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Roberto Gualdi sul palco di Vecchioni
Roberto Gualdi sul palco di Vecchioni
di [user #116] - pubblicato il

Abbiamo seguito alcune tappe estive del tour “La vita che si ama” di Roberto Vecchioni. Uno spettacolo in cui il repertorio del cantautore è interamente riletto in tinte acustiche e delicate. Tra le chitarre acustiche intelligenti e avvolgenti di Massimo Germini, e le gemme di Lucio Fabbri, dispensate tra pianoforte e Violino, ci siamo concentrati sulla batteria di Roberto Gualdi, ben sorretta dal basso sicuro di Antonio Petruzzelli.
Roberto Gualdi è un grande batterista rock. Nella sua accezione più ampia e disinibita: quella capace di contaminarsi con il progressive, diluirsi nel pop e giocare strizzando l’occhio al metal. Per questo ci è sembrato stupefacente sentirlo calato in maniera così pertinente e morbida in questo repertorio acustico e cantautoriale: capace di essere puntuale in ogni intervento, rotondo nel suono, presente ma sempre discreto senza rinunciare mai alla propria personalità.
Del resto il sodalizio tra Vecchioni e Gualdi dura da anni, alimentato dal profondo amore che il batterista ha sempre dichiarato nei confronti della musica del cantautore.

Ho visto che a fianco a te, sul palco, hai un mixerino per gestirti in autonomia gli ascolti. E su un canale hai, isolata, la voce di Roberto Vecchioni…
Il motivo è molto semplice e pratico. Quando parliamo di canzoni la voce è sicuramente la protagonista del film e tutto deve ruotare intorno ad essa, supportando e guidando al meglio. Avere la voce separata mi permette di cogliere le sfumature, mi permette di sentire se il rolling della melodia è fluido e quindi velocità e portamenti sono corretti.

Roberto Gualdi sul palco di Vecchioni
 
E’ la prima volta che adotti questa soluzione?
Assolutamente no. Questa abitudine di avere la voce in un canale isolato è nata parecchi anni fa, forse nei primi anni 2000 in tour con Lucio Dalla.
Ricordo con piacere una cosa che mi disse Dalla: “Quando suoniamo ho proprio la sensazione che "suoniamo insieme" e non che la batteria sia solo un treno perfetto al quale agganciarsi e arrivare a fine pezzo”.

Vari il volume a seconda dei pezzi?
Il volume separato mi permette di alzare la voce dell’artista nei momenti più sussurrati ma anche di abbassare in altri momenti. La voce troppo forte sarebbe comunque una distrazione.
 
E’ una soluzione che utilizzi in qualunque situazione live?
Sono privilegiate situazioni senza sequenze e click, altrimenti la libertà espressiva da gestire è molto ridotta.
Ovviamente è necessario essere coinvolti in situazioni artistiche nella quali una certa sensibilità ha un senso ed un valore. 
 
Quali sono le coordinate musicali e stilistiche che avete seguito nell’allestimento di questo spettacolo? L’atmosfera acustica è davvero avvolgente…
La direzione musicale di questo concerto è rivolta al togliere piuttosto che aggiungere. Non ci sono pad, tappeti, tastiere, sequenze, loop, abbiamo giusto tre brani con gli archi in sequenza. Abbiamo una chitarra acustica che suona per tutto il concerto e Lucio Fabbri che suona pianoforte, mandolino e violino. Minimalismo e Acustico solo le parole chiave. Ho cercato di ragionare in termini di arrangiamenti, sonorità e colori.

Roberto Gualdi sul palco di Vecchioni
 
E’ interessante il lavoro che fai con le spazzole…
Io non ho certo una tecnica ortodossa con le spazzole e mi faccio sempre guidare dal suono che voglio ottenere.  Se ottengo una determinata sonorità con le spazzole mettendo due ring sul rullante e suonando il rim shot tipo bacchetta o utilizzando una spazzola ed una bacchetta va benissimo. Per quanto mi riguarda vince il suono che si vuole ottenere, pur essendo un insegnante molto rigoroso con tecnica, presa corretta e movimento corretti quando si tratta di creatività se un determinato suono lo ottengo con una tecnica “sbagliata” va bene così.
 
Certo, tutto in funzione della resa finale. Anche la pratica di soluzioni non ortodosse…
Del resto, una volta al CPM abbiamo organizzato un interessantissimo incontro con Adam Nussbaum e disse una cosa che mi colpì molto: “Quando qualcuno mi chiama non è importante quanto suonerò bene io… è importante quanto farò suonare bene lui.”
 
C’è qualche disco, artista o musicista che ti ha ispirato nell’organizzare e arrangiare le tue parti per questo show?
Combinazione, proprio mentre sto rispondendo a queste domande sono in treno e sto ascoltando un vecchio album di David Sylvian dal titolo Brilliant Trees. In questo disco suona Steve Jansen che, oltre ad essere anche il batterista dei Japan e uno dei batteristi più intelligenti che abbia mai ascoltato. Tutto il disco è da ascoltare mai nei brani “The Ink In The Well” e” Nostalgia” è presente un drumming che è veramente di grande ispirazione per questo tipo di mondo musical acustico e minimalista.

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Link utili
Il sito di Roberto Gualdi
La pagina officiale di Roberto Gualdi
Il corso di batteria di Roberto Gualdi sul sito del CPM
Tama, la batteria di Roberto

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