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Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica
Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica
di [user #116] - pubblicato il

Pierpaolo Ranieri è un grande bassista che abbiamo apprezzato per il suo ottimo metodo didattico "Bass Therapy". L'abbiamo ascoltato dal vivo nel tour di Massimo Ranieri ammirandone la grande presenza di suono e la straordinaria versatilità. E proprio di suono, strumenti e -soprattutto - versatilità abbiamo parlato in questa chiacchierata con lui.
Sul palco con Massimo Ranieri hai un gran suono di basso. Che utilizzi?
Con Massimo abbiamo suonato in tutti i più grandi teatri italiani. Le dimensioni di queste location determinano  particolari caratteristiche acustiche e il basso è sempre uno strumento molto delicato. Così, l’esigenza è stata quella di scegliere strumenti e un set che aiutassero l’intelliggibilità delle mie parti. Il basso che utilizzo è un Lakland Darryl Jones a 5 corde, un basso con elettronica passiva e tastiera in acero, caratteristiche che aiutano proprio quell’intelligibilità di note che cercavo. La scaletta si divide equamente tra pezzi che suono con questo basso elettrico e pezzi che suono con il contrabbasso; 
Per il basso elettrico utilizzo due linee: la prima è pulita attraverso una D.I. “Bruco” (un vero maestro dell’elettronica che mi ha fatto conoscere Massimiliano Rosati); la seconda linea, invece, passa per un Sansamp e viene miscelata alla prima.

Che corde hai montato sul basso?
Corde D’Orazio con scalatura 0.45/1.25. E’ una ditta con cui lavoro da tanti anni, a dimostrazione della stima che ho per i loro prodotti fantastici. 

Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica

Le cambi spesso?
No, ed è un motivo in più per il quale le ho scelte. Facciamo tantissime date e queste corde durano a lungo e non perdono suono. Sono ormai parte fondamentale del mio sound.

Cosa c'è nella tua pedaliera?
Il repertorio di Massimo non prevede l’uso di particolare effettistica, per cui la scelta è stata piuttosto minimale;
per il basso utilizzo un pre Sansamp della Tech 21 solo per dare un po’ di corpo allo strumento, a seconda delle esigenze. Questo è preceduto da un compressore Cali76; non ho mai amato suonare con il compressore ma, devo dire, che con questa macchina un po’ mi sono ricreduto.
Nella pedaliera ho anche un Octaver che però uso solo su un pezzo. Anzi, ora che ci penso,  quel brano non è nemmeno più in scaletta, quindi credo che l’Octaver tornerà presto a casa!

Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica

Viceversa come gestisci l’amplificazione del contrabbasso?
Il contrabbasso è uno strumento che, ovviamente, in contesti grandi come questi teatri può soffrire, visti i volumi che si raggiungono.
Di conseguenza ho optato per un pickup piuttosto che utilizzare un microfono.

Cosa hai montato?
Il pickup che uso è un Bband che miscela due classiche posizioni: quella dell’underwood e quella del realist sotto al ponte. E’un pickup attivo che mi permette di avere un buon volume e, nello stesso tempo, pochissimi problemi di rientri, ovvero il classico problema che si riscontra con uno strumento acustico. Anche qui monto corde D’Orazio con scalatura medium.

Come ti sei organizzato per gli ascolti?
In questo tour, per quanto riguarda gli ascolti, usiamo le cuffie. Io utilizzo inear Earfonik a tre vie.
Non amo avere il basso troppo alto in ascolto, anzi, spesso molti si meravigliano di quanto lo tenga dentro al mix generale! 
Abbiamo un sistema Aviom con cui, ciascuno, in autonomia, si può gestire i volumi di tutti.
Da ultimo, ho una cassa Harke 4x4 che però serve solo a me per avere un po’ di movimento sul palco. Ma il volume è molto basso.

Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica

Questo che ci ha descritto è il tuo set ideale o l’hai assemblato ad hoc sulle esigenze di questa produzione?
Non ho un set ideale: cerco di adattarlo sulla base di quello che devo fare. Con Massimo Ranieri la necessità era quella di trovare un equilibrio tra strumento elettrico e acustico, essendo la scaletta equamente divisa in questo senso.
Viceversa, quando sono in tour con Paola Turci per esempio, il concerto è molto più rock e la sonorità necessita di soluzioni timbriche diverse. 
O ancora, nel mio progetto solista dove mescolo elettronica ed effettistica con il basso, per forza di cose, il set è molto più complesso. 

Anche i bassi cambiano a seconda dei progetti?
Generalmente non suono con un basso in particolare; preferisco i bassi con elettronica passiva e mi piace cambiarli sempre proprio per avere stimoli diversi. In tour ho un basso spare della Squire che uso su qualche brano e che amo particolarmente; nel mio disco, invece, avrò utilizzato una ventina di bassi diversi.

Per un session man la versatilità è un requisito fondamentale…
Per me è sempre stato fondamentale approcciarmi ad ogni stile musicale perché credo questo sia decisivo per la crescita personale e per affinare la propria personalità. La curiosità, l’ascolto e lo studio sono tra le cose più importanti per crescere come musicisti. E bisogna sempre approcciare i vari linguaggi con il massimo rispetto. Ovviamente, ognuno di noi ha delle precise connotazioni e gusti musicali, ma questo, a mio avviso, non può prescindere dalla conoscenza di altre forme musicali. Da quando ho iniziato a suonare ho sempre cercato di lanciarmi in ogni situazione, anche se lontana dalle mie caratteristiche.

Pierpaolo Ranieri: curiosità, ascolto e studio per crescere nella musica
Foto di Marco Casciaro

Questo è un messaggio forte che trasmetti anche nella tua didattica. Il tuo metodo “Bass Therapy” è un ottimo testo per chi
vuole lavorare in tal senso..
.

Ora sto per far uscire anche il secondo volume di Bass Therapy. Sarà un naturale proseguimento del primo. Mi concentrerò sulla conoscenza della tastiera e sulle infinite possibilità che questa offre. Ci saranno molte basi per rendere il più possibile musicali i concetti che si affrontano. Come nel primo poi,  ci sarà anche un’appendice più tecnica con esercizi pensati per la routine giornaliera di studio.

Prima hai parlato di un tuo progetto solista. Dicci qualcosa di più…
Sto lavorando al mio disco solista e spero di farlo uscire entro l’anno; fondamentalmente l’organico è composto principalmente da tanti bassi, dalla batteria elettronica che programmo o suono in tempo reale, dai synth e dalla batteria di Marco Rovinelli. Poi c’è  il prezioso contributo di Nicola Peruch che ha filtrato, modulato e suonato su alcuni pezzi e dalla voce e la supervisione di Luca Sapio che anche produce il disco.
Il concept è utilizzare il basso sfruttando  tutti i vari colori e voci  che si possono ottenere da questo meraviglioso strumento. Il tutto, cercando però  di fare un disco che non sia solo per bassisti.
L’idea era di realizzare un album legato concettualmente alle library music. Un album dalla componente fortemente cinematica ed evocativa. Un genere in cui l’Italia soprattutto negli anni settanta, e’ stata un’eccellenza, un riferimento.
Fondamentalmente musica per immagini, in cui emergono tutti i miei ascolti legati anche al rock psicadelico e all’elettronica.

Altri progetti...
In questo momento stanno uscendo  i dischi di due progetti a cui tengo tantissimo: quello in quartetto con Massimiliano Rosati, Luca Trolli e Javier Girotto e quello con il trio Butterfly (con Bruno Marinucci e Marco Rovinelli) con cui suono da tanti anni; inoltre suono con i progetti PerfecTrio di Roberto Gatto da diversi anni e Cronosisma, progetto di Daniele Sepe e Roberto Gatto.

Bassisti interviste pierpaolo ranieri
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