Il Bias Delay e il Bias Modulation sono due pedali per chitarra interamente programmabili via software. Al loro interno c'è lo stesso cervello che alimenta il plugin Positive Grid Bias Pedal, e consentono di portare sul palco la potenza e la flessibilità di un sistema digitale avanzato capace di alterare ogni singolo elemento dei circuiti simulati.
Dall'equalizzazione in ingresso e in uscita fino alla compressione e l'headroom provocata da diversi tipi di alimentazione, i pedali Bias promettono pane per i denti di ogni smanettone del suono degno di questo nome, e noi abbiamo voluto provarli sul campo per scoprire se sono all'altezza delle aspettative.
Aperto l'elaborato packaging Apple-style che custodisce i pedali Bias, ci si trova davanti a un elegante chassis in metallo. A dispetto del gran numero di controlli e connessioni a bordo, il contenitore è relativamente compatto e fa la sua figura in pedaliera grazie a un'estetica pulita e azzeccata, dove a connotare ogni modello è il colore della porzione in alluminio spazzolato in cima.
Il pannello dei comandi appare simile per Delay e Modulation.
In basso, tre switch consentono di richiamare i preset memorizzati e un quarto funge da tap tempo. I pulsanti di accensione possono sia attivare un buffer quando si disinserisce l'effetto sia lavorare come true bypass puri, per preservare l'integrità del segnale analogico fino all'uscita.
In quanto controparti hardware di un moderno sistema di modeling virtuale, i pedali sono dotati di connettività all'altezza di un dispositivo da studio di registrazione.
Due due ingressi e due uscite consentono collegamenti stereo, e prese MIDI permettono di controllare i suoni in remoto o sincronizzare le macchine con un MIDI clock.
La presa USB ha il doppio compito di alimentare gli stompbox - in alternativa all'alimentatore da 9 volt incluso nella confezione - e collegare gli effetti a un PC per personalizzarne i suoni ben oltre i vincoli dei potenziometri sullo chassis. L'editing avviene mediante il software Bias Pedal, il cui download è incluso con l'acquisto di ogni pedale, e per gli utilizzatori di iPad è disponibile anche la app per mobile. In questo caso, la connessione ha luogo senza fili, via modulo wireless.
Con il software Bias Pedal, il campo d'intervento affidato al musicista è estremamente ampio. Dallo schermo è possibile modificare l'equalizzazione a monte e a valle del circuito, modificare l'alimentazione, i moduli veri e propri relativi all'effetto e alterare ogni dettaglio progettuale fino a replicare le esatte caratteristiche dei propri effetti preferiti - molti dei quali già ricostruiti dai programmatori - o crearne di nuovi.
Una volta salvati i propri effetti preferiti negli stompbox, i pedali diventano del tutto autonomi. Possono essere insomma inseriti in pedaliera e usati come un normale pedale per chitarra conservando ampio margine di personalizzazione sul suono grazie alla bellezza di sette manopole e un selettore a tre vie.
Su entrambi i modelli, i potenziometri si rifanno agli standard per le rispettive categorie, rendendo tutto molto intuitivo.
Il Modulation monta controlli di Depth, Rate, Intensity, Tone, Tweak 1 e Tweak 2. Questi ultimi due cambiano ruolo a seconda della modulazione scelta. Vi si affiancano un Level per il volume generale e uno switch LFO per scegliere una forma d'onda tra sinusoidale, quadra e triangolare.
Il Delay ha invece regolazioni di Mix, Feedback e Time. Che si voglia ricreare un echo d'annata o spaziare in territori più sperimentali, aggiungere una modulazione a un delay è sempre una buona idea, e qui entrano in gioco le manopole di Mod, Depth e Rate. Non manca il selettore per la suddivisione ritmica basata sul tap tempo tra semiminima, croma puntata e croma terzinata.
Ultimo sulla destra, il potenziometro Reverb gestisce l'intensità di un riverbero azionabile su qualunque effetto in ballo. L'aggiunta risulta particolarmente gradita per rendere il Bias Delay una vera macchina da ambienti a tutto tondo, a prescindere dalle precise necessità del suo utilizzatore.
I due pedali Positive Grid colpiscono piacevolmente. La conversione in digitale non fa avvertire il suo peso sulla dinamica e sul dettaglio sonoro, e anche al tocco risulta tutto molto naturale. La palette di suoni a disposizione è pari a quella di un VST di buon livello, quindi pressoché illimitata, e l'interfaccia immediata scelta per l'hardware fa sì che anche anche il più tradizionalista dei musicisti non fatichi a entrare in sintonia con il Delay e il Modulation.
Se la quantità di comandi presenti sull' poteva sconfortare gli amanti dei pannelli spartani, i pedali Bias non soffrono dello stesso inconveniente. Qualora sette manopole e quattro switch fossero troppi, Positive Grid ha comunque pensato delle alternative più compatte e anche più accessibili sul piano finanziario, . Se siete in procinto di assemblare la vostra prossima pedaliera e avete bisogno di tanti suoni in poco spazio, con una qualità apprezzabile e una flessibilità da plugin d'ultima generazione, il Positive Grid e il potrebbero fare proprio al caso vostro: rivolgetevi al negozio più vicino servito dalla e provateli, non ve ne pentirete. |