Premesso che le molle di riverbero le ho trovate utilizzate anche in HI-FI (mi ricordo di un riverbero stereo Sansui, lo Ra-700, che oltre ad inserire l'effetto sfumava anche le luci dell'illuminazione frontale), poi delle stesse ve ne erano di svariate lunghezze e numero impiegate per il ritardo, di solito venivano usate quelle unità a due, sia montanti le 40 cm che le 24 cm, ma spesso ho visto quelle a tre ed in un organo anche con una quarta realizzata a più tratti giuntati e resi pendenti per allungarne il tempo di risposta; infine in una testata della Steelphone, il modello Polaris, ricordo di averne vista una doppia, ma molto corta e senza carterino, montata su una struttura a "C" ribaltata sul fianco. E questo era, insieme al vibrato, principalmente l'effetto di cui erano dotati gli amplificatori degli anni 50-60, quando l'elettronica era ai primordi e quella digitale era di la da venire, però ricordo anche che c'era un piccolo amplificatore valvolare della Meazzi, il Paramount, che il vibrato, sempre a valvola con circuito in uno scatolotto metallico chiuso, bisognava comperarlo a parte e veniva collegato tramite una presa "DIN" presente sul frontale a sinistra dei potenziometri. La Meazzi fu la prima, almeno dalle nostre parti a montare un echo a nastro ad anello chiuso anche sui suoi amplificatori combo (vedi dai vecchi Ultrasonic, di cui ne ho posseduto uno, fino ad i più gettonati 555, 666 e 777), mentre altre aziende produttrici di effetti echo utilizzarono l'anello chiuso a bassa resistenza, vedi la più famosa Roland con il suo RE-201 (ma c'era anche la nostrana M3 ad utilizzarlo sui suoi echo), però erano tutti effetti esterni e non inglobati negli amplificatori. Come effetti echo esterni da noi c'è stata la Binson, famosa azienda milanese fondata dal dott. Bonfiglio Bini, che al posto del nastro magnetico ha usato un "disco di memoria", cioè un tamburo avvolto con il filo magnetico dei primi registratori, ruotante tramite una trasmissione a puleggia, esempio seguito da altri quali la Davoli e non solo. C'è da citare poi l'effetto per organi elettronici per ecellenza, il Leslie, creato per rendere l'effetto "Cattedrale", realizzandolo con la rotazione, a due velocità, sia del suono emesso dallo speaker dei bassi, montato verticalmente verso il basso, affacciato su un tamburo ruotante, sia delle trombe per i medio-alti, ruotanti imperniate su un cuscinetto che permette il passaggio del suono generato da una sottostante unità magnetica tipo quella delle trombe esponenziali, montata anch'essa verticalmente, però verso l'alto, vedi l'immagine d'apertura. Oggi tutto è cambiato e gli amplificatori montano tutta una serie d'effetti e simulazioni d'amplificazione, grazie all'elettronica digitale, come nel mio piccolo Micro Cube Roland.
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