Vaporwave, manifesto del consumismo, inno al tramonto del secolo scorso, piccola rivoluzione estetica e musicale.
Sottogenere della musica elettronica, la Vaporwave è uno stile musicale senza patria né barriere geografiche: è di fatto il primo genere nato sul web, dal quale trae ispirazione e spunto per raggruppare elementi nostalgici degli anni '90 con campioni di musica pop e vecchi spot pubblicitari, fondendo il tutto con una corrente estetica parallela fatta di colori vividi, glitch, statue greche, rendering 3D a bassa risoluzione, un mix a tratti psichedelico.
La Vaporwave è stata paragonata a un nuovo concetto di punk per l’uso di spezzoni musicali stravolti, rallentati, ultra-effettati per aggirare il copyright e per estrarre nuovi suoni da materiali minimali, preconfezionati. Il segreto del suo (moderato) successo è senza dubbio nella capacità di richiamare alla mente la gioventù e il passato di un’ampia fetta di utenza: guarda agli internauti degli anni ’10 del nuovo millennio, toccandoli nell’intimo con ricordi d’infanzia, portati all’estremo.
Abbiamo voluto giocarci senza ricorrere a espedienti elettronici convenzionali, affidandoci invece solo a una chitarra acustica Chardonnay e a un amplificatore Stageman con la sua pedaliera bluetooth per comandarne la loop station. Entrambi gli strumenti sono disponibili sul mercato italiano con la .
Il target è il tema del brano “Lisa Frank 420 / Modern Computing”, anche noto come “リサフランク420 / 現代のコンピュー ”. La composizione, contenuta nel disco Floral Shoppe di Macintosh Plus - uno dei primi album divenuti virali e tra i principali responsabili della consacrazione del genere Vaporwave - è divenuta un vero e proprio meme su internet.
Il risultato dell’esperimento non è vera e propria musica elettronica, ma potrebbe offrire qualche spunto a chiunque volesse “uscire dal seminato” delle solite cover acustiche e dei cantautori, portando le sei corde in lidi meno abitudinari.
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