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Rider Pro: la Strat moderna di Soundsation in prova
Rider Pro: la Strat moderna di Soundsation in prova
di [user #17844] - pubblicato il

Hardware Wilkinson e configurazione elettronica efficace quanto versatile rendono la Rider Pro una scelta golosa anche per i chitarristi più smaliziati.
Due spalle mancanti con taglio asimmetrico, contour sul retro e a ridosso dell’avambraccio per ottimizzare la suonabilità, ponte mobile e configurazione HSS per una palette sonora tra le più ampie. Moltissimi strumenti in commercio corrispondono a questo identikit e un chitarrista alla ricerca di una soluzione pratica e accessibile per infoltire la propria collezione ha l’imbarazzo della scelta quando si imbarca nella caccia per una nuova Strat-style, ma solo pochi modelli possono vantare gli accorgimenti giusti per spiccare nel mucchio.

La Rider Pro riassume tutte le caratteristiche tipiche della liuteria elettrica californiana, aggiornata nei concetti con elettronica e hardware mirati alla performance, ma senza pesare troppo al portafogli di un novello musicista o di un appassionato in cerca di un muletto con qualcosa di speciale da raccontare.
Versatile per natura e con tutto il carattere della “chitarra elettrica più diffusa al mondo”, la solid body Soundsation è stata già protagonista di un articolo su Accordo alla scoperta delle basi dello strumento. Gli elementi che la compongono si sono prestati perfettamente allo scopo e il sound che ha dimostrato ha incuriosito diversi lettori, tanto da spingerci a tornare sul tema per una recensione vera e propria.

Rider Pro: la Strat moderna di Soundsation in prova

Nata per far gola a un pubblico esordiente, la Soundsation Rider Pro mette sul piatto caratteristiche tecniche capaci di incuriosire anche una platea più navigata.

Sotto una finitura sunburst a tre toni, il body in frassino sfoggia venature profonde e ben visibili, pareggiando le doti estetiche dello strumento a modelli di levatura anche superiore. Il legno, generalmente associato a pesi importanti in particolare nelle fasce di prezzo più basse, sorprende per un carico non eccessivo che ben si adatta alle sessioni musicali più lunghe o ai fisici dei giovani musicisti.
Il manico, avvitato a quattro viti, è in acero con una finitura satinata mirata a renderlo più scorrevole al tatto. La tastiera, 22 fret su un classico diapason da 25,5 pollici, è in eco-rosewood: Soundsation non racconta la ricetta dietro l’originale materiale, ma il legno ecologico fa il suo lavoro nel regalare una sensazione naturale e una buona risposta nell’insieme, per le dita quanto per le orecchie. L’approccio è quello che ci si aspetta da una Strat-style, con un manico relativamente moderno, tondeggiante ma non troppo grosso e con tasti piuttosto presenti, ideali per assecondare l’esecuzione di legati, bending e tapping.

Se la liuteria della Rider Pro regala da subito un piacevole primo impatto, a rendere più interessante il pacchetto è la dotazione di hardware ed elettronica.
Tutto è firmato Wilkinson, con un set di meccaniche bloccanti e un ponte a sei viti e sellette chiuse a coniugare stili vintage e moderni. Avere a disposizione un sistema locking incrementa la stabilità e vlocizza non di poco il cambio corde, in particolare per i meno esperti. Non si pensi, però, di poter strapazzare la leva a piacimento: il Tremolo è pur sempre d’estrazione vintage e un’escursione troppo violenta richiederà qualche ritocco all’accordatura.

Rider Pro: la Strat moderna di Soundsation in prova

Marchiati Wilkinson sono anche i tre pickup, un humbucker e due single coil nella più classica delle configurazioni scelte dagli amanti del twang con un debole per il rock.
La voce è in generale sostenuta da un output sufficiente a ricevere soddisfazione da qualsiasi overdrive, ma docile quanto basta per godere di clean brillanti e sensibili al tocco. Anche l’humbucker, splittabile alla bisogna attraverso il push-pull nel secondo potenziometro dei toni, dimostra una certa sensibilità dinamica.

