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Gibson: nominato il nuovo Director of Brand Experience
Gibson: nominato il nuovo Director of Brand Experience
di [user #116] - pubblicato il

Continua il percorso verso la rinascita: Mark Agnesi, ex General Manager per Norman's Rare Guitars, è il nuovo Director of Brand Experience per Gibson.
Ancora evoluzione e cambiamento nelle alte sfere Gibson. Dopo il fallimento dichiarato nel 2018, la nuova gestione avviata a cavallo con il 2019 sotto la guida del CEO James Curleigh accoglie ora una nuova figura. Mark Agnesi, noto tra i fan dello strumento musicale per il suo ruolo di General Manager presso Norman’s Rare Guitars, sarà ora Director of Brand Experience per Gibson.

Il ruolo sarà effettivo a partire dalla fine di marzo 2019 presso gli uffici Gibson di Nashville, Tennessee.
A darne notizia è Cesar Gueikian, Chief Merchant Officer per Gibson, che spiega “È l’uomo perfetto per aiutarci a trasformare la nostra vision in una realtà e non vedo l’ora di scoprire cosa Mark porterà alla nostra squadra, ai nostri marchi e ai nostri affari”.

Agnesi così commenta la nuova collaborazione “Entrare a far parte dell’azienda di chitarre più iconica al mondo è l’opportunità di una vita. Ho suonato, cercato e venduto chitarre Gibson per tutta la mia vita, e ora ne entro s far parte.”

Classe 1982, Mark Agnesi ha imbracciato la sua prima chitarra a 6 anni ed è entrato in studio di registrazione per la prima volta all’età di 11 anni. Nel 2005 si è laureato in Music Business alla Belmont University e la sua propensione per la compra-vendita di strumenti musicali lo ha portato a diventare General Manager per Norman’s Rare Guitars.
In tempi non sospetti, Mark mostrava sul suo canale YouTube la propria collezione personale di chitarre elettriche. Già allora era evidente un certo debole per la produzione Gibson.

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di Dinamite bla [user #35249]
commento del 10/03/2019 ore 18:51:12
Adesso super scazzottata per chi dovrà prendere il suo posto da Norman’s :)
Comunque a parte gli scherzi è uno in gamba, conosce il mercato, conosce gli strumenti, è anche un buon chitarrista.
Solo... non ho proprio capito cosa diavolo sia il “director of brand experience”
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di zabu [user #2321]
commento del 11/03/2019 ore 01:55:25
Il tipo mi è pure simpatico, però devo dire mi pare che traspaia anche in questa nuova gestione della Gibson l'idea di trasformare il marchio in un "brand lifestyle". Probabilmente secondo me è il segno dei tempi e anche il segno di un certa sfiducia parte degli investitori nel fatto che una ditta che produce strumenti musicali possa semplicemente continuare a fare quello che a sempre fatto... ovvero strumenti musicali! Qualche giorno fa ho visto un'intervista al nuovo CEO e devo dire era quasi imbarazzante per le cose che diceva.
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di ovinda [user #46688]
commento del 11/03/2019 ore 08:24:08
Beh, è un dato di fatto che un’azienda strutturata come la Gibson e con gli elevati costi fissi che deve avere un’azienda di questo tipo per mantenere determinati livelli qualitativi e quantitativi di produzione, debba trovare una strategia che vada al di là della semplce produzione e vendita di beni, perchè questa politica porta alla cessazione delle attività prima o poi. Basti considerare tre fattori:
1) Lavorare sul brand significa garantirsi la sopravvivenza indipendentemente dalla tipologia di beni che si vendono, basta vedere la strategia di Ferrari che ha sfruttato il proprio brand (che produce oggetti desiderabili ma acquistabili da pochissime persone) per realizzare una serie di prodotti destinati alla massa (profumi, dopobarba, docciaschiuma, accessori, gioielli, portachiavi, calendari, agende, e chi più ne ha più ne metta);
2) Il mercato delle chitarre è strano e anomalo: da una parte c’è la fetta di mercato degli acquirenti di strumenti nuovi in sempre più evidente calo dato che sono sempre meno i ragazzi che decidono di imparare a suonare la chitarra, i ragazzi preferiscono giocare con i software, spesso piratati, e con le apparecchiature da dj o per la musica elettronica di basso livello. D’altra parte è quasi impossibile esibirsi dal vivo ed è impossibile avviarsi a una carriera professionistica dato che la professione del musicista (intesa come quell’attività professionale in grado di generare un reddito tale da consentirti di pagarti vitto, alloggio, contributi e mettere su famiglia con tanto di prole e di poter mantenere i figli fino alla maggiore età)non esiste praticamente più.
3) I chitarristi (professionisti o meno) di vecchia generazione invecchiano, hanno i loro strumenti e sono più attratti dal mercato sel vintage che da quello del nuovo e il numero di chitarre di nuova produzione acquistato da questa tipologia di clienti (che è la categoria più numerosa, essendo le classi di nati comprese tra il 1945 e il 1979 quelle che hanno avuto più appassionati della chitarra nell’intera storia dell’umanità) è in calo.

