Titolo alternativo:"Comunque è sempre questione di tensione anodica e della negativa delle griglie controllo". Al momento in cui decisi di dedicarmi ad un hobby che mi sarebbe stato utile nel tempo, avevo solo 16 anni e frequentavo il terzo anno dell'I.T.I.S A. Volta di Napoli, indirizzo "Elettrotecnica", ed avevo già contratto il virus della musico-dipendenza, all'epoca limitata agli strumenti a fiato ed alle armoniche, quando mi imbattei in alcune riviste settimanali e mensili esposte nelle edicole dei giornalai, tra tutte "Sistema Pratico", "Quattro Cose Illustrate", "Costruire Diverte", "CQ Elettronica", ecc. ecc., ove si trattava anche di schemi e realizzazioni di apparecchiature elettroniche di cui alcune considerate già storiche allora. Però su tutto prevaleva l'uso dei "Transistors al Germanio" con l'esplicita premessa della limitata potenza raggiungibile, specialmente negli amplificatori, sia HI-FI che per Strumenti Musicali, ma anche in quelli usati in Trasmissione via etere, i così detti "Lineari", dove si raccomandava di rivolgersi ancora alle valvole termoioniche. Mentre quindi per i transistors il massimo della potenza ottenibile all'epoca con gli AD149 eredi degli OC26, era ~ 20 W, transistors poi ancora usati subito dopo per pilotare gli stadi finali più potenti, utilizzanti i nuovi transistors al Silicio 2N3055, tramite trasformatori d'accoppiamento (vedi gli amplificatori usati nei Leslie, con un vero e proprio amplificatorio a due transistors da 4W in classe A e con come finale un 2N3054, e i Montarbo che prevedevano invece un amplificatore interamente a transistors al Germanio da 20 W con in finale proprio due dei succitati AD149 o gli equivalenti della Mistral AD143), aventi quindi come vero schema finale di potenza un "Push Pull" di 2N3055, alimentati dualmente a 40+40 Vcc, invece per quelli di potenza ancora maggiore c'erano sempre le due scuole di uso valvolare, quella americana che predilegeva le 6L6 e quella inglese che invece predilegeva le EL34 (oppure le similiari KT66 e KT88). Per le potenze inferiori si usavano rispettivamente le 6V6 e le EL84, quest'ultime anche in doppio Push-Pull per ottenere 30W, vedi VOX e i nostrani EKO e Steelphon, ma l'americana Ampeg preferiva usare invece le 7591 di origine militare che raggiungevano i 25/30 W, alimentandole però a ~360 Vcc di anodica contro i ~300 Vcc sia delle 6V6 che delle EL84, in questo caso la potenza massima ricavabile risulta essere 15,6 W. Ho riscontrato però con il tempo una tendenza all'abbassamento della tensione anodica prevista per alimentare alcune delle succitate valvole più potenti, infatti mentre per le 6L6 è rimasta di 405 Vcc, per le EL34 è scesa dai circa 600 Vcc di allora agli attuali 405 Vcc, unica tensione rimasta invariata nel tempo è il negativo delle griglie controllo, precisando che per le configurazioni valvolari più limitate in potenza, l'alimentazione del negativo avveniva da sempre mediante l'uso del "Gruppetto Catodico", un condensatore ed una/due resistenze in serie parallelo, per i più potenti (cioè quelli che montavano le 6L6 e le EL34) era prevista un'alimentazione negativa, ricavata dagli avvolgimenti del secondario del trasformatore d'alimentazione, tra i -45 ed i -55 Vcc (Bias = Polrarizzazione). Con il tempo sono diventato sempre più ferrato in materia ed ho cercato anche di conoscere la storia dell'amplificazione valvolare di potenza, imbattendomi nella nostrana e gloriosa ditta Geloso di cui oggi posseggo un G221A da 12W con Push Pull di 6V6, mentre il più potente da loro prodotto usava una coppia di valvole 807 con l'anodica collegata ad un cappellotto metallico ubicato in testa alla valvola, cosa già vista sulle finali video EL504, valvole preferite dalla Davoli sia in semplice che doppio Push Pull. Oggi sono in possesso di un trasformatore d'alimentazione Geloso, utilizzato proprio nell'amplificatore Geloso G 274, e quale è stata la mia sorpresa quando ne ho misurato le tensioni in uscita al secondario, oltre 500+500 Vca, che raddrizzate darebbero circa 750Vcc di anodica (500 X1,41), una mezza sedia elettrica. Deduzioni mie finali: i gloriosi valvolari FBT e i loro successivi Ranger usavano come valvole finali le EL503, introvabili e già all'epoca costosissime, quindi li ho scartati a priori anche se erano degli ottimi amplificatori per il basso, i Davoli usavano le più facilmente reperibili EL504 ma anche come invertitrice di fase un doppio pentodo, la ELL80, introvabile quindi richiedente modifica del circuito con l'usoal suo posto di due EL84, i molto simili Cabotron (li ho posseduti entrambi, il 60 ed il 120 W) montavano le EL34 che si trovano facilmente e che io preferisco della Mullard, stessa cosa per i Marshall, invece per i Fender [ne ho due, il Supetwin 180 (6X6L6) ed il Bassman 100 (4X6L6)] io continuo ad usare le General Electric, le RCA o al massimo le Westingouse, per l'Epiphone Valve Junior (una EL84) e l'HI-FI Synthesis modello Nimis ( 2 Push Pull di EL84), solo Mullard o al massimo le Telefunken (ma anche le Philips fino a quando ne ho qualcuna di scorta). Ricordo nostalgico: nel 1968 comperai un amplificatore per basso della Davoli, il "Baby Bass", a lire 40mila, che montava in finale due valvole triodo-pentodo ECL82, ottenendo così 12 W di potenza, utilizzante il glorioso speaker della Electronic-Melody CIARE M250-32C montato in basso ed inclinato a 45°, per allora più che sufficiente a scatenare le ire dei commensali che ne avevano il tavolo vicino.
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