Il Saint Louise College vanta una collana di libri che abbraccia ogni genere di argomento didattico ma, nonostante una collezione così vasta, riesce nuovamente a sfornare un libro con un approccio tutto nuovo all’improvvisazione.
Dario Lapenna, docente presso il Saint Louis dal 1989, vanta una carriera musicale trentennale, spesa tra Frosinone e Los Angeles formando centinaia di allievi e partecipando come turnista a lavori con artisti come Dave Liebman, Steve Grossman, Bobby Watson, George Garzone, John Mosca, Massimo Urbani, Stefano Di Battista, Javier Girotto, Roberto Gatto, Fabrizio Sferra, Ettore Fioravanti, Nicola Stilo, Giancarlo Maurino, Joy Garrison. I suoi studi passano dal corso arrangiamento al Conservatorio di Frosinone fino al diploma al D. Grove” Music Institute di Los Angeles, dove ha suonato come chitarrista residente nel quintetto USA del trombettista Fabio Morgera.
Il manuale è un vero e proprio trattato in sei capitoli che unisce la tradizione classica a quella moderna, per un approccio all’improvvisazione del tutto nuovo.
L’introduzione si dedica a guardare la chitarra e la sua tastiera come un vero e proprio “pianoforte a mani separate” dove, come recita il capitoletto 13 “gli schemi sono come le rotelline”. Viene ribadito come la tradizione classica della chitarra si possa ritrovare in un futuro polifonico che pone le basi nel contrappunto, pratica spesso sconosciuta ai musicisti moderni.
Si entra però subito nel vivo della trattazione guardando subito ai modi, tanto cari ai jazzisti, ma con un approccio che si divide in verticale e orizzontale, per poi sfociare nel misto, per finire nell’armonia parallela partendo dai bicordi fino alle scale simmetriche.
Se il terzo capitolo affronta un tema all’apparenza più facile, le corde a vuoto, dal quarto si finisce subito nel contrappunto a due voci, argomento che può mettere in difficoltà anche i musicisti più esperti.
Per chi non si è mai cimentato, la tecnica contrappuntistica con le sue regole e le sue peculiarità può aprire davvero un mondo nuovo. Il moto parallelo, obliquo e contrario vengono affrontati separatamente per poi essere utilizzati nell’improvvisazione con il capitolo cinque.
Il sesto ed ultimo capitolo tratta invece una pietra miliare del mondo classico, il basso Albertino, tanto caro a Mozart e ai compositori del periodo classico, ma intrigante anche per chi imbraccia uno strumento che di classico non ha nulla. Gli accordi spezzati sono poi l’ultimo punto incontrato prima delle appendici che meriterebbero una recensione a parte da quanto son ricche e complete.
Il Trattato di Improvvisazione Polifonica per Chitarra di Dario Lapenna non è un libro di pronta beva. È per musicisti navigati, che hanno già affrontato molte delle tematiche relative all’improvvisazione, ma che vogliono approcciare un mondo nuovo, diverso, antico ma allo stesso tempo con un sacco di connessioni con la musica moderna. È un libro da avere e analizzare con molta, moltissima calma.
Il , edito da Volontè & Co. |
VINTAGE VAULT
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