Batteria: 50 dischi fondamentali. Lateralus dei Tool
di Jonathan Vitali [user #46516] - pubblicato il 03 maggio 2018 ore 13:30
Danny Carey il batterista dei Tool è uno dei musicisti più apprezzati per l’abilità di suonare con naturalezza tempi dispari. Il suo modo di comporre ritmi sincopati complicati e di suonare con leggerezza poliritmie intricate è impareggiabile. Scopriamolo attraverso uno dei dischi più significativi della band, "Lateralus".
Questo disco esce con una falsa partenza. Nel Gennaio 2001 la band annuncia l’imminente pubblicazione del loro nuovo lavoro “Sistema Enchepale” con i titoli delle tracce. Siamo nel periodo storico in cui prosperavano i siti peer-to-peer di massa, Napster in particolare. Proprio questo portale viene letteralmente inondato di falsi file con il titolo dei brani di “Sistema Enchepale”. Così, nel febbraio di quello stesso anno, i Tool, consapevoli dell’accaduto, smentiscono quel titolo e annunciano l’uscita di Lateralus.
Lateralus è un lavoro percorso da variazioni di genere e molti cambi di ritmo e di dinamica. Convivono suoni apparentemente incompatibili, a volte psichedelici, che però vengono sapientemente collegati tra loro creando una miscela sonora emozionante. Rispettto ai precedenti lavori il basso acquista importanza e infittisce il lavoro di riffing e incastri con la chitarra. Il respiro generale del disco non è facile, le atmosfere sono sempre cupe e claustrofobiche. Ma ciò nonostante il disco ottiene un ottimo successo commerciale e diviene doppio disco di platino.
Alle pelli Danny Carey è il motore propulsivo del gruppo. All’età di dieci anni suona il rullante nella banda scolastica e a tredici si siede dietro a una batteria. Studia jazz mentre frequenta le superiori e percussioni indiane dopo l’università. Nella composizione delle parti di batteria dei brani dei Tool si notano molte di queste suggestioni. Nato nel 1961, viene influenzato dalle icone del classic rock. Ringo Starr, Jhon Bonham ma anche dai maestri del progressive come Carl Palmer, Terry Bozzio senza escludere i batteristi jazz come Elvin Jhones, Tony William e Buddy Rich. Carey è uno dei batteristi più apprezzati per l’abilità di suonare con naturalezza tempi dispari. Impareggiabile il suo modo di comporre complicati ritmi sincopati e di suonare con leggerezza complesse poliritmie.