Modulare il suono di uno strumento musicale con la voce umana è un vecchio pallino di molti inventori. Dal talkbox al vocoder, le discografie sono costellate di esempi celebri e, restando nell'ambito chitarristico delle soluzioni "a tubo", è non si può non citare l'uso che ne hanno fatto artisti come Peter Frampton, o i Bon Jovi di "It's My Life" e i Guns n Roses di "Anything Goes".
L'attenzione del grande pubblico si sarà pure spostata sul talkbox dopo gli anni '70, ma per scovare i primi esperimenti sulla categoria bisogna andare indietro di almeno altri trent'anni.
Tra i primi, forse il primo, a stravolgere il suono delle sue corde con una bocca umana usata a mo' di cassa armonica è stato Alvino Rey. Il virtuoso del banjo, della chitarra e della lapsteel era anche un fine innovatore. È ricordato come uno dei primi chitarristi elettrici in assoluto, e tra i suoi primati c'è anche quello di aver registrato un brano in cui il suo strumento "canta".
Nel 1944, Alvino e la sua orchestra registrano una versione di "St. Louis Blues" con un ospite speciale. È una curiosa (e alquanto inquietante) marionetta di legno dalle fattezze di una piccola chitarra, si chiama Stringy e duetta letteralmente con il cantante per poi sfidare il clarinettista in una serie di scambi.
Alcuni raccontano che lo stratagemma consistesse in un talkbox primordiale, dove il suono dell'amplificatore di Alvino veniva convogliato in un tubo con all'altro capo sua moglie, nascosta dietro le quinte, a trasformare in parole il suono della lapsteel mimando le sillabe. Il tutto sarebbe poi stato ripreso attraverso un microfono da gola a carbone.
Alvino comunque non svelò mai il suo trucco, e ci sono altre teorie a riguardo. La più accreditata vede l'utilizzo di un Sonivox, apparecchio commercializzato a partire dal 1940 circa che consisteva in due piccoli altoparlanti poggiati contro il collo. L'operatore si limita a mimare le parole per darvi forma, mentre la voce è offerta dallo strumento che viene riprodotto attraverso gli altoparlanti.
Il Sonovox non è mai diventato davvero diffuso in musica, ma è stato impiegato più volte in spot pubblicitari e nel cinema. La stessa tecnica è stata usata per far "parlare" il treno in Dumbo ("I think I can, I thought I could").
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