VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Upgrade degli altoparlanti: la sfida di Jensen
Upgrade degli altoparlanti: la sfida di Jensen
di [user #6868] - pubblicato il

L'altoparlante tra gli elementi più caratterizzanti nella catena del suono. Un Fender vintage e due coni di nuova concezione danno il La per un test pratico.
Ogni musicista con solida preparazione tecnica è ben consapevole che gli altoparlanti costituiscono un anello di primaria importanza nella catena che compone il suono. Eppure i chitarristi all’infaticabile ricerca di eccellenza timbrica sono generalmente più attratti da esperimenti con pickup, effetti a pedale e valvole e spesso sembrano trascurare la possibilità di sperimentare altoparlanti diversi da quelli in dotazione di fabbrica. È piuttosto paradossale se si considera che cambiare un cono può determinare un drastico miglioramento di prestazioni e suono dell’amplificatore, pur essendo un’operazione semplice e non particolarmente costosa.
L’incontro con un Fender Twin Reverb vintage originale del 1969 in eccellenti condizioni, ci ha offerto lo spunto per approfondire l’argomento.

Upgrade degli altoparlanti: la sfida di Jensen

La costruzione degli altoparlanti per gli amplificatori Fender vintage era affidata in appalto a terzi. In un amplificatore Fender d’epoca è dunque possibile trovare altoparlanti originali, prodotti da una qualunque delle aziende fornitrici esterne.
Nei vari anni di produzione, le aziende interessate erano Oxford, CTS, Utah, Jensen e JBL. Ognuna di queste cinque case costruttrici aveva un codice identificativo assegnato dalla EIA (associazione delle industrie di elettronica) e leggibile sul bordo esterno del telaio dell’altoparlante.
Naturalmente, negli anni, i musicisti hanno maturato le proprie preferenze. In particolare gli altoparlanti JBL, pur di elevata qualità costruttiva, non sempre incontravano il gusto dei chitarristi amanti di sonorità calde e distorte e gli altoparlanti Oxford e Utah apparivano generalmente troppo compressi e poco efficienti. In buona sostanza, Jensen produceva gli altoparlanti più riveriti e apprezzati tra le varie alternative possibili.

Gli altoparlanti originali del nostro Twin Reverb riportano il marchio Utah. A dispetto della loro scarsa reputazione, bisogna riconoscere che la voce di questi speaker è tutt’altro che sgradevole: da coni vintage di tutto rispetto, generano una miscela di frequenze calda e cremosa.
Tuttavia c’è un margine di miglioramento: l’efficienza dei coni Utah è alquanto limitata, in particolar modo sulle basse frequenze, dove manifestano la tendenza a entrare un po’ “in sofferenza” perdendo definizione. Forte è la tentazione di sperimentare il confronto di resa con i mitici coni Jensen.

Sica altoparlanti è un’azienda di Senigallia che ormai da diversi anni ha assunto la missione di ridare linfa vitale al marchio Jensen, raccogliendo l’eredità della leggendaria industria americana. La nuova Jensen costruisce riedizioni dei vecchi coni made in Chicago con cura maniacale, grazie a scrupolosi studi delle caratteristiche costruttive originali.
Jensen ha raccolto senza timore la nostra sfida, anzi, ha rilanciato indicandoci due diversi percorsi paralleli di upgrade degli speaker: uno “filologicamente corretto”, con l’utilizzo di fedeli riedizioni vintage, e uno più “moderno” con altoparlanti di nuova concezione.
Abbiamo dunque documentato questa esperienza con due filmati: il primo è un report della soluzione “vintage” con classici coni ceramici C12N, fedele riproduzione degli altoparlanti nei leggendari Twin “Blackface” anni ’60.



Jensen tuttavia non si è cullata sul successo delle riedizioni vintage ed è andata oltre, sviluppando progetti originali e utilizzando nuovi materiali, per coni dal sound più moderno. Nel secondo video sperimentiamo una coppia di Jet Tornado, altoparlanti innovativi con magnete al neodimio scelti da George Benson a corredo della versione di Twin Reverb a sua firma.
L’occasione ci ha servito un assist per sviscerare l’argomento. In particolare, oltre agli immancabili riferimenti storici, dedicati agli amanti di vintage, nei due filmati approfondiamo alcune tematiche di fondamentale importanza. Tra gli argomenti trattati ci sono: rapporto tra potenza dell’ampli e tolleranza del cono, differenze timbriche tra magneti di diverso materiale, rodaggio, stagionatura e deterioramento dei coni.

