Forse ho qualche malattia strana se ascoltando "suonare suonare" della PFM mi scappa sempre da piangere?
Penso alla mia adolescenza, al mio esser stato per anni un po' "sfigato", ovvero non nel giro dei "fighi", all'evasione che mi procurava e mi procura la musica, il perdere il senso dello scorrere delle ore prendendo in mano gli strumenti, a quanto sia bella la Musica e la passione che prende visceralmente chi l'adora, in ogni sua forma e tonalità; viaggiare e sentirsi finalmente se stessi, un po' onnipotenti come Bastian nella Storia infinita, timonieri di un'astronave capace di fare rotta verso ogni luogo ed ogni sentimento, in giro per lo spazio ed il tempo.
Incastrare liberi da regole mattoncini che dovrebbero seguire delle regole ben precise, e però così funziona meglio, come un cuore che ogni tanto salta un battito o una strada che ad un certo punto gira a destra e inizia a salire una montagna con un sacco di tornanti, un'onda improvvisa nel mare calmo che poi no, alla fine si sgonfia, era solo un'attimo di paura.
Parlare veramente, nel profondo, con chi è insieme a te, proponendo la tua rabbia, la sua calma, la sofferenza e l'allegria e farli volare in alto, fino a far diventare tutti individualmente un unico solo, magari unendo caratteri e pensieri inconciliabili.
E se si suonano i fustini del Dixan o il Mesa/Boogie è uguale, la Musica trova sempre la sua strada.
Suonare, gente, suonare. |