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Piccole, potenti e italiane: Raw Dawg EG
Piccole, potenti e italiane: Raw Dawg EG
di [user #12444] - pubblicato il

Made in Italy è artigianato, ma anche realtà industriali di qualità. La mini-testata Raw Dawg è il frutto della collaborazione tra DV Mark ed Eric Gales.
Tanto la Stalker evidenzia con orgoglio le proprie origini artigianali, tanto questa testatina (l'ultima uscita in quella che ormai è una linea ampia che offre minitestate per tutti i gusti) tradisce una natura industriale. Lo chassis nero fa molto "consumer electronics" e, se non fosse per la facciata in plexiglass con il lettering dorato (che tra l'altro evoca nostalgie di Binson e Davoli) e la presenza di ben cinque  manopole chicken head, la si potrebbe scambiare per un decoder o un lettore di DVD. Il peso è contenutissimo (sempre sotto i tre chili) e la costruzione, a dispetto dell'italianissima progettazione, è orientale come quella del vostro smartphone (ma un ulteriore controllo qualità avviene a S. Giovanni Teatino presso DV Mark).

Piccole, potenti e italiane: Raw Dawg EG

"Raw Dawg" è il soprannome di Eric Gales (EG appunto), chitarrista rock blues americano forse non molto noto da noi ma considerato da chi se ne intende (tipo un certo Bonamassa) uno dei migliori chitarristi al mondo, almeno nel suo genere. Visto che a me le classifiche non piacciono (e non solo perché risulterei ultimo) la cosa non mi impressiona, ma visto che il buon Eric afferma di aver avuto un ruolo attivo nella scelta delle caratteristiche funzionali dell'amplificatore sono andato a sentire un po' di clip e devo dire che il signore in questione non solo è davvero bravo, ma di suoni di chitarra se ne intende.

Come già anticipato, la Raw Dawg è una monocanale dedicata ai suoni puliti. I controlli si limitano a un volume, toni alti, medi, bassi e riverbero (anche qui digitale, che vuole essere una simulazione di riverbero a molla). Il preamplificatore sfrutta anche una valvola 6205 (una piccola valvola per uso militare usata da Seymour Duncan nella sua linea di overdrive Twin Tube di qualche anno fa e in alcune testate Mark Bass). La potenza dichiarata è di 150 Watt su 8 Ohm (250 su 4). Come  la Stalker è dotata di loop effetti (questa volta post riverbero) e di due uscite per altoparlanti collegate in parallelo (sicché con entrambe le testate collegando due casse da 8 Ohm si avrà un incremento di potenza dovuto al carico di 4 Ohm), in più c'è un'uscita di linea (post riverbero, pre loop, senza simulazione di cabinet) per utilizzare la testata come preamplificatore. È presente una piccola ventola per il raffreddamento (che come le alette della Stalker fa pensare a noi profani che i transistor per suonare bene devono scaldare come le valvole).
Il prezzo è di poco inferiore ai 500 euro.

Piccole, potenti e italiane: Raw Dawg EG

La prova è avvenuta utilizzando le stesse casse, gli stessi pedali e gli stessi strumenti già usati per la Stalker.
A dispetto di quanto dichiarato dai rispettivi costruttori, non vi è un'apparente differenza di potenza tra le due testate e anche qui la sensazione, per feel e volume, è quella di essere collegati ad un valvolare di almeno cinquanta watt. Il suono è caldo, corposo e nello stesso tempo nitido, tridimensionale come solo un buon valvolare può essere. L'impressione è di essere collegati a un blackface d'epoca (ne ho provati, ve lo assicuro), se non fosse per il riverbero granuloso che tradisce la sua origine digitale. Rispetto a tutte le emulazioni digitali che ho provato della stessa tipologia di suono, qui c'è una complessità e una pienezza che non avevo mai sentito. Un confronto, seppur frettoloso, con la testata DV Little GH 250, tutta allo stato solido, mi fa pensare che la valvola nel pre non è un placebo come in tanti altri amplificatori ibridi, ma fa la sua bella parte (infatti è appena uscita una nuova versione della Little GH 250 dotata della stessa valvola).
I controlli di tono funzionano come si aspetterebbe chiunque abbia avuto a che fare con un valvolare di stampo blackface e anche qui a volume più alto e con pickup più potenti l'amplificatore si comporta come un vero valvolare.