A colpire positivamente è senza dubbio la risposta delle manopole.
Il roll-off del volume è regolare e facile da controllare, rendendo un piacere il passaggio tra suoni distorti, crunch e puliti solo giocando con il mignolo mentre si plettra.
Allo stesso modo, i toni offrono sfumature sempre utilizzabili. Parte degli acuti persi durante la chiusura delle frequenze alte si traduce anche in una riduzione del volume generale, che nei casi più estremi potrebbe essere il caso di recuperare con una diversa regolazione sull’amplificatore, ma è stimolante scoprire come i single coil della Rider Pro sappiano piegarsi a impieghi tipici di ben altri tipi di strumento, giocando a fare la jazz box o mimando un più corposo P90 quando il potenziometro è a metà corsa.



La Rider Pro si dimostra un piccolo coltellino svizzero da tenere in rastrelliera per ampliare la tavolozza e si conferma uno strumento appetitoso per chi muove i primi passi nel mondo elettrico ma è alla ricerca di qualcosa che possa accompagnarlo anche in fasi più avanzate.
Upgrade piccoli ma cruciali come un’elettronica sopra la media e un hardware per nulla banale nella sua fascia di prezzo fanno spiccare dal mucchio la stratoide moderna di casa Soundsation, rendendola una chitarra da non sottovalutare e, senza dubbio, da provare con le proprie mani alla prima occasione utile.
chitarre elettriche rider pro soundsation
Link utili
Rider Pro sul sito Soundsation
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 19/02/2020 ore 09:04:33
Uagliù e ià sta 300 euro. :)
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di xavier [user #9768]
commento del 19/02/2020 ore 17:58:24
Quanto è migliorato questo giovane chitarrista... ;-)
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di MM [user #34535]
commento del 19/02/2020 ore 18:04:45
Sembrano chitarre con un buon rapporto qualità/prezzo.
Sono molto dubbioso sul "frassino" del corpo.... sono molto più propenso a pensare che sia impiallacciatura di frassino, su legno non definito. Ma potrei sbagliare.
Costano 270 euro, io mi chiedo sempre come sia possibile.
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di felix9 [user #33282]
commento del 19/02/2020 ore 19:34:30
Io ho comprato due pseudo Telecaster Soundsation di qualche anno fa ad un prezzo di poco superiore ai 100€. Le ho prese per fare alcune modifiche e perché dichiaravano che il corpo era di ontano. Effettivamente ho potuto verificare che il corpo era di ontano massello in tre pezzi. Dopo questa esperienza ho acquistato una Stratocaster Soundsation usata prodotta alcuni anni fa a 50€, anche questa con corpo in ontano massello come dichiarato (non so quanti pezzi perché ho sverniciato con grande fatica solo i vani). Quindi per la mia esperienza quanto dichiarato dal produttore è sempre stato rispettato. Sicuramente la produzione in Cina ha abbattuto i costi a livelli impensabili solo alcuni anni fa.
Se penso alla mia prima chitarra elettrica, una Squier Stratocaster pagata nel 1987 880.000 Lire, cioè il mio stipendio di allora, mi rendo conto di quanto è cambiato il mercato delle chitarre.
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di umanile [user #42324]
commento del 19/02/2020 ore 21:41:41
Anche a quell'epoca esistevano copie giapponesi economiche di buona fattura. Oggi sono ricercate.
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di satisfaction [user #17423]
commento del 19/02/2020 ore 20:25:0
