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Peavey Classic 20 MH: di bluesy ha solo il tweed
Peavey Classic 20 MH: di bluesy ha solo il tweed
di [user #116] - pubblicato il

La Classic 20 è una testata piccola e leggera ma piena zeppa di features. Nonostante l’aspetto ha una riserva di gain davvero considerevole. Abbiamo messo alla prova i suoi due canali con Michele Quaini, una Strat e una Les Paul.
In soli 7,6 chili i tecnici Peavey hanno saputo concentrare tutto quello che serve per un amplificatore adatto tanto ai live quanto allo studio di registrazione. Cinque valvole trovano posto nel circuito della Classic 20. Due EL84 per il finale sono abbinate a tre 12AX7 nel pre. 

Anche per quanto riguarda i controlli troviamo più dello stretto indispensabile. Da sinistra il volume, seguito dal gain pre e post. Alti medi e bassi compongono la sezione di equalizzazione, in comune per i due canali, selezionabili tramite switch o pedale. Infine troviamo il controllo reverb che interviene sul decay di un riverbero spring digitale. 

Il retro riserva gran parte delle sorprese di questa piccola testata. Oltre alla classica uscita a 8-16ohm per la cassa  troviamo il loop effetti, indispensabile su amplificatori così piccoli che distorcono subito il suono se si vogliono usare molte modulazioni, ma non è finita qui. La Classic 20 è infatti dotata anche di un’uscita XLR con simulatore di cassa con cui si può entrare direttamente in un mixer e, per registrare, si può utilizzare la comoda uscita USB. 

Infine con il footswitch incluso in dotazione si possono controllare il boost di volume, il cambio canale, riverbero e loop effetti. La Peavey è piccola e compatta, ma è dotata di tutto quello che può servire per gestire al meglio il proprio setup sul palco. 

Peavey Classic 20 MH: di bluesy ha solo il tweed

Da non dimenticare la possibilità di attenuare la potenza sia a 5 che a 1 watt, caratteristica che amplia ulteriormente la gamma di suoni a disposizione. 

Cominciamo la prova con la Strat per evitare di mettere subito a dura prova le valvole del pre con gli humbucker. Nonostante i soli 20 watt non si fatica a ottenere un clean degno di tale nome. Complice anche il riverbero di buona qualità, il risultato è un sound chunky, sufficientemente carico sulle basse, in grado però di restare bello brillante quando si ha bisogno di ritmiche funk chiare e definite. 

Ci vuol poco però per far arrabbiare la Peavey, il crunch è dietro l’angolo e non serve nemmeno spingersi troppo in su con i controlli di guadagno pre e post. Anche se abbiamo ancora i single coil collegati all’ingresso otteniamo un suono bluesy degno del tweed che ricopre tutto lo chassis, anche se bisogna leggermente svuotarlo sulle basse per recuperare un po’ di sana acidità che non guasta. 

Prendiamo la Goldtop e la situazione cambia drasticamente. Ci si può quasi scordare il pulito, ma ancora non abbiamo acceso il secondo canale. Lo facciamo ora tramite il footswitch che ha un’aria bella resistente. Forse i tecnici si sono sbagliati e hanno ibridato questa testatina con una 6506+ perché la quantità di gain a disposizione sembra non finire mai. L’intento era quello di coprire ogni sfumatura di country e blues dal più tradizionale al moderno, senza snaturare il timbro della serie Classic. In realtà qui si è andati oltre, perché la Classic 20 sa difendersi bene anche quando si deve cominciare a fare headbanging e mettere in seria difficoltà i 4 coni celestion presenti in sala di ripresa. 



Con un prezzo di 499 euro o poco meno la Peavey Classic 20 MH si è dimostrata una delle mini testate in commercio più completa. Ha davvero tutto quello che serve con in più la comodità di un’uscita USB per registrare direttamente su computer senza patemi d’animo. Il tutto con una qualità costruttiva e sonora di tutto rispetto. Se cercate una testata piccina con cui divertirvi tanto in casa quanto sul palco la Classic 20 fa decisamente per voi. 

