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Studiare gli Arpeggi di Settima
Studiare gli Arpeggi di Settima
di [user #116] - pubblicato il

Gli Arpeggi di Settima sono formati da una triade maggiore con una settima minore. Gli accordi a cui fanno riferimento sono quelli di Settima o di Dominante e la scala che li generà è quella Misolidia. Ecco un percorso di studi per affrontarli in maniera estesa e completa, mettendoli in pratica nell'improvvisazione Blues.
Un nostro lettore, Mmiatto, è interessato allo studio degli Arpeggi di settima; ci chiede di segnalargli nostre lezioni in cui questi sono stati affrontati. Presto fatto.

STUDIARE GLI ACCORDI DI SETTIMA (Clicca)
Per prima cosa sarà importante conoscere gli accordi a cui gli arpeggi di settima si rifanno, ovvero gli accordi di Settima o di Dominante.
Gli accordi di Dominante si formano sul quinto grado dell’armonizzazione di una scala maggiore.
Sono accordi preziosi nell’analisi armonica di un brano, perché nell’armonizzazione di una scala maggiore si genera un solo accordo di Dominante. Così, questo permette di individuare in maniera spesso inequivocabile la tonalità di un pezzo.
In questa lezione studiamo la formazione di tali accordi e ne affrontiamo diversi rivolti per poi applicarli in un giro di Blues.

Studiare gli Arpeggi di Settima

COME UTILIZZARE GLI ARPEGGI DI SETTIMA NEL BLUES (Clicca)
Nel Blues, gli arpeggi di settima garantiscono un prezioso strumento per  l'improvvisazione.
Servirsi degli arpeggi permette di enfatizzare ancora di più il passaggio armonico tra gli accordi di un giro blues, aggiungendo la voci caratteristiche dell’accordo sui cui ci si trova a suonare. Per questa questa lezione, in cattedra lo straordinario chitarrista e docente inglese John Wheatcroft. Wheatcroft è l’autore dello splendido manuale didattico, "Improvvisare il blues alla chitarra elettrica" 

Studiare gli Arpeggi di Settima

IMPROVVISARE CON GLI ARPEGGI DI SETTIMA (Clicca)
Un'altra lezione per lavorare sull’improvvisazione servendosi degli arpeggi: in questo caso, gli arpeggi di settima diventano uno strumento per estendere sonorità e risorse del fraseggio pentatonico. E, in questa combinazione di elementi, si mettono in gioco anche le note Blues.

ARPEGGI DI SETTIMA & SCALA PENTATONICA
Ancora un arpeggio di dominante, pentatonica e note Blues in questo brillante studio di Luca Colombo. Si metterà in pratica il tutto attraverso un link costruito sullo scheletro di un arpeggio di dominante,  arricchito con pentatonica e varie blue note.

Studiare gli Arpeggi di Settima

ARPEGGI DI SETTIMA & MODO MISOLIDIO
Così come per una consapevolezza effettiva degli arpeggi di dominante è necessario conoscere i corrispettivi accordi di settima cui si rifanno, allo stesso modo sarà decisivo padroneggiare la scala che li genera, quella Misolidia.
Ecco una lezione per studiarla.
Quindi, come corollario a quest’ultima lezione, un esercizio utilissimo che prevede la continua alternanza tra arpeggi di settima,  modo Misolidio e relative diteggiature di accordi.

lezioni
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di Quick utente non più registrato
commento del 21/08/2018 ore 12:57:38
Ottima risorsa, ma mi permetto di dissentire sull' ultimo paragrafo dell'articolo: dove è scritto che è la scala a generare gli arpeggio.
Pensarla così è possibile, ma SECONDO ME fuorviante: applicando la regola anche alle altre scale uscirebbero arpeggi astrusi e di difficile collocazione, almeno nella nomenclatura.
È molto più semplice e redditizio pensarla in maniera classica: esiste una scala, che armonizzata per salti di terza genera accordi, che a loro volta genera arpeggi, che altro non sono se non le note degli accordi. In questo modo mi sembra tutto più semplice.
Rispondi
di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 22/08/2018 ore 08:31:51
Ciao, grazie per gli apprezzamenti e l'intervento che però avrei bisogno illustrassi meglio. Quando dici:
"applicando la regola anche alle altre scale uscirebbero arpeggi astrusi e di difficile collocazione, almeno nella nomenclatura." Mi spieghi per favore meglio che intendi?

