di redazione [user #116] - pubblicato il 06 luglio 2018 ore 15:00
Darran Charles è il chitarrista della band Godsticks. Ha una capacità ritmica sopraffina con un riffing moderno, ficcante e costantemente sorretto da una scelta di suoni puntuali. Il suo solismo è sempre funzionale allo sviluppo melodico e all’atmosfera del pezzo; ma tradisce uno spessore tecnico che lo renderebbe perfettamente spendibile anche in un contesto strumentale, virtuosistico.
I Godsticks sono una band inglese che abbiamo scoperto e apprezzato attraverso il loro ultimo lavoro, Faced with Rage. Un gruppo che, per praticità, potremmo presentare come progressive me che incastonare unicamente in questa definizione potrebbe essere riduttivo. Nella loro musica c’è tanto di più: metal, rock, crossover, sprazzi di solismo fusion e singhiozzi djent. Una band alternative nell’accezione più colta e sofisticata del termine.
La qualità del suono del disco è ottima, la proiezione sonora ed esecutiva di ogni brano ineccepibile e lo show case di suoni e parti di chitarra (sempre scure e minacciose nel loro carattere algido) notevole.
Deus ex Machina del progetto, il cantante e chitarrista Darran Charles. Alla chitarra Darran ha una capacità ritmica sopraffina con un riffing moderno, ficcante e costantemente sorretto da una scelta di suoni puntuali e freschi. Il suo solismo è sempre funzionale allo sviluppo melodico e all’atmosfera del pezzo ma tradisce uno spessore tecnico che lo renderebbe perfettamente spendibile anche in un contesto strumentale, virtuosistico.
Per questo abbiamo voluto coinvolgere Darran sulla pagine di Didattica per farci suonare e spiegare alcuni degli episodi più suggestivi di “Faced with Raged”. Siamo certi che tra quei riff e melodie soliste si schiuderanno tanti spunti di studio per i chitarristi curiosi di esplorare le soluzioni più moderne di ritmica e fraseggio in ambito progressive e alternative rock.
Abbiamo chiesto a Darran di spiegarci il riff di “Everdrive” un pezzo in cui sembrano finiti assieme nel frullatore Meshuggah, Primus e Rage Against The Machine.
Armiamoci di sette corde e mettiamoci al lavoro.
“Questo riff si base sulle ottave. Utilizzare le ottave - cosa che io faccio spesso nel mio lavoro di riffing - permette di dare vivacità e enfatizzare la costruzione ritmica di anche semplici riff.
Quando devo spiegare il valore e l’efficacia dell’utilizzo delle ottave, porto sempre come esempio un classico: “The Immigrant Song” dei Led Zeppelin. Se non ci fossero quei continui salti di ottava, il riff suonerebbe quasi noioso!
Il Riff di "Everdrive" ha un’unica parte davvero insidiosa dal punto di vista tecnico ed esecutivo. Il riff va dritto, suonato tutto in pennata alternata. Ma quando arriva la terzina, questa comporta una doppia pennata verso il basso che può rendere ostica e non immediata la dinamica di plettrata.”
Il suono di chitarra colpisce per la durezza ma al contempo la pasta distorta secca e asciutta, percussiva, quasi industriale. Stupefacente la scelta di realizzarlo con il single col centrale. “Utilizzare questo pick up era anche la maniera per garantirsi il fatto che la chitarra bucasse nel mix, uscisse intelleggibile, facendosi largo attraverso il suono gigantesco della batteria.”
Ultimo dettaglio esecutivo degno di nota e studio, sono gli insidiosi bending sulla corda di B basso che cesellano la melodia del riff. Ci hanno ricordato, anche se in un approccio più moderno e metal, quelli del riff di “Viv Woman” da “Flex-Able” Steve Vai, guarda caso, tra gli album preferiti di Darran.