Peavey è un marchio distribuito da Master Music


 
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 09/01/2018 ore 10:21:21
Molto carina...e finalmente con le valvole rivolte verso l'alto cosi non cuociono il pcb....interessanti le varie uscite ad un prezzo molto buono.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 09/01/2018 ore 10:30:39
Ho una valveking 20 micro head e praticamente mi par di capire siano praticamente la stessa cosa, a parte il pre e post gain (assente sulla mia). Io ne sono feliccissimo: la uso in casa (ad 1w) anche per registrare, ma pure dal vivo settata sui 20w con ampli microfonato o in diretta nel mixer.
Ciao
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 09/01/2018 ore 11:10:27
Mini testate tutta la vita, sono passato da poco alla VHT Special6 e sono felicissimo. Ormai gli ampli potenti non servono più, qualsiasi PA ha le spie, senza contare che microfonando l'amplificatore il risultato fuori è sempre migliore perché la chitarra si sente nello stesso modo in ogni punto della sala. E se proprio i watt non bastano, visto anche il basso costo, si possono sempre usare due testate, ad esempio su una cassa 2X12", il che abilità pure la possibilità di usare gli effetti in stereo...
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di aleck [user #22654]
commento del 10/01/2018 ore 14:12:25
La VHT Special 6 è una testata splendida. Per il costo che ha, ci si porta a casa un retake migliorato da diversi punti di vista del classico piccolino di casa Fender. Ironia della sorte, nonostante lo abbia fatto prendere a diversi amici e li abbia anche aiutato con modifiche a cabinet e coni sperimentando diverse interessanti soluzioni, non sono ancora riuscito a portarmene uno a casa. Il mio ideale sarebbe accoppiarlo a una pedaliera essenziale e a una bella cassa 2x10!
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 11/01/2018 ore 18:02:21
Ci stavo pensando anch'io alla 2 X 10", per suonare certe cose hanno il "morso" giusto.
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di aleck [user #22654]
commento del 11/01/2018 ore 22:34:48
Assolutamente sì! Sarei solo MOLTO combattuto sulla scelta dei coni: due ceramici equilibrati e leggeri (1058, Jesnen...)? Due ceramici grandi, grossi e pieni (Ragin Cajun) ? Due AlNiCo dalla voce aperta e dalla distorsione sferragliante (Weber Blue Pup, Celestion Gold...)? Boh!?
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 23/01/2018 ore 20:44:43
Di recente ho comprato una 1 x 12" aperta con un Jensen AlNiCo e sono soddisfatto, per me vale la pena provare. In più mi stanno pure simpatici in quanto italiani. L'unico difetto (che peraltro a qualcuno piace) è che il cono attaccato ad una 15 watt distorce ad alti volumi, tuttavia con due 10" non dovrebbero esserci problemi.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 23/01/2018 ore 20:47:49
Dei Jensen di ispirazione vintage, in generale, non mi piace: 1) la sensibilità quasi sempre medio-bassa; 2) la tendenza a distorcere in maniera molto caratteristica ad alti volumi, soprattutto se sottodimensionati; 3) la poca definizione dei bassi, spesso slabbrati, soprattutto sui crunch leggeri. Per il resto, sui puliti hanno una voce unica che li contraddistingue tra mille!
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di esseneto [user #12492]
commento del 09/01/2018 ore 10:42:3
Dalla prova si sente un suono veramente bello di quelli che di solito si sentono da ampli ben più potenti e costosi , suona bene sia clean che crunch che bello distorto !
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 09/01/2018 ore 11:59:19
il titolo dell'articolo non è riuscitissimo: in prima battuta mi aspettavo di leggere qualcosa di pessimo!
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 09/01/2018 ore 12:49:10
a me il suono di queste mini tetstate Peavey piace ma il problema è che con i loro 20w non ci faccio nulla.

mi è capitato di provare una 6505 mini ed aveva un pulito praticamente inesistente ed un canale distorto che già prima di metà volume aveva raggiunto il massimo dei db che erano comunque pochini (la mia ragazza in casa col basso suona a volumi decisamente più alti).

in sala con una testata così il batterista non mi sentirebbe neanche se si sedesse direttamente davanti ai coni della cassa.

