente di una certa età che è cresciuta col mito delle sei corde. I ragazzi hanno altri interessi e ascoltano altra musica. Dispiace dirlo ma sarà sempre più un mercato di nicchia.
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di sand1975 [user #46451]
commento del 05/01/2018 ore 03:38:12
Importebbe poco a noi che la passione l’abbiamo... se non fosse che sarà sempre più di nicchia anche la platea di ascoltatori e suonare sarà sempre più difficile. Dovremo fare gli Youtuber anche noi?
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di KJ Midway [user #10754]
commento del 05/01/2018 ore 09:48:31
Ma va là lo è sempre stato, 30anni fa le uniche Fender e Gibson che trovavo in negozio erano dietro una teca chiusa a chiave e costavano un rene.
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di ...And Bacon For All [user #47555]
commento del 05/01/2018 ore 10:15:58
Mi permetto di dissentire: io, come sicuramente altri qui e fuori da questo sito, che ho 25 anni e seguo e suono questo mondo da anni, siamo la prova vivente che non è una cosa di nicchia.
I ragazzi giovani che suonano ci sono ora così come prima.

La considerazione esatta da fare è che chi come me è sotto una certa fascia d'età difficilmente può permettersi strumenti così costosi, e allora sì che un marchio che vende chitarre da 3000€ diventa di nicchia, ma non perché i ragazzi giovani non suonano. I marchi da chitarre sotto i 1000 (ibanez, epiphone, squier, etc.) vendono sempre.
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di bettow [user #30179]
commento del 05/01/2018 ore 10:54:53
...e per fortuna che suonano ancora! :) Solo che in passato il rock, con le sue innumerevoli varianti, è stata la musica e il riferimento di intere generazioni e la chitarra il suo emblema. È vero, Fender e Gibson hanno sempre avuto costi proibitivi, ma allora noi sognavamo prima o poi di acquistarla, ma oggi quanti sono i ragazzi che sognano ancora una Gibson o una Fender? Aggiungi poi che Gibson e Fender producono praticamente le stesse chitarre da più di 50 anni, anzi le vecchie sono le più ricercate; evidentemente il "mercato" non è più in grado di assorbire le nuove produzioni...
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di Claes [user #29011]
commento del 06/01/2018 ore 17:06:06
Ci sono un sacco di elementi da discutere col CEO! La strategia di innumerevoli modelli Les Paul in tutti i colori immaginabili - anche PRS è su quella rotta però Fender è più cauta su colori del loro genere. Abbiamo of course un sacco di giovani su Accordo e pongo la domanda principalmente a loro. Quale impatto c'è per voi in queste strategie di marketing altro che un "per fortuna fanno pure versioni con look e caratteristiche come le originali".
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di ...And Bacon For All [user #47555]
commento del 06/01/2018 ore 21:29:2
Per me stanno sfornando modelli dai colori imbarazzanti. Con questo non voglio dire di non fare nulla di diverso dai soliti burst classici che a tutti piacciono, i nuovi colori ben vengano sì. Ma non così imbarazzanti.
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di Timmy [user #8779]
commento del 06/01/2018 ore 18:39:44
A mio avviso il problema fondamentale non è dato dagli accordi con i dealer o dalle strategie di mercato, quanto dalla saturazione dello stesso. Ci sono letteralmente decine di marchi più o meno conosciuti e diversi liutai di alta qualità che producono ottimi strumenti. Facciamo qualche nome: Ibanez, ESP, Schecter, Washburn, Jackson, Dean Guitars, Caparison, PRS, Suhr, Charvel, Ran Guitars, Carvin Kiesel, Sully Guitars, Markline, EVH Guitars, OD Guitars, Mayones Guitars, Chapman Guitars. E mi fermo qui con l'elenco. Ma se pensiamo che sia Zakk Wylde che Ola Englund che Tosin Abasi hanno la loro linea di strumenti prodotti da loro o dove loro risultano come azionisti o CEO allora il quadro è piuttosto chiaro. La concorrenza è spietata e con qualche migliaio di dollari oppure euro ti compri uno strumento di tutto rispetto a livello liuteristico. Poi logico che Gibson e Fender hanno un altro appeal al guardare il marchio sulla paletta. Ma io se devo avere un buon suono, non guardo al marchio ma alla componentistica, ai legni, ai pickups. Sono un chitarrista ed ogni anno escono per ogni produttore almeno 7 nuovi modelli. Non è economicamente possibile comprare un modello ogni anno, a meno che non sia un collezionista. Suppongo che nemmeno turnisti affermati comprino strumenti a getto continuo. Ho visto su YouTube un video di Chicco Gussoni che suonava una Fender CS comprata da Mike Landau nel 2013 e costruita da John Suhr. Quindi penso che non ci sia più spazio per una produzione industriale di un certo tipo. Il chitarrista come il consumatore ormai si è fatto furbo e controlla sempre più il rapporto qualità/prezzo. I grandi marchi forse non hanno compreso questo aspetto. IMHO.
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di Lisboa [user #47337]
commento del 07/01/2018 ore 00:22:09
Il problema piú grosso è che le nuove generazioni non sanno neanche cosa siano Gibson, Fender o Marshall. Se fanno musica usano il pc, e fanno musica elettronica. raramente suonano strumenti. Noi si aspettava i 14 anniper comprare il motorino e i 18 per l'auto. Loro no. Il mondo è cambiato. L'industry degli strumenti musicali è un settore maturo per gente matura. Almeno in usa ed europa. Non so nei mercati emergenti, anzi sarebbe interessante avere info se almeno in far east i top brand musicali siano in crescita, come avviene giá per la maggior parte dei luxury brand. Potrebbe essere la salvezza.

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di Claes [user #29011]
commento del 08/01/2018 ore 19:29:22
Siamo nella generazione Garage Band iPad ecc. Volendo, c'è ispirazione "vintage" per loro dai primi Techno - Kraftwerk, Mike Oldfield... Per metterci la chitarra, c'è The Who.
Ora, ci basta seguire charts di tanto in tanto per sapere cosa la va. Credo però che la chitarra tornerà di moda nel prossimo futuro :) Mi aspetto dapprima wireless incorporato anche per telefonino, Wi-Fi e pure con un jack di uscita efficiente e professionale - come per esempio quelli per MG-55 (non le spine MIDI) e USB. Telecomandare, patches a bordo. Il look sarà da light show con un sacco di bottoni e luci. Con Explorer / Flying V, Gibson è a posto - adesso manca solo l'elettronica. Chi arriva prima? Non Gibson, Fender & bella company.
IMHO un liutaio audace + uno o più visionari software arriverà prima con una Variax / Midi rivoluzionaria.
Sarebbe interessante però sapere come sono le fette di mercato in dettaglio - chitarre / pedali poi ampli. In musica, ci sono le classifiche, dischi d'oro...
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di SysOper [user #10963]
commento del 09/01/2018 ore 13:34:20
In compenso, al CES hanno annunciato la Double Cut in versione semi-hollow
vai al link
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di Claes [user #29011]
commento del 10/01/2018 ore 19:23:08
...e il CES 2018 è appena partito. Rapporti TV si centrano sui robot! Se Gibson è ben messa sulla piattaforma, avrà interesse anche se sola ditta di strumenti in presenza.
Chi viene esclusivamente per Gibson visita pure il CES - un vantaggio, diciamo, promozionale per la mostra Gibson, e attrattivo come bonus di una visita che in realtà ha poco interesse per specialisti di chitarre - e devono spendere grana per visitare una fiera date le distanze USA da calcolare in fusi orari. Gibson può trovare investitori tra quelli del "consumer electronics".
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