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I chitarristi sono un bene per la società
I chitarristi sono un bene per la società
di [user #116] - pubblicato il

"Sarebbe impossibile vivere senza musica. Ma siamo in un periodo in cui tanto Pop "usa e getta" abbassa la qualità di quello che ascoltiamo. Per questo il lavoro di tanti chitarristi che scrivono la loro musica e lavorano nella qualità è prezioso. Offrono un apporto culturale e musicale alla società importantissimo"
Andrea Palazzo  è un musicista straordinariamente versatile: didatta, session man, dimostratore, artista solista. Recentemente l'abbiamo conosciuto meglio in una lunga intervista ma avevavo voglia di tornare a parlare con lui per eplorare l'aspetto più tecnico e chitarristico del suo lavoro.
Andrea, infatti, è un solista pregevole e il suo fraseggio è un appassionante compendio dei linguaggi tecnici più moderni degli ultimi trent'anni.
Ecco il resoconto di un'appassionante chiacchierata, chitarra al collo, di tecnica, fraseggio e chitarristi.

L’economy picking resta la tecnica più efficace per suonare gli arpeggi?
Sì, è in questo senso, Frank Gambale resta un riferimento. Ho studiato con attenzione il suo approccio. Mi piaceva moltissimo soprattutto nel disco “Centrifugal Funk” con Brett Garsed e Shawn Lane. Ma in tema di economy picking mi è piaciuto molto il tipo di evoluzione tecnica apportata da Richie Kotzen.
 
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In cosa consisteva?
Kotzen sull’impianto dei tradizionali arpeggi in economy, o sweep, ha integrato le possibilità esecutive del tapping e dello string skipping, contribuendo ad allargare gli intervalli e, di conseguenza, il respiro melodico degli arpeggi.
 
Hai esplorato questo tipo di possibilità?
Sì, utilizzo spesso questo tipo di soluzioni nel mio fraseggio. Per esempio, parto da un tradizionale arpeggio minore e lo sviluppo in questo modo:
questa è la forma tradizionale di un F#m.
 
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Grazie allo string skipping, salto la nota sulla corda di D, che è la quinta dell’arpeggio. Quindi sulla corda di B, dove ci sarebbe la b3 dell’arpeggio la sostituisco con l’11. La stessa 11, la ribatto con il tapping sulla corda di E cantino. L’arpeggio si trasforma in F#m add 11. Il salto di corda rende meno scontata l’esecuzione e il tapping ampia il senso melodico del pattern.

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Stessa cosa partendo da un arpeggio di Bm
 
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In questo caso, le stesse integrazioni tecniche, l’inserimento di tapping e string skipping, sono funzionali a omettere la b3, trasformando l’arpeggio in sospeso e integrando 9 e 11.
 
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C'è un tuo brano a cui fare riferimento per ascoltare come utilizzi queste soluzioni sugli arpeggi?
Sì, utilizzo esattamente questi arpeggi in un mio brano, “Guitar Trainer”. Questa è la versione integrale. Attenzione che è accordata un semitono sotto.



Andrea ci ha omaggiato della trascrizione completa della sezione di brano che interessa gli arpeggi appena spiegati.
Per agevolarne lo studio la parte è stata trascritta e suonata in accordatura standard. La sezione suonata e poi trascritta è quella che va da 3:12 a 3:39 del brano integrale.




Questa invece la trascrizione di tutta la sezione.


 
Hai menzionato Gambale e Kotzen. Chi sono gli altri tuoi riferimenti?
Parlando dal punto di vista strettamente più tecnico di sicuro Joe Satriani per l’utilizzo dei modi e Paul Gilbert per la pennata alternata.
Però, devo dire che, invece, in un’analisi più ampia il mio artista totale preferito è Prince. Viceversa, se dovessi nominare un virtuoso o genio assoluto dello strumento, non penserei a un chitarrista ma a un bassista e ti direi Jaco Pastorius. Poi, per carità, restano i grandi amori chitarristici di sempre: Hendrix, Page, Gary Moore, Van Halen, Vai, Jason Becker, M.Lee Firkins, Mike Stern, Greg Howe, Shawn Lane, Allan Holdsworth, John Petrucci, Steve Lukather, Steve Stevens, Steve Morse, Michael Landau, Corrado Rustici, Guthrie Govan… la lista è infinita. Poi per il blues, tra le cose più recenti, mi piace molto Philip Sayce.

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Ecco, appunto, delle nuove generazioni chi apprezzi?
Seguo con interesse i nuovi guitar hero: Angel Vivaldi, Andy James, Aaron Marshall (Intervals), Plini, Nili Brosh, Tosin Abasi, Vitalism.
Inoltre, cosa fondamentale, nutro profonda stima e rispetto per tutti i colleghi italiani.
Professionisti che si danno da fare con grande dedizione e professionalità contribuendo a tenere in vita ed elevare un settore come il nostro.
 
E come se la passa questo settore?
Non è un periodo splendido. La colpa è di tanti prodotti di Pop “usa-e-getta” che condizionano tutto.
Per questo il lavoro dei musicisti che propongono la loro musica, che lavorano nella qualità è importantissimo, perché offre un apporto culturale-musicale prezioso per la società. In generale, credo sia assolutamente impossibile vivere senza musica e senza altre forme artistiche. Questi artisti lavorano duro perché questi tesori  ci arrivino nella loro forme qualitativamente più alte.

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