Non mi esprimo in merito alla qualità dello strumento poiché non conosco il marchio, però il rapporto hardware/prezzo appare sicuramente vantaggioso. Parlando di caratteristiche, rimango tuttavia inorridito dalla scelta commerciale di abbinare delle meccaniche autobloccanti con un ponte tipo vintage a 6 viti e degli abbassacorde che le corde scordano al solo sguardo. Siamo nel 2020 e siamo ancora legati al vintage persino sugli strumenti di nuova costruzione. Perfino l'azienda che ha inventato lo strumento Strat ha introdotto negli ultimi anni una serie di strumenti con caratteristiche effettivamente più attuali e finalizzate alla versatilità e alla performance. Non vedo perché altri marchi, non certo famosi per gli strumenti vintage, non debbano orientarsi maggiormente su tale strada...
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di Repsol [user #30201]
commento del 20/02/2020 ore 07:52:51
Ponte a 6 viti e abbassacorde sono ancora presenti probabilmente nel 90% della produzione Custom Shop e in una percentuale comunque imlortante della produzione standard.
Io non ho mai avuto un problema di accordatura con questa accoppiata.
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di satisfaction [user #17423]
commento del 20/02/2020 ore 12:22:1
Io possiedo sia chitarre con ponte a 6 viti che a 2 pivot. Nel ponte a 6 viti, oltre che disporre di escursioni meno ampie e meno morbide, trovo che raggiungere un setup soddisfacente dal punto di vista della tenuta dell'accordatura sia più complicato e richieda più esperienza rispetto al caso 2 pivot. La mia perplessità riguarda la scelta di utilizzare delle meccaniche autobloccanti assieme ad un ponte vintage. Con delle meccaniche classiche avrebbero potuto probabilmente limare un po'il prezzo, ed offrire un prodotto più bilanciato. Questa ovviamente è la mia discutibile opinione...
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di Spotty [user #29357]
commento del 21/02/2020 ore 18:09:54
Ma ragazzi diciamoci la verità una solid body, per quello che ha dentro e per come è fatta, non dovrebbe costare tanto più di così, poi naturalmente, tutto si può migliorare, tutto costa, si possono fare lunghi studi e ricerche per migliorare anche aspetti non proprio essenziali, selezionare legni migliori (?!), si può mettere tutto nelle mani di un valido liutaio (che poi sia in grado di fare meglio di macchine a controllo numerico è tutto da dimostrare) che con cura ed accorgimenti, che però costano, può perfezionare ulteriormente. Ma differenze abissali non ne sentirete mai (era una volta...).
Tutti fanno l'esempio della Ferrari e della 500 ma non è così, quelli sono prodotti, concepiti diversamente: allora prendiamo una 500 raffiniamo tutto l'umano raffinabile all'interno, e nella meccanica alla fine può venire a costare massimo 2 o 3 volte il modello base... a meno di non usare oro o pelle umana... ma se costa 10 o 20 volte un modello che come suono e feeling è quasi indistinguibile, c'è qualcosa che non quadra: Le prime Squier Japan lo hanno mostrato.
Poi anche avere Fender scritto sulla paletta conta: come diceva Homer Simpson che serve avere una Honda se ti fregano il marchio e nessuno capisce più che ce l'hai.
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di JoeManganese [user #43736]
commento del 25/02/2020 ore 18:04:23
"Se costa 10 o 20 volte un modello che come suono o feeling è quasi indistinguibile..".
Ma in che film? Un manico di una stratocater o telecaster bella, sui 2000 euro, non c'entra nulla con quelli cinesi o di finta liuteria. Le rifiniture, i tasti, e lo stesso suono . Con 300 euro non si compra un manico del genere. Film già visto l'anno scorso quando un amico ha avuto l'idea di farsi fare a pezzi la chitarra, spendendo alla fine come una messicana ma ritrovandosi tra le mani una roba che suona male.

È sbagliato pensare che per raddoppiare la qualità di una cosa basti raddoppiare lo sforzo o i materiali. Questa proporzionalità lineare non esiste in natura. A volte anzi spesso per migliorare del 20% un prodotto serve aumentare dell'80% il costo. Mica palle.
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