di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 10 febbraio 2020 ore 15:00
Chitarra Funk è il manuale di chitarra di Simona Malandrino, chitarrista tra le più in vista sella scena attuale e nome noto tra queste pagine. Il metodo è interessante e riuscito perché ne è assolutamente chiara l’idea alla base: scrivere un manuale che enfatizzi l’aspetto peculiare del funk, la ritmicità. In questo testo la cura e l’attenzione al groove, la proposta di esercizi volti a sviluppare gli incastri ritmici quasi prevaricano i tradizionali elementi di studio - armonico e melodico - della chitarra.
In questo modo, la sei corde è guidata in un percorso specifico che le permette di affinare quella sensibilità ritmica indispensabile per suonare in maniera coerente questo genere. Così, lo studente inizierà a pensare alla chitarra nella dimensione più ritmica e percussiva e sarà necessario iniziare a porre un peso eccezionale all’ascolto dei musicisti con cui si suona: perché, più che in altri generi, nel funk il lavoro della chitarra si deve incastrare con quello degli altri strumenti, nella volontà di trascinare il groove in sintonia e nella stessa direzione.
Solo per la volontà di affinare questa sensibilità e talento nei musicisti, questo libro fa centro.
Veniamo agli argomenti: il libro parte concentrandosi sul lavoro della mano destra. I primi cinque capitoli sono un tour de force di esercizi ritmici tra gestione dei sedicesimi e delle ghost note, differenti figure ritmiche, accenti, utilizzo dello staccato. In particolare, è riservata una certa cura nel trasmettere la capacità di mantenere il tiro ritmico anche quando non si eseguono le ghost note ma il movimento della mano che plettra continua e resta fluido, pur non toccando le corde.
Tutto questo patrimonio ritmico acquisito trova possibilità di applicazione nei successivi capitoli dedicati agli accordi: si parla dei voicing più utilizzati nel funk e di come abbellire armonicamente gli accordi con integrazioni di singole note. Il discorso più legato alla parte ritmica si conclude con un capitolo dedicato allo Swing. A questo punto, il manuale inizia a concentrarsi su alcuni aspetti più squisitamente tecnico/esecutivi, veri e propri trademark della chitarra funk. Si parla di Slide, note singole, Hamer On e Pull Off. Il testo chiude con uno dei capitoli più interessanti, quello dedicato alla tecnica dello Skunk che garantisce una delle sonorità più affascinanti e sanguigne nel funk: il chitarrista esegue linee ritmiche melodiche su una singola ma le sporca e rende più gustose percuotendo al contempo altre corde. La melodia sarà quella della nota singola ma la proiezione sonora e ritmica saranno grosse come quelle di un accordo. “Chitarra Funk” si chiude con una serie di esercizi che permettono di mettere in pratica quanto appreso nei vari capitoli, una preziosa guida alla costruzione di un suono Funk efficace e gli immancabili ascolti consigliati.