Eric Gales usa molto i pedali, e la Raw Dawg è stata dichiaratamente progettata per quest'uso, pertanto i risultati della prova con i pedali non possono che essere soddisfacenti confermando, se mai ce ne fosse bisogno, che un suono pulito stellare (come anche quello della Stalker del resto) è la base ideale per l'utilizzo dei pedali e che lo scopo di un amplificatore non è solo quello di fornire volume.



Entrambe le testate non solo hanno superato le mie aspettative da quarantennale scettico del solid state, ma hanno suscitato curiosità ed entusiasmo in tutti i chitarristi che le hanno viste e sentite. La qualità delle timbriche (sia di quella personalissima e ulteriormente personalizzabile della Stalker, sia di quella più familiare e rivolta alla tradizione della Raw Dawg) è eccezionale.
La sensazione, non solo a livello uditivo, è quella di essere collegato a un valvolare di qualità. Le dimensioni ed il peso contenuto, la silenziosità e la potenza ragguardevole non sono più ottenibili solo a costo di un compromesso con la qualità del suono e questi amplificatori (e tutti i loro concorrenti) potrebbero essere la soluzione ideale per moltissimi musicisti sia professionisti sia dilettanti alla ricerca di un amplificatore di buona qualità, prima ancora che pratico.
Inoltre i costi tutto sommato contenuti (stiamo parlando di prodotti che nella loro tipologia si possono considerare in cima alla gamma disponibile sul mercato) permettono di considerarne l'acquisto anche solo come alternativa leggera e agile o come amplificatore di riserva per chi già possiede uno o più valvolari. Per quanto mi riguarda sono stato così soddisfatto della prova che ho acquistato una delle due (non vi dirò mai quale, ma posso dire di essere stato per lungo tempo indeciso) tradendo le beneamate valvole per la prima volta.
amplificatori dv mark eric gales gli articoli dei lettori raw dawg eg
Link utili
Southern Amps The Stalker Custom
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 23/04/2018 ore 08:18:30
Uagliù mi dispiace ma per me DV MARK è "ASSOLUTAMENTE NO", come sempre.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 23/04/2018 ore 13:38:05
Se il NO è così ASSOLUTO spiegaci perché, altrimenti tienitelo per te.
Ho condiviso le mie impressioni su due prodotti a mio parere interessanti di per sé e come esempi di una evidente tendenza di mercato, e le impressioni sono state positive su tutta la linea per entrambi i prodotti. Se tu la pensi diversamente spiegaci il motivo. Se è un no incondizionato a un marchio ma non ci spieghi le ragioni e magari non hai mai provato lo specifico prodotto penso che il tuo no non interessi proprio a nessuno.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 23/04/2018 ore 14:10:09
Hai assolutamente ragione, scusami. E' che è un periodo un po' particolare per me e non ci ho pensato. Sai cosa mi fa dubitare proprio tanto? I wattaggi esagerati e la dicitura "MARK PROPRIETARY TECHNOLOGY" ai finali. Cioè pensiamoci un attimo: 250 watt su 4 ohm e 150 watt su 8 ohm. Come li eroga? Come li genera? In che classe funziona questo apparecchio? Allora mi si accende una lampadina ed è quella che mi fa sospettare che DV MARK sia per l'amplificazione per strumenti un po' quello che fa CAROTONE con l'HIFI e che tutto il fatto sia un'enorme operazione commerciale. Certo... non ho mai visto uno di questi micro smontati ma solo le testate valvolari più tradizionali DV MARK e pure in quel caso la costruzione non mi è piaciuta molto: SMD dovunque e valvole solo per fare luce nello chassis. Certo è che i miei dubbi sono supportati dalla presenza del ventolone dietro. Un CLASSE D o T. Efficientissimi se ben dissipati ma inventati per rendere l'amplificazione quanto più semplice ed economica sia possibile. Però va bene se la cosa costa quanto deve costare. Cento, duecento euro e già è assai. Cioè non so se mi spiego. Un modulo di amplificazione cinese come quello che suppongo sia stato integrato in questo apparecchio costa trenta o quaranta euro. Insomma... troppi dubbi, troppe spiegazioni vaghe. Certo se ti piace ti piace e se ti ci trovi bene ti ci trovi bene e a dire il vero ne sono anche contento. Ma io, personalmente, un DV per questi motivi non lo comprerei mai e poi mai.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 23/04/2018 ore 16:03:42
