di redazione [user #116] - pubblicato il 25 giugno 2019 ore 07:30
Il Custom Shop Charvel compie 40 anni nel 2019 e le prime chitarre introdotte al Namm del 1979 tornano in produzione per l’anniversario.
Secondo i cultori, la vera culla del custom è da ricercare ad Azusa in California, in un piccolo laboratorio di riparazioni inaugurato agli inizi degli anni ’70.
Il nome di Wayne Charvel si faceva strada tra gli appassionati di chitarra elettrica, annoverando diversi nomi noti tra i suoi fedeli clienti. Il suo Charvel’s Guitar Repair era un apprezzato laboratorio per la riparazione e il setup degli strumenti, ma divenne un riferimento per quei primi sperimentatori alla ricerca di cenni estetici e funzionali che gli consentissero di spiccare tra la folla. Battipenna originali e hardware personalizzato erano il business principale, praticato per corrispondenza, insieme alla costruzione di alcuni ricercati modelli solid body assemblati con componenti provenienti anche dalle riserve Fender.
A causa di problemi finanziari e cattive scelte direttive, Wayne non riuscì mai a far decollare il laboratorio. Fu necessario attendere l’ingresso in scena del visionario Grover Jackson, dapprima socio minoritario e infine nuovo proprietario dello studio quando, nel 1978, decise di rilevare l’attività per rilanciare il marchio, all’epoca prossimo alla chiusura.
La presentazione del brand Charvel avvenne al Namm del 1979. Quell’anno videro la luce gli strumenti che sono oggi dei veri marchi di fabbrica imitati e presi a riferimento da mezzo mondo. Esattamente 40 anni più tardi, nel 2019, il Custom Shop Charvel festeggia la propria tradizione artigianale. La squadra di builder, tra cui i professionisti che hanno assistito in prima persona all’esordio dell’azienda, ha rivolto lo sguardo a quella prima magica annata e ha selezionato undici tra chitarre e bassi da riproporre in maniera fedele a una nuova generazione di musicisti.
La gamma acquista il nome di Throwback Collection, prende di mira shape classici come San Dimas Style 1 e Star e li spinge all’estremo con finiture eccezionali basate su raffinati lavori di vernice insieme a legni figurati e selezionati. Un tributo alla propria storia sono anche le configurazioni di elettronica e hardware, fedeli alle scelte effettuate all’epoca come una fotografia capace di imprimere nel tempo una scena musicale fatta di pickup DiMarzio Super Distortion e ponti mobili pre-Floyd Rose accuratamente regolati per consentire escursioni più ampie del solito senza dover scendere troppo a patti con la tenuta d’accordatura.
In un recente video ufficiale, i builder del Custom Shop raccontano il lavoro dietro le produzioni artigianali Charvel, dalle esperienze dirette al fianco dei musicisti che hanno contribuito a consacrare il marchio nel tempo ai più recenti ritrovati stilistici.