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Parola d'ordine: versatilità
Parola d'ordine: versatilità
di [user #116] - pubblicato il

Dalle esperienze come turnista in televisione, a fianco di Checco Zalone passando per la fitta attività come didatta e la produzione e promozione della sua musica inedita, come artista solista. Chitarra al collo, Andrea Palazzo è un musicista instancabile e versatile. Lo conosciamo meglio in questa lunga intervista, prima di ospitarlo per due ricche lezioni di chitarra solista.
Da vent’anni sei un chitarrista tra i più attivi nell’ambito della didattica. Quanto l’accesso a informazioni gratuite sul web ha condizionato
l’insegnamento e l’attitudine degli allievi?
Sicuramente ha cambiato radicalmente l’approccio allo studio; l’allievo o il chitarrista già formato che vuole aggiornarsi può andare a prendere, volta per volta, ciò che gli serve in quel dato frangente; però tale aspetto, se gestito in modo poco metodico e poco intelligente, può fare avere agli utenti una percezione distorta della didattica: porta a dare per scontato che - poiché tutto è online -  non sia più necessario confrontarsi con un insegnante reale. Invece, la figura di un maestro che face-to-face,  in carne ed ossa, ti dice cosa fare, come, quando e quanto studiare resta imprescindibile.

Tu hai studiato al Musician Institute di Los Angeles, al GIT. Ritieni che oggi un’esperienza del genere possa avere lo stesso peso di vent’anni fa?
Attualmente credo abbia un peso diverso.  All’epoca - io ci sono stato nel 1998 per un periodo di sei mesi - era una sfida: andare sul posto per nutrirsi di input che diversamente, stando a casa, non sarebbero mai arrivati. Erano anni nei quali per studiare lo stile dei chitarristi famosi non c’erano che le VHS didattiche: raramente, se non mai,  questi venivano in Italia per le clinic e non esisteva loro materiale n line.
Ovviamente, oggi come allora,  il rischio è di non arrivare abbastanza pronti e restare di rimanere travolti da informazioni e materiale che non si è in grado di gestire. Io ebbi avuto la fortuna di studiare, dai 16 ai 20, anni con Gianni Tamburelli, uno dei primi insegnanti italiani che aveva frequentato il GIT a fine anni ’80. Gianni  mi preparò per affrontare l’impatto “didattico-sociale” con quel tipo di realtà.
 Attualmente non so come si sia evoluto il Musician Institue. Ma, se si ha la possibilità,  suggerirei sempre di andare: ci sono grandi insegnanti e gli input sono infiniti.



Insegnare ha ancora un ruolo importante nella tua attività?
Direi fondamentale: adoro trasmettere agli studenti le mie conoscenze. Inoltre, insegnando, si può apprende molto anche dagli allievi che sono uno stimolo continuo a migliorare.
Insegno davvero molto, in varie scuole della Campania. Ma anche privatamente, via Skype o  con altri mezzi di videochiamata.  

Come didatta, ti preoccupi anche di organizzare a tua volta clinic e concerti. Per permettere ai tuoi studenti di entrare a contatto con grandi musicisti…
Sì, in questi giorni sto organizzando la clinic di Carl Verheyen.
Da poco c’è stato Michael Lee Firkins e a maggio verrà Peppino D’Agostino. 
Ho coinvolgo anche musicisti italiani come Daniele Gottardo…

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Come didatta sei attivo anche a livello editoriale: il tuo “Suonare nello stile di Joe Satriani” è un classico…
Sì, quel Dvd didatti fa parte di alcune  importanti pubblicazioni che ho realizzato con la storica Playgame Music.
Poi da tanti anni  curo la rubrica didattica  il “Lickantropo” su Guitar Club. 
Attualmente ho collaborato anche con Riff Axelerator. Ho realizzato la trascrizione del  lick dissonante di “Opus Pocus”,  un pezzo di “Perpetual Burn” il leggendario disco  Jason Becker. Questa trascrizione sarà inserita in un complete-pack contenente altre trascrizioni di Perpetual Burn.
E’ un lavoro importante perchè ha anche finalità  raccolta fondi per le spese che la famiglia Becker deve sostenere per le cure di Jason

Lavori molto come  dimostratore…
Sì, e il lavoro di dimostratore per un musicista  è  molto utile e interessante perché ti permette di visionare costantemente prodotti nuovi, studiarli e spiegarli durante le demo. Ti tiene costantemente aggiornato.