Proprio perchè ho parlato a lungo con Giovanni, alias Svalvolman, prima di scrivere l'articolo ho pensato bene di fare lo stesso anche con DV Mark, ed ho assunto informazioni in proposito. Mi hanno garantito che i finali sono di loro progettazione originale e che usare lo standard commerciale in classe D usato da tutti comporterebbe loro un notevole vantaggio economico ma a scapito dell'affidabilità. Non penso che la loro tecnologia proprietaria sia qualcosa di rivoluzionario, ma certamente non integrano un modulo di amplificazione cinese standard. Non ho mai smontato una loro testata e anche se lo facessi ci capirei poco. Ho invece suonato un'infinità di amplificatori per chitarra valvolari e non, vintage e nuovi, economici e costosissimi, e ti devo dire che in assoluto (intendo dire non in relazione al prezzo, al peso o ad altro, ma in base alla semplice resa sonora complessiva: timbro, dinamica, versatilità) le due testatine in prova mi sono piaciute moltissimo, ed entrambe hanno qualcosa di speciale che non è dato di trovare sempre. Come ottengono questi risultati? Non lo so, e in fondo mi interessa poco, il fatto è che li ottengono, e anche ad un prezzo competitivo. Potrebbero costare di meno? L'ha già detto Svalvolman: due pezzi di legno, un po' di filo di rame, dei magneti, delle parti metalliche apparentemente identiche: cosa distingue una custom shop da una copia cinese? Quel qualcosa è quello che fa la differenza. Aggiungo, come ho già scritto nell'articolo, che ho voluto fare un confronto, seppur frettoloso, con altri prodotti DV Mark e la Raw Dawg sembra veramente avere qualcosa in più, almeno per i miei gusti. Questa (come la Stalker) non è solo un amplificatore pratico, potente e leggero: è un amplificatore con un gran suono, il che per me fa la differenza.
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 23/04/2018 ore 16:07:47
Ovvio... e mi fa molto piacere, sinceramente. Però, purtroppo, i dubbi mi restano a malincuore. Perchè se dovessi decidere di dare i miei soldi a qualcuno preferirei darli ad un'azienda italiana. Dovrei vederlo smontato e vedere cosa monta internamente ma, in tutta sincerità, dubito fortemente di trovare qualcosa di diverso dai soliti integrati tanto conosciuti e tanti tanti componenti smd.
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 23/04/2018 ore 16:34:42
Sui componenti SMD ci azzecchi di sicuro, ma ormai quelli li usano anche in pedali asseritamente boutique come i J Rockett (prova ad aprire l'Archer). Sui soliti integrati ti devo contraddire (Parsek ha sfondato in tutto il mondo con i prodotti Markbass e se spacciasse per tecnologia proprietaria un finale standard sarebbe già stata sbugiardata sulla stampa specializzata internazionale e su internet da anni). Certo la costruzione a componenti discreti di Svalvolman è più rassicurante al punto di vista dell'affidabilità e del valore aggiunto, ma sono entrambi prodotti che ad un dato prezzo devono garantire un profitto, e che in più devono fare i conti con il solito pregiudizio valvolare.
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 23/04/2018 ore 16:40:57
Ah no sul fatto del valvolare sfondi una porta aperta. Io sono uno che ama mettere in discussione le "certezze". Tant'è vero che non sono assolutamente per il valvolare a tutti i costi, anzi... ben venga un digitale se suona bene e ce ne sono. Ma non sarebbe un problema nemmeno il classe D in effetti. Il problema è il prezzo che non è in linea con la tecnologia che, ti ripeto, è stata messa a punto come tecnologia rivoluzionaria in quanto efficientissima ed economicissima. Avrei voluto ammettere anche 300 euro. Ma qua saremo sicuramente molto oltre.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 23/04/2018 ore 18:03:4
