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Milano Music Week: il capoluogo lombardo rilancia la voglia di fare musica in Italia
Milano Music Week: il capoluogo lombardo rilancia la voglia di fare musica in Italia
di [user #3] - pubblicato il

Nel 2017 il mercato degli strumenti musicali negli USA ha riassorbito le perdite prodotte dalla crisi del 2008 e superato i precedenti record di vendite. Il dato è chiaro: nel mondo là fuori qualcuno continua a fare musica, il momento è buono, si aprono nuovi spazi per valorizzarlo. Un'opportunità che chiede solo essere colta.
Qualche altro dato. In una recente intervista rilasciata a Forbes, il CEO di Fender Musical Instruments Andy Mooney sottolinea come il 45% degli strumenti venduti nel 2017 siano andati a principianti (ovvero: fare musica è tornato di moda), aggiungendo però che il 90% di questi strumenti dopo un anno è finito in soffitta (ovvero: ogni 100 persone che provano a suonare uno strumento, ben 90 rinunciano entro il primo anno). 

Altri tre dati ci arrivano dal NAMM: (1) nel 2017 ogni musicista ha speso in lezioni di musica quanto ha speso in strumenti, (2) la vendita delle chitarre acustiche (strumento privilegiato di chi comincia) è cresciuta del 36% negli ultimi 10 anni e (3) la metà degli acquirenti di strumenti musicali è di sesso femminile e acquista principalmente su Internet, dicendo di vivere con disagio l'atmosfera maschilista dei negozi di musica.

Milano Music Week: il capoluogo lombardo rilancia la voglia di fare musica in Italia

Studi su Europa e Italia sono meno facili da reperire, principalmente per la debolezza e la frammentazione delle associazioni di categoria. Per la stessa ragione, mentre il NAMM cresce grazie a un modello economico virtuoso (ridistribuzione di parte dei ricavi a beneficio comune), il MusikMesse di Francoforte (principale evento europeo) va in crisi, soprattutto per la mancanza di un progetto condiviso.

Lo scenario è comunque sufficientemente chiaro per dire che il primo impegno deve essere alimentare la passione di chi si accosta a uno strumento, perché non rinunci. E che bisogna uscire da qualche residuo stereotipo maschilista, perché oggi le ragazze suonano e suonano di brutto.

Alla luce di queste considerazioni è dunque particolarmente apprezzabile l'impegno dell'amministrazione milanese (e in particolare dell'assessorato alla cultura di Filippo Del Corno), che venerdì scorso ha confermato il ritorno della Milano Music Week. Spinta dal successo dell'edizione pilota del 2017, la settimana musicale si replicherà infatti in grande stile dal 19 al 25 novembre 2018, sempre curata artisticamente dall'ottimo Luca De Gennaro, a garanzia della qualità dei contenuti. Milano si conferma a tutti gli effetti come capitale italiana della musica, offrendo a tutto il settore una grande opportunità.

Milano Music Week: il capoluogo lombardo rilancia la voglia di fare musica in Italia

ACCORDO sarà ancora al centro dell'evento, sia come media partner, sia come fornitore di contenuti di qualità sulle relazioni tra musicisti, musica e strumenti. E sarà anche protagonista del gran finale, con la conclusione della Milano Music Week il 25 novembre a SHG MusicShow 2018, per l'occasione ampliata e arricchita in una nuova location di grande prestigio: il Palazzo del Ghiaccio col patrocinio del Comune di Milano.

Milano Music Week: il capoluogo lombardo rilancia la voglia di fare musica in Italia

Chiudo con una riflessione. Con un fatturato complessivo di € 331 milioni, una crescita prevista in cinque anni dello 0,9% e una spesa annua in strumenti di € 5,8 pro capite (la Germania totalizza rispettivamente € 730 milioni, 1,4% e € 9,6), il mercato italiano dello strumento musicale non tiene il passo degli altri Paesi europei. Nonostante una lunga tradizione musicale, una partecipazione assidua ai concerti, il più alto numero di conservatori pro capite (uno ogni 800mila persone contro uno ogni 1,7milioni in Germania) e una straordinaria creatività, la percentuale di musicisti attivi è tra le più basse in Europa.

Occorre una regia, per governare la messa in rete di tutti gli attori del settore stimolando un'attitudine innovativa, capace di adeguarsi ai cambiamenti del mercato, intercettando i nuovi musicisti potenziali, fidelizzandoli e alimentando la loro passione. ACCORDO sta lavorando da tempo in questo senso, adeguando costantemente la propria proposta di contenuti alle richieste dei nuovi lettori, evitando particolarismi e autoreferenzialità che bloccano il settore, aderendo con entusiasmo e impegno alle proposte innovative e costruttive, come appunto Milano Music Week.
milano music week shg musicshow 2018
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di Sykk [user #21196]
commento del 04/06/2018 ore 17:26:12
Non entro nel merito dell'ultima riflessione che vede la musica come un giro di affari, perché da musicista amatoriale non è di mio interesse, ma è bello che a Milano si provi a rilanciare la musica.

Nella mia zona si sono convertiti parecchi locali negli ultimi anni, non mettono più in programma la musica dal vivo perché sembra che per riempire il locale siano meglio altre tipologie di evento.
L’aperitivo la fa da padrone, pare quindi che bere a stomaco vuoto (perché diciamocelo, questo è, l’aperitivo) regali emozioni più belle della musica, ma non do la colpa solo a questo.
Io credo sia proprio un cambiamento culturale rispetto a 10 ma ancora di più a 20 anni fa, quando mi capitava spesso di organizzare serate nel tal locale solo perché suonava qualcuno, magari anche un gruppo che non conoscevamo.
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 04/06/2018 ore 19:19:18
Non mi sono spiegato bene io evidentemente. L'obiettivo della riflessione è sottolineare che bisogna sostenere la passione di chi si avvicina a uno strumento musicale perché non lo lasci subito, favorendo il ricambio, dunque la vitalità (che è anche uno dei motori della musica live).
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di Lisboa [user #47337]
commento del 10/06/2018 ore 14:02:17
Il dato non pare incoraggiante: si comprano perlopiù chitarrine d'accompagnamento che dopo un anno finiscono in soffitta. A mio parere è un effetto indotto dai talent, e non mi sembra un trend nè consistente, nè duraturo. L'unica è ricominciare ad insegnare musica come si deve nelle scuole, affinchè i ragazzi acquisiscano confidenza e un minimo di consapevolezza. Poi da grandi sceglieranno se e che musica suonare, ma almeno da qualcosa si parte.
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di Claes [user #29011]
commento del 13/06/2018 ore 12:11:43
Un fattore è che i teenager si interessano a molta musica... ora senza chitarre! È dai tempi dei Beatles, Stones e simili che dovevano per forza avere una chitarra con la loro band.
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