o almeno questo era il problema di quella che ho provato io, che era comunque usata e magari aveva qualche problema. mi piacerebbe provare questa in negozio da nuova per sentire come si comporta.
Rispondi
di RedRaven [user #20706]
commento del 09/01/2018 ore 14:45:16
non penso che la 6505 sia esattamente pensata per il pulito, anzi. Questa magari di più. Se il batterista non pesta come un fabbro, potrebbe farcela. Tra l'altro spezzo una lancia: in generale i chitarristi vogliono sovrastare gli altri, mentre in un mix da studio di norma vengono limitati di più, se ci fate caso.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 09/01/2018 ore 18:11:37
Confermo che la testata (ho la valveking mini che è la stessa cosa) non si può usare in sala prove nuda e cruda, ma come si userebbe live. Io, ad esempio, quando me la sono portata dietro (è leggerissima e non ingombra) sono entrato direttamente nel mixer per uscire dall'impianto con la voce.
Ciao
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di aleck [user #22654]
commento del 10/01/2018 ore 14:13:19
La Valveking MH da 20w ha in realtà una sogia di pulito più che decente, le altre meno.
Rispondi
di pg667 [user #40129]
commento del 10/01/2018 ore 14:45:57
è pure quella che costa meno fra le 3...
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 10/01/2018 ore 16:14:20
La VK 20MH è una "allarounder", le altre son più specializzate in settori specifici.
Rispondi
di ruggerigta [user #23016]
commento del 09/01/2018 ore 16:34:09
Si anch'io con testata blackstar da 20 W collegata a una cassa 4 coni, in sala prove facevo molta fatica a farmi sentire..inoltre dovevo tenere il volume a palla e perdevo le basse, la dinamica ecc..credo che il minimo sia 30 w in su..
Rispondi
di GiacominoPagina [user #25857]
commento del 09/01/2018 ore 18:41:01
Mannaggia quanto pestano i vostri batteristi?? Io con la HT 20 attaccata ad un solo Vintage 30 se metto il volume a più di 3/10 in sala prove mi crocifiggono ;)
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 09/01/2018 ore 23:15:02
Si, anche io fatico a far tornare i conti.
Uso una testa Fender Tweed Deluxe da 12 watt, e non arrivo ad usare neanche metà volume. Probabilmente è il tipo di musica, io suono blues e affini (country-blues, jazz-blues etc...) Probabilmente per altri generi servono più watt.
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di ruggerigta [user #23016]
commento del 10/01/2018 ore 13:41:20
il blackstar è un bell'ampli con un ottimo canale distorto. Non è un problema di volume (con il master quasi al massimo ci riesci a suonare in una band hard rock), più che altro è la qualità della dist che si abbassa notevolmente. Ho provato anche con il canale pulito e un OD davanti e le cose andavano meglio..alla fine ho continuato a suonare con l'ampli della sala prove (marca sconosciuta, da tipo 100 W valvolari) con l'OD sul pulito ed era molto più efficace. Il blackstar rende benissimo se suoni tenendo a metà corsa il master..poi naturalmente se disponi di un service le cose sono differenti.
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di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 10/01/2018 ore 08:20:25
Ampli molto interessnte ... di dimensioni ridotte quindi trasportabile senza distruggerrsi la schiena... purtroppo la faccenda dei volumi intesa come ( a ma non mi sento 20 watt sono pochi ... ) e data dal tatto che nel vostro gruppo c'e' uno strumento che si chiama batteria ... allora io dico sempre che se cominciamo a fare la guerra al rialzo dei volumi non se ne esce o perlomeno se ne esce sordi .... se diversamente il vostro batterista in sala prove pesta meno e si avvale di plexiglass per il suo setup bastano anche 20 watt .... so bene che e' quasi utopia cio' che ho detto ma e' forse l'unica strada percorribile ... se suoniamo live ci sara' pure un service che ci amplifica quindi microfono davanti l'ampli e avremo un monitor ... o c'e' ancora qualcuno convinto che ci debbano sentire dal nostro ampli ? Insomma io penso che si 20 watt non siano tutta sta potenza ma che si possa usando un po la testa ( quella umana ) ottenere ottimi risultati . Questo ampli a me piace . Ciao a tutti
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 10/01/2018 ore 17:44:51
Hai perfettamente ragione, purtroppo la triste realtà è che se il mio batterista avesse dinamica e raffinatezza di un ottimo batterista suonerebbe con un ottimo chitarrista. In secondo luogo, a volte usiamo il plexiglass, ma a parte il fatto che si trova nelle sale più costose, ha il difetto di attutire i tamburi e molto meno i piatti che stanno poco più in basso del limite massimo dello schermo. Così finisce che i tamburi si sentono ovattati ed i piatti la fanno da padrone e si perde ogni riferimento ritmico.
Ciao
Rispondi
di Ace [user #34053]
commento del 10/01/2018 ore 08:35:37
Io ho esattamente questa da un annetto... tra i soldi meglio spesi in ambito chitarristico. soprattutto da usare in casa.
Rispondi
di Skywalker8 [user #40706]
commento del 10/01/2018 ore 12:30:14
Non sarebbe molto ma molto più semplice dedicare una parte di questi test (anche 20 secondi) ad un ascolto di chitarra assieme ad una parte di rullante e piatti? Alla fine i pezzi più chiassosi della batteria sono quelli e l'unico dibattito sull'utilità di queste belle testatine riguarda il loro rapporto con i dB sviluppati dai pezzi di batteria nei vari brani.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 10/01/2018 ore 17:46:29
MI associo, anzi, se ben ricordo lo suggerii anche un annetto o due fa, ma vedo che nulla è cambiato: basterebbe una base anche preregistrata.
Ciao
Rispondi
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 13/01/2018 ore 00:04:03
Perdonatemi, vorrei capire meglio. Come potreste evincere la riserva di pulito di una testata se la si mette insieme a una base pre-registrata?