Non di troppo, Muddy. I 50w vanno via per 299, questo in articolo si trova a 399, con un po' di pazienza. Mi sembrano prezzi assolutamente ragionevoli. Per quanto mi riguarda, se suona bene ed è affidabile, ci possono mettere dentro pure la marmellata. Se il suono mi piace davvero son disposto a spenderci quel che devo... E ti assicuro che di suonare suonano. Se già i modelli più basilari vanno benone, questo sarà sicuramente su un livello davvero elevato in fatto di suono. Diciamo che nella loro fascia hanno davvero poca concorrenza...
Rispondi
di MuddyWaters [user #47880]
commento del 23/04/2018 ore 18:08:59
E pure a te... chi può darti torto? Se ti piace... ti piace.
Rispondi
di aleck [user #22654]
commento del 23/04/2018 ore 10:31:19
La bestiola di Svalvolman non posso neanche immaginarla, non avendo metri di paragone per il suo lavoro ma questa DV Mark la immagino eccome! Se già le più modeste Jazz 50 e Micro 50 mi hanno colpito, questa non può che essere superiore... E ben specializzata su un suono specifico! Ottimo lavoro in DV Mark e con un buon rapporto qualità prezzo, anche.
Rispondi
di Skywalker8 [user #40706]
commento del 23/04/2018 ore 10:37:38
Maledetti, lo stanno facendo apposta perché sanno che sto pensando di comprare DV Mark!:)
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 23/04/2018 ore 16:40:48
Se sei indeciso sul modello, provale tutte, le differenze sono notevoli. E considera che i wattaggi dichiarati sono fuorvianti (tecnicamente ineccepibili, ma alle mie orecchie le testate da 250 watt a 4 ohm - che userai sempre con casse da 8 o 16, dunque con potenza ridotta - sembrano paragonabili ad un 50 valvolare, quelle da 50 a un buon 20 watt).
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 23/04/2018 ore 13:26:27
Ê un bel po che seguo questa testata; purtroppo scarseggiano i video..
comunque bella bella
Rispondi
di Baconevio [user #41610]
commento del 24/04/2018 ore 07:40:30
ne ho proposte una tonnellata.
tra le testate uscite negli ultimi 2/3 anni questa qui è sicuramente quella che mi ha maggiormente colpito, sembra davvero di avere sotto le mani qualcosa che non sia transistor...non so spiegarvi perché o per quale motivo ma è così. io stesso suono con una little 40 prima serie e ovunque mi sia capitato di suonare ho ricevuto complimenti per il suono. questa cosa di sparare sentenze non la sopporto....uscite di casa, toccate le cose con mano e POI, solo dopo, provate a buttare giù qualche idea.
Rispondi
di svalvolman [user #23788]
commento del 24/04/2018 ore 08:34:45
Sicuramente, la signature "Eric Gales" è uno dei modelli più interessanti della serie proposta da dv mark (per me il modello più convincente).
Eric poi è davvero un grande chitarrista.
Da riparatore, concordo con muddy waters nell'affermare che, purtroppo, i vari markbass e dv mark valvolari che mi sono passati tra le mani, mi hanno abbastanza deluso sotto il profilo costruttivo. Un combo 2x12 valvolare, avendo il canale distorto fuoriuso, ha richiesto il rifacimento di una intera sezione di preamp a "bordo zoccolo", perchè al di sotto di un gocciolone di silicone, le piste sottilissime della pcb si erano interrotte. E anche l' smd presente non aiuta.
Ad alcune testate per basso saltano finali (probabilmente una questione termica) e alimentatore, in quanto quest'ultimo non è protetto...
Lungi da me denigrare il costruttore, sia chiaro: dico solo che alcune scelte non sono state ponderate con il "margine" tecnico che dovrebbero avere apparecchi elettromusicali, vittime di sbatacchiamenti e usi e trasporti non sempre delicati.
Ma si tratta dei soliti compromessi industriali di produzione, niente di nuovo in fondo.
La cosa che in questo caso mi lascia pensare è la scelta della 6205. Optare per un tubo subminiatura (tubo non propriamente in produzione che io sappia, senza possibilità di inserire uno zoccolo e di base abbastanza delicato meccanicamente), potrebbe rendere particolarmente difficoltose eventuali sostituzioni future. Tutto quì.
