VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Phase switch: svelato il mistero
Phase switch: svelato il mistero
di [user #16167] - pubblicato il

Su moltissime chitarre acustiche, soprattutto quelle con sistemi di amplificazione con eq e accordatore on-board troviamo un interruttore chiamato phase o phase inverter. Ecco spiegato a cosa serve e quando va utilizzato.
Spesso si tende a considerare il phase switch un semplice disinnescatore di feedback. Viene spacciato per un interruttore magico che permette di evitare che tra chitarra acustica e impianto si inneschi quel fastidioso fischio detto anche Larsen. In realtà quello che fa quel pulsante è molto di più, anzi, permette di risolvere un problema ancora più complesso del semplice ritorno dal monitor: la fase, appunto. 

Qui potete vedere due onde sonore, identiche per lunghezza e frequenza. L’onda sotto viene invertita rispetto all'onda a sinistra. Se queste due onde fossero riprodotte simultaneamente dallo stesso altoparlante con lo stesso volume, si cancellerebbero completamente a vicenda e non si sentirebbe alcun suono. Ci sarebbe silenzio.

Phase switch: svelato il mistero

Anche la riproduzione del suono fuori fase della chitarra soffre, in una certa misura, di annullamenti di fase. I sistemi di amplificazione, le unità di effetti o qualsiasi dispositivo audio elettronico possono o meno invertire la fase di ingresso del segnale in arrivo. Nella maggior parte dei casi i produttori non lo specificano.

Ogni strumento acustico proietta le onde sonore in una determinata fase quando viene suonato scollegato. Semplificando la fase proiettata dalla sorgente del diffusore amplificato deve essere in fase con le onde sonore dello strumento acustico o il risultato non sarà ottimale.

Se le onde sonore naturali e amplificate dello strumento sono sfasate, il risultato è un feedback precoce e un suono sottile e sbilanciato, che può essere tollerabile in alcune gamme di frequenze (posizioni sulla tastiera) e abbastanza evidente in altre, anche con conseguente cancellazione del suono su alcune note.

L'interruttore di fase consente la correzione istantanea di questo problema. Quando si attiva e disattiva un interruttore di fase, si noterà un tono più pieno, più caldo e ben bilanciato con meno feedback.

Phase switch: svelato il mistero

Quando utilizzare il pulsante è presto detto: sempre, o meglio, un tentativo è sempre bene farlo, non solo per migliorare il suono, ma anche per allenare le orecchie a sentire fasi e controfasi. Non bisogna aspettare che si presenti un feedback per provare cliccare il phase inverter. Una volta collegato lo strumento è bene provare entrambe le modalità. Delle due quella che suonerà più piena e con minor feedback sarà quella ottimale. 

Ovviamente bisogna fare questa prova ogni volta che ci si trova su un palco, a seconda di ogni impianto e di ogni amplificatore che si utilizza la situazione potrebbe essere diversa.
Nascondi commenti     6
Loggati per commentare

di Sykk [user #21196]
commento del 06/09/2019 ore 09:09:3
Bravo, articolo utile, spesso non si ottengono risultati migliori perché non si capisce a fondo la propria strumentazione.
A me capita spesso di avere a che fare con cantanti che in caso di feedback pensano di dover abbassare il gain dal mixer, senza capire che il gain è un volume, e una volta regolato più alto possibile ma in modo da non avere clipping non va più toccato, o meglio abbassare il gain ha lo stesso effetto di abbassare il volume dal fader.
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 06/09/2019 ore 15:27:21
più che altro sarebbe anche ora di smettere di tirare tutti i pre al limite del clipping, potevo capire tanti anni fa, ma oggi è una pratica che non ha più senso e ha solo svantaggi, uno su tutti la minore headroom unita ad un mix che suona di base troppo forte. La necessità di tirare i pre nasceva più che altro per massimizzare il SNR, visto che negli stadi di processing successivi all'input con relativo pre c'erano tante fonti di rumore. Ad oggi non serve più, sia perchè abbiamo componenti migliori e molto meno rumorosi, sia perchè ormai è quasi tutto digitale, quindi una volta dentro il segnale viene convertito e trattato da un processore, e non cambia nulla tra averlo fortissimo o a livelli normali. Sempre tanti anni fa con i primi sistemi digitali si tirava il pre per poter sfruttare tutta la dinamica dell'ADC, il convertitore analogico digitale, perchè si avevano pochi bit quindi poca risoluzione, ma di nuovo, nel 2019 abbiamo convertitori di qualità, che lavorano tranquilli a 24 bit se non di più, quindi la risoluzione è comunque elevatissima e non serve tirare tutto a cannone con il rischio di saturazioni indesiderate e che suonano male. Attenzione, regolare il gain e il fader non è la stessa cosa, sono posti in due punti diversi del circuito di una console analogica (o in due punti diversi del processing se digitale), quindi impattano diversamente, anche perchè poi ci sono tutti i vari send, aux, eq, fx etc... che possono spesso essere pre o post fader e così via.
Rispondi
di TidalRace [user #16055]
commento del 06/09/2019 ore 10:14:41
MI permetto di aggiungere alcune precisazioni: il volume tra suono acustico e amplificato deve essere paragonabile all'orecchio dell'ascoltatore, altrimenti se quello amplficato vale un ipotetico 100 (un valore inventato solo come ordine di grandezza) e quello acustico 1 la differenza è praticamente nulla. La fase non ha senso sugli strumenti totalmente elettrici, ma è da tenere in considerazione anche per le semiacustiche, per via del feedback. Inoltre la fase non è mai sempre corretta (come sulla curva rossa) o completamente rovesciata (curva blu), a seconda del tipo d'equalizzazione che diamo al nostro suono la fase può slittare nel tempo fino a rovesciarsi. In genere poca equalizzazione significa poca variazione della fase, tanta equalizzazione significa tanto spostamento della fase. Il problema naturalmente è sentito maggiormente sulle frequenze basse che hanno i valori della lunghezza dell'onda sonora molto più grandi.
Rispondi
di Denis Buratto [user #16167]
commento del 06/09/2019 ore 10:35:3
Ciao Tidal, grazie per le considerazioni. L’articolo è volutamente un entry level. L’argomento fasi/controfasi è molto vasto e complicato. :-)
Rispondi
di AlexB utente non più registrato
commento del 06/09/2019 ore 10:30:57
Molto interessante, approfondirò tale aspetto!
Rispondi
di simonec78 utente non più registrato
commento del 08/09/2019 ore 11:14:04
Queste faccende con la fase sono sempre molto interessanti. Lavorare tenendo conto di queste cose evita molti contrattempi, sapendo gestire queste cose si possono usare le fasi a proprio vantaggio. Di solito i filtri (oltre che i phaser naturalmente) lavorano con questi concetti.
Rispondi
Loggati per commentare

Altro da leggere
A lezione privata di Helix con Cervetto e Gianlorenzi: è gratis!
Il Restauro della Fender Stratocaster del... 1953! [IT-EN]
SHG Music Show cambia pelle per il 2024
Lantec: la bacchetta italiana con Aramini
1073SPX-D: il rack Neve diventa una scheda audio
Serve davvero cambiare qualcosa?
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Serve davvero cambiare qualcosa?
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964