I filmati sono in Inglese ma precisi sottotitoli italiani o inglesi, attivabili nel player, ne agevolano la visione.

c12n casse e altoparlanti gli articoli dei lettori jensen tornado 12
Nascondi commenti     15
Loggati per commentare

di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 05/11/2019 ore 16:08:35
Come responsabile Marketing e Communication per Jensen Speakers, ci tenevo innanzi tutto a ringraziare Bob per il magnifico lavoro fatto. Bellissima ricostruzione storica dell'avventura Jensen nel mondo dell'amplificazione, interrotta bruscamente alla fine degli anni '60, e rincominciata a fine anni '90, per merito dell'italianissima Sica Altoparlanti. Come sempre, per qualsiasi curiosità o approfondimento, sono a disposizione, qui, o sulle pagine www.facebook.com/jensenspeakers o www.facebook.com/amatteroftone.
Per il motore di comparazione online degli altoparlanti Jensen, presentato da Bob, ecco i links:
www.sica.it/en/demo-en
www.jensentone.com/demo
A presto!
Ignazio Vagnone
Jensen Speakers
A Matter of Tone
Rispondi
di diagae [user #36366]
commento del 03/10/2021 ore 15:22:52
Ciao sapresti dirmi la differenza fra il Jensen C10R e il Jensen C10Q?
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 04/10/2021 ore 09:38:29
Ciao! La lettera indica la categoria di peso del magnete e di conseguenza la potenza dell'altoparlante; i Q sono più potenti, vengono comunemente impiegati per ampli di media potenza stile '59 Bassman, Tremolux e Vibrolux; gli R sono la scelta più appropriata per ampli tipo Princeton et similia.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 04/10/2021 ore 11:03:15
Ciao, oltre alla differenza di peso del magnete, come giustamente ha fatto notare Bob, c'è un'altra differenza sostanziale, che è il diametro della bobina mobile. Questo parametro incide sia sulla tenuta in potenza che sul timbro. Ecco la chiave di lettura:
R: bobina da 1" (25mm), potenza massima sopportabile attorno ai 20/25W
Q: bobina da 1 1/4" (32mm), 35/40W
N: bobina da 1 1/2" (38mm), fino a 50W
K: bobina da 2" (50mm), fino a 100W
Maggiore il diametro, maggiora la capacità di dissipare il calore, quindi di "tenere" potenze più elevate.
Il peso di una bobina mobile più grande riduce leggermente l'efficienza sulle frequenze più elevate, quindi, a parità di ogni altro elemento, una bobina più grande ha un suono più morbido ed arrotondato sugli acuti. Infatti gli R tipicamente sono più brillanti dei Q, e via andare...
Cambiando l'equilibrio tra bassi ed alti va a cambiare un po' il carattere complessivo dell'altoparlante. Ad esempio, gli altoparlanti di impostazione "british" hanno quasi tutti una bobina mobile da 1 3/4" (44mm), che offre quell'aggressività sulle medioalte tipica degli amplificatori tipo Marshall o Vox...
Poi, nello specifico tra il C10R e il C10Q, cambia anche la membrana... nel C10R la membrana è "seamed", ovvero consiste in un foglio di cellulosa piegato a formare il profilo del cono, e incollata. Nel C10Q invece la membrana è "formed" quindi stampata a partire da un foglio piano per dargli il profilo desiderato. Due tecniche diverse, due suoni diversi...
Lievemente diversi anche il pattern di corrugazione (le "nervature") sulla superficie della membrana, che sono ottimizzate per controllare la distorsione armonica alle varie frequenze...
Sembrano simili, ma ci sono tante piccole differenze che ne fanno due oggetti con un suono molto diverso!
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 04/10/2021 ore 12:13:55
Interessantissimo Ignazio! Avete mai considerato la possibilità di riprodurre i rarissimi P10P?
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 04/10/2021 ore 16:15:52
Ciao Bob... temo non sia nel piano... sono appunto "troppo rari" per poter collezionare una quantità sufficiente di esemplari per poter fare un'analisi corretta del suono e un back-engineering. E poi, francamente, la domanda è praticamente inesistente per giustificare l'investimento, soprattutto se bisognasse sviluppare e ordinare una membrana apposta per il P10P... i costruttori di membrane impongono quantitativi minimi d'ordine abbastanza impegnativi. Purtroppo a volte bisogna "anche" fare i conti prima di lanciarsi in un progetto come questo :)
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 04/10/2021 ore 17:59:47
Certo, capisco benissimo Ignazio, tutto chiaro. Naturalmente qualsiasi azienda deve ponderare bene la propria offerta e fare i conti con la realtà del mercato.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 06/11/2019 ore 11:08:57
Molto interessante, soprattutto il precedente, storicamente e tecnicamente parlando. Sul mio Twin, master volume del '73 (in cui sono subito andato a controllare le stampigliature sugli altoparlanti) ho trovato stampigliato sui magneti (nessuna stampigliatura sul cestello): 005379 e sotto 1098643, come vedi nessuna lettera e nessuna corrispondenza di numeri/produttore, al centro del magnete c'è il solito grande adesivo Fender. Sapresti darmi qualche notizia ulteriore? Grazie, Paul.
Rispondi
Loggati per commentare

