"Imparare a suonare è un percorso da affrontare assieme al proprio strumento. Ma è bene, da subito, viverlo come un lungo viaggio, fatto non di una ma di tante, svariate, destinazioni da raggiungere. Ogni nuovo livello di abilità, conoscenza, padronanza tecnica che si raggiunge è la conquista di una meta che, naturalmente, offrirà la vista verso altri obiettivi da guadagnarsi con il conseguente stimolo a raggiungerli.
Fissarsi su di un’unica destinazione, lontanissima e ambita – posto che nella pratica dell’apprendimento musicale essa possa esistere – può essere scoraggiante. Il lungo viaggio dell’apprendimento, invece, è costellato da infiniti traguardi che si possono raggiungere facilmente con impegno, tenacia e piccoli sforzi, capaci di gratificare e motivare lo studente a ogni tappa conseguita.
Questi traguardi, sono gli obiettivi che chi studia musica deve porsi in maniera molto chiara.
Bisogna chiedersi: "Quali sono i generi musicali, i dischi, gli artisti, gli stili che ci hanno fanno innamorare a tal punto della musica da decidere di iniziare a praticarla attraverso lo studio di uno strumento?" Questi saranno punti cardine che bisogna mantenere sempre chiari, vividi per essere certi che gli obiettivi che stiamo inseguendo siano coerenti con quanto profondamente desideriamo.
Altro aspetto decisivo è mantenere la propria mente aperta, libera dai preconcetti. La nostra percezione delle cose cambia costantemente: gli stessi progressi che compiamo, la maggiore consapevolezza tecnica e teorica che acquistiamo, possono da sole portarci a percepire un genere musicale che inizialmente non capivamo, non ci piaceva, come foriero di stimoli e ispirazione. Nulla è più sbagliato che privarsi a priori dell’ascolto di un tale genere musicale o artista perché, per partito preso, si è deciso che non ci piace.
A volte l’ispirazione può arrivare dagli ascolti più inattesi e possiamo sorprenderci rapiti e desiderosi di esplorare tipi di musica che inizialmente non ci dicevano nulla.
Poi, ci sono cose più semplici, materiali che però vanno tenute in considerazione. Per esempio, nel caso specifico della chitarra, un principiante assoluto deve sapere che nel primo periodo suonare la chitarra può essere, persino, un pizzico doloroso. Fino a che sui nostri polpastrelli non si sono formati dei calli, schiacciare le corde sui tasti può essere un tormento. Non ci vuole tanto tempo, meno che qualche settimana: ma bisogno tenere duro e farsi forza semplicemente osservando quanti milioni di chitarristi esistono che fanno dischi, concerti o semplicemente suonano per diletto.Tutti loro ci sono passati e si sono fatti venire i calli!
In questo percorso che si compie per imparare a suonare, come in qualunque altro viaggio, è importante non sentirsi soli e poter contare sul supporto di qualcuno: un maestro, degli amici, degli eroi a cui guardare come riferimento, persone che si interessano e supportano i nostri sforzi; a volte un buon consiglio o uno stimolo dati al momento giusto, possono essere risolutivi e sbloccare nuovi processi di apprendimento, agevolandoci nella crescita.
Da ultimo c’è un libro , un testo che mi sento assolutamente di suggerire perché credo possa essere un guida eccellente per ottimizzare il proprio percorso nell’apprendimento della chitarra. L’ho letto non so quante volte perché sprona ad avere la giusta mentalità per imparare. Ogni chitarrista leggendolo, non potrà che beneficiarne.
Mi piace guardare al suonare la chitarra come alla possibilità di esprimersi nella propria unicità; per questo bisogna da subito avvertire la necessità dello studio, della padronanza di tutti quegli strumenti tecnici e teorici che ci permetteranno di far uscire la nostra voce attraverso la chitarra in maniera chiara, fluida e – soprattutto – divertente per noi e chi ci ascolta."
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