Per il resto l'apparecchio in effetti fa quello che promette e suona davvero bene. Non nascondo che altri modelli della linea non mi sono affatto piaciuti, però è sempre una questione di gusti personali.
Il buon Marco è uno che la sa lunga, ha creato dei brand richiesti e riconosciuti a livello mondiale ed è anche un gran lavoratore, sempre sul pezzo. Un imprenditore da ammirare secondo me. Ben venga la sua presenza ad offrire varietà italica al mondo della strumentazione
Rispondi
di pierinotarantino [user #29514]
commento del 24/04/2018 ore 10:02:05
Ho avuto il multiamp per due anni ‘suonati’. Mi sono trovato bene. Hanno un contatto col musicista. Si mettono a disposizione. Alcune scelte sono incomprensibili ai nostri occhi, ma fanno parte del disegno industriale, ci devono guadagnare e pagare il musicista endorser. A me dvmark piace a metà e adesso sono tornato al valvolare con un fender supersonic 60. Una decina di valvole e si sente la differenza. Certo sono anche quasi 30 kg da trasportare e la cosa più scandalosa, è che fender su un prodotto di fascia alta come il mio, usa dei cavettini scandalosi per collegare il cono e il reverbero a molle. All’interno mi aspetto lo stesso trattamento. E piangersi un cavetto da $2 è davvero penoso.
Rispondi
di svalvolman [user #23788]
commento del 24/04/2018 ore 10:39:19
Ecco. Quando io dico che non condivido alcune scelte progettuali e costruttive, intendo proprio questo. I compromessi industriali tra qualità e costi e tutto il resto esistono e sono inevitabili, però a volte queste vanno a totale discapito dell'apparecchio. Un esempio: marshall jcm2000 prima serie. La pcb principale, dove sono montate valvole di pre e finali, era in un materiale tipo formica (molto economico, rispetto alla vetronite). Ebbene, con le temperature sviluppate dai tubi e col tempo, la maggioranza di essi ha avuto gravi problemi di isolamento elettrico... In pratica le coppie e i quartetti di finali, morivano che era una bellezza. Parliamo anche di uno, due giorni e poi kaput!
Poi, dopo tempo, con la seconda serie, Marshall ha corretto la produzione. Meno male per loro
Rispondi
di Aynrand [user #35588]
commento del 24/04/2018 ore 11:52:01
Possiedo da tempo, una bellissima ed economica micro testata ibrida (valvola CK534AX) 30W a 8ohm, FX loop, Il tutto contenuto nelle classiche dimensioni dei pedalini MXR e inoltre è fatta a Brescia a livello (credo) semi amatoriale. Solo canale clean, ovviamente.
Ne sono stracontento e mi sono liberato di tutto il resto, ad eccezione di un ampli x backup, inoltre i finali in classe D se non collegati alla cassa si auto bypassano e diventano automaticamente dei preamplificatori pronti all'uso.
L'unica cosa di cui sento la mancanza, è proprio di quella puntina di drive tipica dei monocanale con gain e master volume, non è una questione di valvole, perchè in una sala prove della zona c'è un piccolo Quilter che quel lavoro lo fa egregiamente e di valvole non ne ha neanche una.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 24/04/2018 ore 15:15:29
Ciao, da qualche tempo sto cercando una testata "da pedaliera" e mi incuriosisce il tuo intervento: su mm ho trovato una cosa simile a quanto citi, ma non trovo alcuna indicazione del produttore e mi secca acquistare usati strumenti che hanno parti deperibili come le valvole. Puoi aiutarmi?
Rispondi
di Aynrand [user #35588]
commento del 24/04/2018 ore 16:56:12
Ciao, è possibile che si tratti dello stessa testata, su mm spesso chi produce a livello amatoriale classifica i propri prodotti come usato, altrimenti dovrebbe registrarsi come artigiano e credo che la cosa comporti degli oneri.
In ogni caso, se vuoi posso inviarti un messaggio privato con il link alla pagina mm del produttore.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 26/04/2018 ore 09:24:31
Ciao, ti ringrazio molto se potrai inviarmi il link perchè non trovo molto e l'unica soluzione decente che mi si prospetta è l'acquisto di un pre tipo i minimooer ed un finale sempre mooer, ma se trovo una soluzione unica preferisco.
Grazie e ciao
Rispondi
di Aynrand [user #35588]
commento del 26/04/2018 ore 10:15:05
Fatto ;)