Nel frattempo ti segnalo questa lezione che offre un programma di studio volto proprio a enfatizzare il rapporto tra scala modale e arpeggi che questa genera.

vai al link

Grazie e buona musica,

G
Rispondi
di Quick utente non più registrato
commento del 22/08/2018 ore 15:10:38
Ciao, ho letto con interesse l'articolo del link, chiaro ed esauriente.
Tuttavia OVVIAMENTE SOLO COME CONVENZIONE MIA PERSONALE preferisco non pensare alle scale come generatori di arpeggi ma agli arpeggi come mere note degli accordi.
Ti faccio un esempio.
Costruisco le scale modali della minore armonica di C.
La prima scala generata è il modo ipoionico con 6b. Il primo arpeggio generato è Cmmaj7 (C,Eb,G,B). Fin qui abbastanza semplice.
Partendo dal III grado sempre della minore armonica trovo il modo ionico aumentato. Il primo arpeggio che genera è Ebmaj7#5 (Eb,G,B,D) già un passetto avanti nel nome e nella costruzione.
Probabilmente è un limite mio ma preferisco pensare all'armonizzazione delle scale come mere sequenze di accordi che solo dopo considero come arpeggi.
Contraccambio l'augurio di buona musica!

Rispondi
di oscar1965 [user #19484]
commento del 22/08/2018 ore 22:07:46
Per quel poco che puo' valere, sono d'accordo anche io con Quick.
Dato un insieme di note ( un sottoinsieme delle 12 che suddividono l'ottava per la musica occidentale) la loro armonizzazione consiste nel ricavare accordi (triadi, quadriadi, ecc)
basate solo su tale insieme ( che puoi avere individuato si come le note che a partire da una specifica nota seguono gli intervalli di una specifica scala, ma puoi avere individuato arbitrariamente, per es ti potrebbero chiedere di armonizzare queste 8 note C,C#,D,E,F,G#,A,A#).
Dunque secondo la mia opinione andrebbe detto "armonizzare le 7 note individuate dagli intervalli della scala misolidia TTSTTST a partire dalla nota D" per esempio (mi rendo conto che e' pedissequamente prolisso), che purtroppo coincidono con le 7 note individuate dagli intervalli della scala ionica TTSTTTS a partire dalla nota G, che purtroppo coincidono con le 7 note individuate dalla scala lidia TTTSTTS a partire dalla nota C, ecc ecc
A maggior ragione gli arpeggi, che per definizione sono le note di accordi (triadi, quadriadi, ecc) eseguite in sequenza invece che contemporeaneamente, sono da riferire agli accordi (e non alle scale usate per individuare un sottoinsieme di note) perche' spesso uno stesso accordo lo puoi ricavare armonizzando insiemi diversi di note (la quadriade di C7+ cioe' C,E,G,B la ottieni da 2-3 insiemi diversi di note ricavate da scale diverse a partire dalla stessa nota C, per es le 7 noteindividuate dalla scala ionica partire dalla nota C, cioe' C,D,E,F,G,A,B, o le 7 note individuate dalla scala lidia a partire dalla nota C, cioe' C,D,E,F#,G,A,B: se esegui un arpeggio su C,E,G,B, non stai arpeggiando ne sulla scala ionica a partire da C ne sulla scala lidia a partire da C, ma stai arpeggiando un C7+, secondo me.
Quello che qui completamente manca (e che forse stai cercando di dire, ma utilizzando una terminologia fuorviante) e' il concetto di tonalita', che invece secondo me, se fosse utilizzato, aiuterebbe molto a capire quali note sono individuate dalle specifiche scale sui vari gradi ( soprattutto semplificherebbe molto ed eliminerebbe tutte le ridondanze, quelle del mio primo esempio quando dicevo "che purtroppo coincide con").
Rispondi
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di oscar1965 [user #19484]
commento del 22/08/2018 ore 22:12:10
Pero' i link sono interessanti, grazie per l'articolo!
Rispondi
di simonec78 utente non più registrato
commento del 31/08/2018 ore 19:52:44
Scusate, ma con tutte quelle Telecaster così blu non riesco a concentrarmi.
Rispondi
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