Ci impegniamo sempre per migliorare i nostri test e le nostre recensioni, quindi vorrei capire meglio quale sarebbe la vostra proposta. :-)
Rispondi
di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 11/01/2018 ore 07:16:21
"l'unico dibattito sull'utilità di queste belle testatine riguarda il loro rapporto con i dB sviluppati dai pezzi di batteria nei vari brani. ".....il problema e' che ogni batterista ha il suo tocco e di conseguenza il suo volume quindi la prova sarebbe completamente inutile.
Ragazzi c'e' poco da fare: se il batterista pesta come un fabbro ed il chitarrista vuole un suono pulito deve microfonarsi o passare a testate piu' potenti....l'utilita' di queste testate e' che ormai hanno tutto quello che serve per essere interfacciate con il PA anche se non hanno cassa
Rispondi
di FilippoCozentino [user #47989]
commento del 14/01/2018 ore 19:20:4
Il prezzo è davvero bassissimo.
Rispondi
di Jijio89 [user #48378]
commento del 01/06/2018 ore 00:04:20
Ciao! Ottima recensione grazie mille! Sto valutando l'acquisto di questa testata ma, per problemi economici, ho qualche problema ad acquistare una cassa "seria" da collegarci. Le due alternative che per il momento mi posso permettere sono: una cassa Blackstar HT110 usata oppure la possibilità di collegare la testata tramite l'uscita XLR ad un mixerino che ho già (yamaha AG06) e comprare una coppia di casse da studio (monkey banana?).
Non avendo esperienza nè con una cassa con cono da 10 nè con un'uscita diretta da mixer volevo chiedervi se potevate darmi qualche consiglio riferito alla peavey classic 20.
Grazie!
Rispondi
di Jijio89 [user #48378]
commento del 14/05/2019 ore 00:45:11
Ciao! Scrivo questo commento adesso che la Classic 20 ce l'ho ormai da 6 mesi e ho avuto modo di provarla come si deve.
Come è scritto nell'articolo la Peavey è davvero versatile: io ho una strato a cui ho messo l'humbucker al ponte e passo senza problemi dai puliti dei Police al fuzz di Hendix.
Per questo non sono qui a tesserne le lodi (se le merita tutte) ma ad evidenziarne qualche "difetto".
Innanzitutto il footswitch non seleziona contemporaneamente tutte le funzioni, ma dipende dall'ingresso in cui viene inserito: in uno seleziona canale\boost e nell'altro loop\riverbero. Forse acquistandone un altro si possono usare entrambi gli ingressi ma ad oggi non ho ancora avuto risposta dal customer service.
In ogni caso avere due footswitch diventerebbe parecchio scomodo. Trovo però che questo sia un errore che può condizionare alcuni: perchè dover rinunciare al canale OD per poter usare un delay inserito nel loop?
L'altro problemino che ho notato, e che proverò a risolvere portandola da un tecnico, è il boost: la differenza di volume tra il canale normale e il canale con in boost (che essendo inserito nella testata lavora come un boost volume puro inserito nel loop s\r) è eccessiva. Più di una volta mi sono trovato ad attivarlo per il solo con una botta di volume incredibile per cui uscivo troppo dal mix e specialmente per un fonico non è il massimo. Sul canale pulito questo problema si nota meno, ma sugli overdrive a volte crea qualche intoppo.
Inoltre, senza voler essere antipatico, segnalo che nei video di Quaini le scritte non sono giustissime: Quando si è sul primo canale, quello clean, l'unica manopola che funziona è la prima, in pratica il volume. Forse Quaini stava suonando in modalità 1 Watt per avere quella saturazione sul primo canale, perchè l'unico modo per farlo crunchare a 20 watt è inserire un overdrive od un clean boost (io con EHX Soul Food vado benissimo.) prima di entrare nella testata. Stessa cosa per il secondo canale: il volume ed il gain sono dati dalla combinazione dei pot PRE e POST ed il primo pot del volume pulito non è attivo. Probabilmente sono errori di grafica ma ho pensato fosse meglio scriverne per mettere in guardia futuri compratori.
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