Dati questi fattori ben fa la Gibson a cercare altre strade se vuole ambire a restare in vita. La sola vendita di chitarre non porta a nulla, perchè lo strumento è consolidato, non ci sono innovazioni straordinarie da fare, tanto più che gli utenti sono conservatori non vogliono innovazioni, anzi le innovazioni non hanno mai prodotto i risultati sperati perchè chi compra non vuole innovazione ma insegue il suono degli anni ‘50-‘70 e quel suono lo si ottiene o comprando il vintage (mercato che non può riguardare la Gibson, intesa cone azienda che deve pagare i costi vivi della mano d’opera, degli inpiegati, dei macchinari, degli edifici e dei componenti e materie prime oltre a garantire un utile minimo tale da giustificare l’investimento) o lo si ottiene realizzando repliche degli strumenti vintage. Di certo ogni anno il numero di chitarre vendute cala sempre di più.
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di Dinamite bla [user #35249]
commento del 11/03/2019 ore 08:39:16
Tutto giusto...ahimè
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 11/03/2019 ore 10:17:19
Ciò che dici pare tutto esatto e condivisibile... però, se poi uno va a vedere i dati, scopre che l'apparenza inganna. Il mercato delle chitarre è in continua crescita ed è ai suoi massimi proprio ora.
La percezione sbagliata nasce da un evidente perdita di popolarità... la musica e il mainstream guardano altrove... ma si contrappone, evidentemente, ad un maggior potere di acquisto.
Negli anni 90 chi poteva comprarsi una Gibson? Era veramente roba per pochi... ora i forum sono pieni di gente che ne possiede 4 o 5 e manco le sa suonare... consumismo docet!

Questo grafico è esplicativo (al netto della crisi del 2008/09): vai al link

Oppure questo articolo: vai al link
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di ovinda [user #46688]
commento del 12/03/2019 ore 13:54:15
In realtà di dati confermano quello che sostengo io, che ho inserito 3 punti molto chiari e precisi per i quali Gibson fa bene a rafforzare la percezione del proprio brand:
1) Lavorare sul brand significa migliorare la percezione complessiva del brand e quindi agevolare e potenziare il proprio core business;
2) Il mercato delle chitarre è anomalo perchè al calo delle vendite del nuovo c’è il rafforzamento del mercato dell’usato.
3) La generazione dei chitarristi più “spendaccioni” (cioè quelli più numerosi e interessati a spendere di più per le chitarre, perchè molto appassionati) invecchia e non è sostituita dalle nuove generazioni.
il mercato di Gibson è in calo e la crisi è dovuta al calo del mercato: è passata da un milione e mezzo di chitarre vendute a un milione di pezzi venduti l’anno, e con questi numeri Gibson non ce la fa a sostenere i costi fissi. Inoltre i dati che citi confermano al 100% quanto da me scritto. Il mercato potenziale globale è di circa 5 miliardi di € (ma parliamo del mercato complessivo di chitarre di tutti i tipi, acustiche, classiche, elettriche, usate, banjo, ukulele, ecc), ma questo mercato è composto per il 50% del suo valore da ragazzi (senza reddito) che acquistano per la prima volta una chitarra, il 90% di questi abbandonano lo studio dopo un anno circa, per poi non riprendere mai più in mano lo strumento, quindi questo mercato non è il mercato di Gibson, ma è il mercato di Squier, Yamaha, Ibanez, le cineserie e tutto il resto che vende chitarre a 100-300 €, il 40% di chi acquista una chitarra è un acquirente saltuario, compra una chitarra e usa solo quella per molti anni, prima di valutare altri acquisti (quindi anche questo segmento riguarda poco Gibson, è 10% restante che è disposto a spendere anche 10.000 € in apparecchiature. La Gibson è tagliata fuori dalla fetta più polposa, cioè quei 2,5 miliardi di fatturato destinato a quegli utenti che per lo più comprano un solo strumento nella vita, detto ciò, con un milione di chitarre vendute l’anno, Gibson raggiunge un fatturato intorno al miliardo e sette, che rappresenta poco più del 20% del fatturato complessivo del mercato e il 40% del mercato delle chitarre che costano sopra i 2.000 € ma è proprio questo segmento di mercato ad essere in calo mostruoso, e anche se un miliardo e sette è un risultato di tutto rispetto ma non è sufficiente a contenere i costi e sostenere il debito. Pertanto: Gibson va bene a ripartire investendo sulla percezione del brand perchè la vendita di chitarre da sola non ce la fa a sostenere i costi.
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di zabu [user #2321]
commento del 11/03/2019 ore 21:23:3
I problemi che ha avuto la Gibson non sono affatto imputabili alla crisi delle vendite di chitarre, che come scrive anche Zoso1974, è tutta da dimostrare. Magari la crisi ci sarà progressivamente con la scomparsa della generazione dei baby boomers, ma tutto ancora è ancora sul piano ipotetico. Sul quel settore delle chitarre Gibson infatti continua ad essere perfettamente in attivo. Il problema è stato che con la vecchia gestione si sono buttati pesantemente sul settore del consumer electronics, acquisendo tutta una serie di marchi con esisti disastrosi.
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di ovinda [user #46688]
commento del 12/03/2019 ore 13:59:55
e invece non è vero, la Gibson ha avuto cali sistematici di vendite di chitarre, è passata da vendere un milione e mezzo di unità l’anno a un milione perdendo di fatto un terzo del mercato, e sostenere costi fissi per una produzione da un milione e mezzo a fronte di vendite pari a un milione è un problema di sostenibilità, La Gibson detiene il 40% della fetta di mercato destinato alle chitarre che costano più di 2.000 €, questa fetta di mercato è in calo costante. È a seguito del calo delle vendite che Gibson ha provato a diversificare, perchè se le cose fossero andate bene come dici tu (ma i fatti dicono il contrario) Gibson non avrebbe avuto alcun motivo per diversificare. Come intuire che un’azienda ha problemi? Quando inizia a buttarsi su attività estranee alle sue principali.
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di zabu [user #2321]
commento del 12/03/2019 ore 19:34:19
Non mi si apre bene l'altro link postato da Zoso1974 (ovvero mi chiede di pagare una sottoscrizione per visualizzare l'articolo, forse perché sono negli USA ora? Non so), pero' l'articolo di Rolling Stone mi sembra indichi chiaramente che il problema non era la vendita di chitarre:

Gibson’s bankruptcy reflects much more on internal missteps than the health of the broader guitar industry, analysts say. The company freely admits its mistakes. Gibson took on an audio and home electronics business in 2014 that saddled it with debt

Quando c'e uscita fuori la storia della crisi di Gibson lessi vari articoli e tutti puntavano sul fatto che il problema erano state le scelte sbagliate di acquistare tutti quei marchi che non centravano nulla con le chitarre, che poi infatti hanno in buona parte dismesso.
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di Lisboa [user #47337]
commento del 11/03/2019 ore 22:12:16
Quanto scrivi è verissimo per i mercati maturi, come l’Italia. Ma questi vendono anche nei paesi emergenti, dove anche il numero degli abbienti sta velocemente crescendo.
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di ovinda [user #46688]
commento del 12/03/2019 ore 14:05:27
L’impatto di vendite nei paesi emergenti non è significativo. la Gibson è passata da un milione e mezzo di unità vendute l’anno a un milione, e questo è il problema.
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di Johnny92 [user #43424]
commento del 12/03/2019 ore 14:58:35
Quotone galattico.
Analisi senza sbavature, anche perchè, nel mio piccolo, penso anch'io ciò che hai esposto.
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di Merkava [user #12559]
commento del 11/03/2019 ore 10:04:23
ב"ה

E' che sembra un po' troppo Checco Zalone...
Rispondi
di 77casual [user #25849]
commento del 11/03/2019 ore 14:04:38
Ahahahahahahahahahahah...hai vinto!
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di NICKY [user #46392]
commento del 11/03/2019 ore 17:45:19
Sono molto contento, mi è sempre stato simpatico! e finalmente un pò di fiducia ad un giovane trentaseienne come me ;-)))))
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di bettow [user #30179]
commento del 11/03/2019 ore 23:31:31
Lo seguo da tempo su Instagram, è un ragazzo che conosce bene le chitarre, e le sa anche suonare! Insomma una persona competente al posto giusto. E poi il fatto che sia di origine italiana è un valore aggiunto! :)
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di diavoletto86 [user #19372]
commento del 12/03/2019 ore 13:23:04
Vero che una azienda debba allargare i propri orizzonti strizzando l occhio al lifestyle...perché stiamo parlando di un marchio che si può benissmo anche "indossare" con piacere...ma nel 2019 quando entri in negozio per acquistare una traditional e la verniciatura è leggermente superiore alle epiphone di qualche anno fa, molte fra le custom shop da 4000 euro hanno il palissandro con i forellini dentro un po' si rimane male...poi sono d accordo che siano migliorate sotto altri punti di vista...però si continua ad estremizzare le risorse marketing e si abbandona poco alla volta la finezza di verniciatura e altri dettagli che nel 2000 davamo per scontato...
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di superloco [user #24204]
commento del 09/04/2019 ore 08:38:43
è il fratello di Checco Zalone ?
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