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Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio
Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio
di [user #116] - pubblicato il

Il personal monitoring è il metodo di monitoraggio più utilizzato sui palchi odierni. Comporta vantaggi tecnici e pratici, contribuendo a rendere più silenzioso lo stage e più preciso l’ascolto.
Gli in-ear monitor sono molto apprezzati onstage. Migliorano l’esperienza del musicista, che può avere un mix perfetto direttamente nelle orecchie, muovendosi in libertà sul palco. Allo stesso tempo aiutano il lavoro dei fonici FOH e di palco, liberando la microfonazione dai rientri tipici dei wedge monitor e il monitoraggio da Larsen e rumori. 
Per essere realizzato al meglio un sistema di in-ear deve seguire alcune regole. Proponiamo una serie di suggerimenti utili per scegliere e costruire un personal monitoring system. 

Tipologie di antenne
Il tema è complesso, per comprenderlo occorre addentrarsi brevemente nelle leggi della fisica, cercando di semplificare per quanto possibile.
Il campo elettromagnetico è costituito - come dice il nome - dai campi elettrico e magnetico: il campo elettrico genera delle cariche, il cui movimento nello spazio genera il campo magnetico. E’ importante considerare che i due campi tra loro sono ortogonali, creano cioè un angolo di 90°: questo aspetto è determinante nella scelta dell’antenna e del suo posizionamento. 
Caratteristica fondamentale nella scelta dell’antenna è la polarizzazione, ovvero la definizione del movimento del campo elettrico, che può essere lineare, circolare ed ellittica. La scelta della polarizzazione va fatta in base al tipo di lavoro che si sta svolgendo e al posizionamento di antenne e ricevitori. 

Le tipologie di antenna differiscono sulla base del guadagno che permettono di avere rispetto all'antenna isotropica. Qui di seguito ecco le varie tipologia in ordine di gain. 

Antenna Isotropica: è un’antenna teorica, ovvero presa come riferimento per il calcolo del guadagno delle antenne reali, che trasmette e riceve in tutte le direzioni in maniera uniforme e con guadagno di 0db. 
Antenna omnidirezionale: è a polarizzazione lineare, può essere sia di tipo dipolo 1/2 onda, con meno guadagno e la maggior apertura possibile, oppure a 1/4 di onda ground plane, in genere montata all’interno dei body pack. Questa ha 2,14dB di guadagno rispetto all’antenna isotropica. 


Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio

Antenna LPDA (Log-Periodic Dipole Array): sono le classiche “palette”, con diagramma polare assimilabile a una figura cardioide. Gli elementi utilizzati per costruirla variano a seconda dei costruttori e questo varia sia il guadagno sia l’apertura. Hanno un guadagno anche doppio rispetto alle omnidirezionali, ma mantengono una polarizzazione lineare. 

Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio

Antenna elicoidale: a differenza delle due che precedono, le antenne elicoidali hanno una polarizzazione circolare. Sono antenne che permettono di aumentare (spesso anche quadruplicare) la distanza coperta dal segnale, raggiungendo guadagni anche di 12dBd anche se con piccoli sacrifici di apertura laterale. 


Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio

Cavi Coassiali
Il cavo comporta una perdita nella linea di trasmissione direttamente proporzionale alla lunghezza del cavo, tanto più grande quanto più alta è la frequenza. Quando si sostituisce l’antenna nel sistema di in-ear per aumentare il guadagno bisogna scegliere un cavo adatto per non vanificare l’incremento di segnale ottenuto. Nella tabella seguente sono indicate le perdite per tipologia di cavo. 


Personal Monitoring: come affrontarlo al meglio

Scelta delle frequenze
Per questo argomento si rimanda all’articolo sull’uso delle radiofrequenze in Italia e a quello sulla scelta del corretto sistema radio dato che per gli in-ear il discorso è identico. 
Stereo o dual mono
Il sistema di in-ear monitoring può configurarsi come stereo o dual mono. Nel caso dello stereo, se supportato dal trasmettitore, il segnale left e right sono collegati e inviati alla cuffia sinistra e destra dal bodypack. Per esempio: se il batterista vuole avere il click solo nella cuffia Left basta mandare dal banco il segnale nell’L del suo in-ear. Il sistema dual mono invece somma i due segnali su entrambi gli auricolari. Utilizzando lo stesso esempio di prima,  si manda su un canale il solo click, sull’altro il mix della band. Il batterista intervenendo sul PAN dei due canali può avere su entrambi gli auricolari più o meno click e più o meno band. Altro esempio tipico si ha con il monitoring della voce. Si manda band e direct out della voce ai due canali. Il cantante così ha la piena gestione del mix dei due segnali intervenendo sul bilanciamento dei canali L e R. 

Queste sono alcune nozioni di base da osservare quando si installa un sistema di personal monitoring. Per approfondire i concetti trattati segnaliamo il webinar specifico realizzato da Shure Italia.



 
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