Rispondi
di PARAPA [user #6127]
commento del 27/04/2018 ore 14:03:43
Ciao,

Bella.
Se eroga la potenza dichiarata, si rivela utile in senso musicale e non si guasta al primo accidente elettronico, ben vangano questi prodotti.
Perchè no?
Dopotutto, non è dichiarata come concorrente dei tubes più blasonati o alternativa a chissà quale modello.
Un prodotto, secondo me, che può rivelarsi utile.
Molto utile.

Ciao,
Pa
Rispondi
di scrapgtr [user #12444]
commento del 27/04/2018 ore 15:01:40
Commento centrato. Come ho già detto nell'articolo non si deve immaginare una potenza spaventosa: i 150 watt a 8 ohm rendono come i 50/60 watt di un onesto valvolare con due 6L6 o EL34, vale a dire quanto serve al chitarrista medio in qualsIasi situazione. Aggiuno che dopo l'articolo ho avuto modo di testare la Raw Dawg dal vivocon una cassa 1x12 in un piccolo locale pieno e con pubblico rumoroso con una band comprendente un altro chitarrista (il proprietario della testata dell'articolo), tastiere, basso e batteria, e la resa è stata ottima senza la necessità di microfonare.
Rispondi
di svalvolman [user #23788]
commento del 28/04/2018 ore 09:33:10
Esattamente. Un prodotto industriale o artigianale che sia, ha come primo requisito quello di "mantenere le promesse" in termini di uso e affidabilità. Il suono è quasi sempre relativo, appannaggio di gusti personali, strumentazione annessa e genere suonato. Se queste caratteristiche si ottengono con smd, integrati e diodi, ben venga lo stesso. Sarà il costruttore a farsi carico delle responsabilità verso l'acquirente. Altra cosa da ribadire, molto importante, è che ci sono molti apparecchi che non si propongono di emulare, sostituire o soppiantare le valvole ma, di ottenere delle ottime caratteristiche al servizio del musicista. Se si vuole, si possono chiamare "simili" oppure "alternative" ai sistemi valvolari. Per cui è sempre buono porsi in maniera più obiettiva possibile verso queste proposte, quando queste sono realizzate con serietà professionale. Giudicare con orecchie e dita, questo è il miglior atteggiamento verso queste tecnologie ritenute "mediane". Le sorprese potrebbero essere molto illuminanti per molti
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