di redazione [user #116] - pubblicato il 01 novembre 2019 ore 15:00
Angelo Capozzi si occupa di produzione musicale, esibizioni live, promozione artistica-culturale e didattica di vari strumenti musicali. Polistrumentista, suona l’Ukulele sia da solo che con la sua band i Tubadu.
Lo abbiamo raggiunto per un'intervista proprio riguardo la sua produzione didattica riguardo l'ukulele, in collaborazione cone Volonté & Co.
L'ukulele è uno strumento che sta davvero prendendo piede sul mercato italiano. Quale pensi sia stato il punto di forza che l'ha fatto apprezzare così tanto?
La forza maggiore di questo strumento credo sia la sua innata spontaneità, la praticità, la leggerezza. Un piccolo oggetto in grado però di riprodurre i principali elementi della musica: il ritmo, la melodia e l’armonia. Con uno sforzo delle articolazioni minimo si possono ottenere facilmente accordi, suonare dei temi e accompagnare ritmicamente altri strumenti o la propria voce. L’ukulele è inoltre un mezzo di divulgazione didattico-musicale davvero efficace, essendo economico e facilmente maneggiabile è lo strumento ideale per insegnare la musica nelle scuole di qualsiasi ordine e grado,dai bambini della scuola dell’infanzia ai ragazzi delle scuole secondarie.
Spesso ci si approccia all'ukulele come un surrogato della chitarra, all'apparenza più facile. Sappiamo bene che non è così. Quel è l'approccio che suggeriresti tu per avvicinarsi a questo strumento?
Esistono davvero mille possibilità e modi per approcciarsi a questo strumento ormai usato in ogni genere musicale e suonato in ogni modo. Se si arriva dalla chitarra, come ci sono arrivato anche io, il mio consiglio spassionato è quello di non trattare l’ukulele come se fosse una chitarra in miniatura, sin dal primo approccio. Inutile fare riferimento agli accordi e alle posizioni, cercate di ripartire da zero studiando le posizione nella forma richiesta. Anche la posizione della mano che pizzica e totalmente differente: il polso è piegato quasi a 90 gradi sulla tastiera e suonano quasi sempre solo le unghie e non i polpastrelli. Partire con l’impostazione della chitarra non vi farà ottenere il giusto suono da questo strumento, almeno quando lo suonerete acustico. Io mi sono concentrato molto sugli ukulelisti americani come Roy Smeck, George Formby, Cliff Edwards ma anche sui grandi ukulelisti hawaiani come Israel Kamakawiwo’ole, Herb Ohta
Ci sono diverse tecniche con cui suonare l'ukulele, tu su quella fingerstyle hai perfino scritto un metodo dedicato. Come hai deciso di affrontare l'argomento? Quale pensi sia il percorso giusto da seguire per approfondire al meglio questa tecnica?
Innanzitutto io intendo il ‘fingerstyle’ non come una sola tecnica ma come un insieme di varie tecniche dell’uso delle dita che pizzicato le corde. Partendo da questo ho cercato di semplificare in piccoli pattern i vari movimenti articolari che vanno studiati con metodo in modo da immagazzinare una memoria della articolazione. Quando il processo di memorizzazione è consolidato, ho applicato questi movimenti a una serie di esercizi musicali che vanno dall’arpeggio classico, agli accompagnamenti pizzicati e alle armonizzazioni, in cui si riesce a far suonare ritmo, melodia e accordi contemporaneamente, come se l’ukulele fosse un pianoforte. Sempre in maniera graduale e cercando sempre di utilizzare subito la tecnica per eseguire un brano o un accompagnamento di una canzone famosa.
L'ukulele sta riscuotendo molto successo anche nelle scuole dove, forse, sta riuscendo nel sostituire il caro e vecchio flauto. Pensi che dal punto di vista didattico sia un vantaggio per i ragazzi avvicinarsi a uno strumento polifonico come l'ukulele rispetto a uno monodico come il flauto dolce?
È fuori di ogni dubbio. Con questo non voglio dire però che il flauto non serva nelle scuole. Anzi, in una scuola ideale, la musica andrebbe insegnata sfruttando le potenzialità di ogni strumento. Almeno in una fase scolastica primaria, il bambino dovrebbe avere la possibilità di cimentarsi con perlomeno 4 delle principali famiglie di strumenti: fiati, percussioni, corde e tasti. Chiaramente se, come spesso accade, i mezzi economici e strutturali non permettono tali possibilità, credo che la scelta dell’ukulele sia tra le più formative. In definitiva con un ukulele si può fare ritmo come con le percussioni, suonare melodie come uno strumento a fiato e fare accordi come un pianoforte. Ma la cosa più importante è che lascia all’allievo la libertà di movimento e della voce, che è il primo strumento che ogni individuo può usare per arrivare a conoscere e godere della musica.
Dacci un paio di suggerimenti su come scegliere il primo strumento.
Questo è davvero un compito arduo e pressoché impossibile. L’ukulele è prodotto ormai in ogni forma, dimensione, colore e materiale. Ci si può innamorare di questo strumento per ognuna di queste qualità. Il problema principale infatti è la dipendenza. Dopo il primo acquisto e l’innamoramento iniziale, diventa una ricerca compulsiva ed esistono centri di recupero per ukulele- dipendenti. Io ho strumenti professionali e artigianali di grande pregio ma spessissimo suono con il mio primo Mahalo in compensato. Praticamente con le medesime soddisfazioni. Il mio suggerimento quindi è solo uno: se vedete un ukulele compratelo, ne vale la vostra felicità.
Hai completato già due manuali sull'ukulele, uno più completo e generale e l'altro più specifico. Stai lavorando a qualcosa di nuovo?
Si, sto per pubblicare un metodo sulla ritmica. La tecnica dello strumming riportata però a diversi generi musicali, con molti esempi per fare pratica. Vorrei approfondire il tema del ritmo mentre nel precedente mi sono dedicato all’armonia. Questi due libri insieme sono, in realtà, un manualeavanzato dello strumento a continuazione del manuale completo; in questo modo si può provare a fare un percorso didattico graduale in cui da una iniziale conoscenza della musica e dello strumento, ci si evolva verso un uso più elaborato e anche creativo, migliorando la tecnica e le competenze musicali.
Un saluto a tutti i lettori di Accordo.it e che l’ukulele sia sempre con voi! Angelo Capozzi