Quando hai iniziato a fare il dimostratore?
Ho avuto la fortuna e l’onore di diventare endorser Yamaha a partire dal 2000.  Debuttai come dimostratore in occasione del DISMA del 2000 dove  suonai in situazioni di live-band con due  super batteristi: Mariano Barba e Christian Meyer. Oltre a Yamaha oggi sono endorser e dimostratore anche di Line 6 (marchio comunque distribuito da Yamaha) e la napoletanissima Galli Strings che da oltre 100 anni produce corde di grande livello.

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Quali sono i prodotto che stai dimostrando al momento?
Helix, Variax, Revstar, le nuove Pacifica, gli ampli Spider V…Quello di Yamaha e Line 6 è un parco strumenti molto stimolante. Alla base delle demo che faccio c’è il tema “Tools for tomorrow’s musicians” strumenti per i musicisti del domani: si cerca di  fornire all’utente una visione globale di quello che può essere l’utilizzo dello strumento musicale combinato alle nuove tecnologie. Un approccio moderno, proiettato al domani e alla possibilità di contaminazione tra tecnologia e creatività.
Recentemente ho preso parte, insieme ad altri endorser Yamaha alle dirette della “Live Stream Week” presso il Promusic Theatre della sede Yamaha di Gerno di Lesmo (MB). Ogni endorser si è esibito in diretta con le novità più recenti ed interessanti di Yamaha e Line6. 
  
Hai suonato molto come session man in televisione. Raccontaci questo percorso.
Sì, ho suonato in trasmissioni TV come “Passaparola”, “Canta e Vinci”, “Io Canto”. Sono arrivato a queste esperienze in maniera graduale, partendo molto giovane: all’età di 16 anni iniziai a suonare con le primissime cover band o progetti inediti. Gran parte del merito va al mio primissimo maestro, Raffaele Battimelli - membro di una cult-band “elettro-pop” degli anni ’80 gli S-LIPS - che mi ha sempre spinto ad ascoltare attivamente tutto ciò che il mercato proponeva, sviluppando una forte propensione alla versatilità.
Con il tempo ed il crescere dell’esperienza, mi sono affacciato alla complessa scena musicale nei club. Suonavo con le cover band che in quel periodo  andavano per la maggiore nel territorio.  Da lì sono approdato ai primi tour nazionali: Finizio, Daniele Sepe, Osanna, Nino D’Angelo, Maria Nazionale… 

Come session man lavori anche in studio di registrazione?
Sì, moltissimo. Perché, chiaramente, a questo percorso turnistico ho sempre affiancato un’ intensa attività di studio che mi ha portato ad essere presente in più di 60 tra CD, DVD… Collaboro attivamente con la AC RECORDING STUDIO, una label con studio di registrazione che ha sede a Los Angeles, diretta da Alessandro Calemme, produttore arrangiatore,  mio concittadino e amico, residente negli USA da oltre 20 anni.  

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Tra le tante collaborazioni c’è anche quella con Checco Zalone…
Certo: ho collaborato con lui in occasione della trasmissione di Italia Uno “Canta e Vinci”, un quiz musicale andato in onda oramai nell’estate 2008.
C’era la live-band diretta dal mitico Maestro Luca Orioli  di Passaparola. Checco Zalone era co-conduttore  insieme ad Amadeus. 
Zalone oltre ad essere un comico eccezionale, è anche un ottimo e preparato musicista, soprattutto come pianista e chitarrista, infatti nei sound-check si divertiva con noi a fare pezzi come “Spain” di Chick Corea… inoltre è una persona molto umile e disponibile. Ho un bellissimo ricordo di quel periodo professionale.  

In tutto questo trovi il tempo per non trascurare la tua attività artistica come solista?
Certo ho sempre coltivato la mia attività da solista: in questa veste ho debuttato addirittura nel 1994 in un album distribuito in tutta Italia, chiamato “Nuovamente” che riuniva brani strumentali inediti di chitarristi emergenti.
Poi, assieme al batterista  Mariano Barba, abbiamo registrato un CD rock-fusion con una band chiamata E4. Di seguito ho realizzato “Ovunque…Wherever!” il mio primo vero e proprio album  solista, uscito con Azzurramusic di Verona.
Da ultimo, nel 2016 ha visto la luce “Seven” (etichetta Soundfly) prima fatica del mio trio funk rock strumentale ERT15  con Corrado Calignano al basso e Davide ferrante alla Batteria.

Non è facile vendere dischi strumentali…
Infatti, noi abbiamo voluto realizzare un disco che invogliasse all’acquisto: l’’album di sette pezzi è corredato da un DVD contenente i minus-one per chitarristi, bassisti e batteristi; nonché le partiture dei rispettivi strumenti (TAB incluse).  Un lavoro che unisce musica e didattica.

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