di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 06/11/2019 ore 12:45:14
Ciao Paul,
difficile senza vedere una foto dell'altoparlante... Buttata lì, visto il periodo, potrebbe essere un Eminence, ma ripeto, senza vedere la foto è un un po' un prenderci :) Se vuoi, possiamo guardarci, nel commento precedente ci sono i miei contatti fb!
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 06/11/2019 ore 14:32:56
Grazie per il tuo interesse Paul! In effetti, considerato l'epoca, i tuoi altoparlanti potrebbero essere CTS, ma anche in quel caso dovrebbero avere un codice numerico che inizia per 137 stampato sul bordo del telaio. Come ti diceva Ignazio è difficile poterci capire qualcosa senza foto. Immagino che tu possa dare per certo che non siano coni successivi, ad esempio anni '80, giusto?
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 06/11/2019 ore 17:44:19
Buongiorno a tutti e grazie per l'interessamento. Ho acquistato il TwinReverb Master volume, dopo essermene innamorato, (col mastervolume estraibile per attivare il loudness), di seconda mano il 12.04.1986, chi me lo vendette mi disse di non averci mai fatto niente e di averlo comprato nuovo a Bologna nel '74, dal negozio LTA di via delle Lame (non più esistente da almeno 30 anni). L'ho datato grazie all'eccellente sito di Igor Amp all'indirizzo:
vai al link ed ho accertato che è stato prodotto nel '73. Ho già fotografato il cono ma non so come inserire la foto in una risposta come questa, se m'indicaste il metodo lo farei direttamente. Come appassionato di Alta Fedeltà fin dal '70, sono perfettamente cosciente che per almeno il 50%, la qualità del suono finale dipenda dai diffusori, solo l'altro 50% dipende dal supporto sorgente, dalla testina magnetica e dall'amplificazione ecc. e parlando poi di diffusori Hi-Fi (e per me esiste solo la sospensione pneumatica), qui addirittura parliamo di open back, per cui il tutto si riduce all'altoparlante, va da se che è (ed io lo considero tale) uno degli elementi più importanti, secondi solo all'amplificazione valvolare, che sola permette tempi di salita del segnale amplificato come nessun altro tipo di elettronica può fisiologicamente fare. Paul.
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 06/11/2019 ore 18:07:45
Paul, se vuole mi contatti a info @ amatteroftone . com
sarà lieto di dare un'occhiata all'altoparlante :)
Ignazio Vagnone
Rispondi
di A Matter Of Tone [user #44285]
commento del 08/11/2019 ore 17:32:18
Beh, "mistero" risolto... con un po' di pazienza e un'ulteriore proposta di santificazione di Google... abbiamo rintracciato il costruttore degli altoparlanti del Twin Reverb di Paul. Si tratta di altoparlanti Pyle, oggetti noti per il timbro decisamente "pulito/cristallino", in linea con l'impostazione dei Fender di quegli anni.
Storia interessante: il fondatore Francis Lester Pyle fondò la Utah American Corporation, e poi, nel 1973 dopo la chiusura della Utah, fondò la Pyle Industries Inc. che ebbe attività in diversi settori, dagli strumenti musicali al pro audio, car audio, hifi eccetera.
Un saluto a tutti...
Ignazio Vagnone
Rispondi
di hotcoaldance [user #49395]
commento del 08/11/2019 ore 17:14:46
I had no idea I could be so interested in an in depth documentary about a guitar amp speakers. Fantastic work Bobchill! I' d love to learn more about older Marshall amps...got any handy for a future review? thanks!
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 12/11/2019 ore 01:37:50
Thank you for the kind words Hotcoaldance, we'll sure talk about Marshalls in the future.
Rispondi
Altro da leggere
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
B1: PA portatili da Behringer
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964