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Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca
Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca
di [user #12502] - pubblicato il

Una soluzione economica e propensa alle personalizzazioni può far gola ai novelli chitarristi quanto ai più esperti col pallino della manutenzione fai-da-te. Lo racconta un nostro lettore.
Ci sono chitarre belle, chitarre archetipo e chitarre fighe. Io ho sempre pensato che le Les Paul Junior facessero parte dell'ultima categoria, per non parlare poi della double cutaway TV Yellow. Se poi la chitarra ha un solo pickup e per di più un P90 scontroso, rumoroso - e quindi mi si passi il termine "anarchico" - ecco che la fascinazione diventa irresistibile.

Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca

Peccato io sia mancino e quindi mi scontri, al solito, con la poca disponibilità di modelli alternativi alla vera DC Junior a marchio Gibson. Perché i soldi non li trovo sugli alberi e spendere ben più di mille euro per una chitarra poco versatile (e probabilmente bisognosa di un upgrade di meccaniche e pickup) sono un lusso che potrei permettermi ma che va in coda a necessità di vita ben più impellenti.
Poi spunta sul catalogo Harley Benton la copia economica, anzi, economicissima. Qualcuno dirà: "Ancora chitarre economiche? Risparmia e fai un acquisto serio invece che tre o quattro pieni di incognite!"
In effetti è vero, ma un conto è spendere 400/500 euro, qui si parla di poco più di 200 euro ed è un prezzo che vale la prova in primis perché, se da giovane ero convinto di poter suonare con qualsiasi cosa, ora, da vecchio, penso che le chitarre vadano provate in tutti i contesti possibili e per molto tempo, e che vada effettuato un lungo lavoro di messa a punto per tentativi, anche se di primo acchito sembrano dei fallimenti. Per esempio, di recente ho trovato le regolazioni e il pickup giusto su una Jim Reed presa qualche anno fa e che ho pensato varie volte di buttare nel fuoco. Il modello originale Gibson costa almeno il sestuplo di questa Harley Benton: se la comprassi e poi dopo un anno mi rendessi conto che questo tipo di chitarra non fa proprio per me, anche solo perdendoci l'IVA ci avrei rimesso il costo dell'Harley Benton. Metti che poi riesco a rivendere l'Harley Benton a 100 euro, alla fine è stato un affare.

Torniamo alla chitarra: Harley Benton è, come tutti sanno, un marchio di proprietà di Thomann, i cui prodotti costano pochissimo per vari motivi, alcuni legati alla qualità, altri al marketing. Le chitarre di questo brand negli ultimi anni si sono affermate soprattutto tra i modder come piattaforme economiche per fare esperimenti, specialmente in virtù del fatto che la gamma prevede anche modelli non replicati da aziende più blasonate, anche mancini, e in finiture a volte insolite. Ognuno fa le scelte di marketing che vuole, per carità, ma secondo me Squier ed Epiphone potrebbero prendere spunto, perché magari se proponessero qualche modello mancino diverso da Telecaster Blonde, Stratocaster nera, Les Paul Sunburst e SG Cherry magari venderebbero qualche chitarra in più.

La mia arriva ben impacchettata: la prima cosa che noto è che la chitarra non è TV Yellow ma color senape. Era riscontrabile già dalle foto sul sito del rivenditore, dove peraltro viene indicato come soprannome della DC-Junior "The dirty mustard DC". Di questa cosa mi sfugge la logica.
Prima lieta scoperta: colpendo involontariamente il mi basso, mi accorgo che il sustain è notevole, maggiore dell'altra mia copia Les Paul (La Honer HL59LH, un buon strumento, quantomeno a livello di liuteria), il che mi fa riflettere l'ennesima volta che forse avere quattro chili e mezzo di mogano sul groppone è meno importante della qualità degli incastri (che alla vista sull'Harley Benton sembrano fatti con cura) e del tipo di hardware, perché così su due piedi mi viene da pensare che il ponte wrap around c'entri eccome.

Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca

Le (poche) finiture sono buone: la vernice sul body sembra sottile e ben stesa, la tastiera è molto liscia e i tasti sono lucidi e ben installati. I bordi del battipenna non sono taglienti.
Il setup invece è abbastanza tragico: l'intonazione è buona ma l'action è alta e il manico è dritto come un palo. Urgono regolazioni, anche perché uso corde più sottili rispetto alle D'Addario di serie.
Imbracciandola, noto che è leggera: non ho una bilancia abbastanza sensibile per misurarne accuratamente il peso, ma al confronto con la Honer “a manazza” mi pare che ci sia almeno un chilo di differenza. Il body in mogano, piatto, è spesso 4,3 cm contro i 4,8 della Honer, che peraltro al centro è ancora più spessa perché ha il top bombato. È pure ben bilanciata, temevo pendesse un po' dalla parte del manico come l'SG e invece l'attrito della cinghia sulla spalla è sufficiente per posizionarla a piacimento. Considerato infine che l'accessibiltà agli ultimi tasti è ottima, anni luce avanti rispetto alla Les Paul, direi che è uno strumento perfetto per suonare in piedi. Noto solo dopo aver strimpellato per qualche minuto che nel punto di giunzione tra manico e paletta è presente un piccolo riforzo stile era Norlin per impedire il neck dive. Nel mio cervello stolto e nescente me lo figuravo come un orpello scomodissimo, in realtà non influisce per nulla sul mio modo di suonare.

Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca

Successivamente esploro il vano dell'elettronica, e anche qui solo buone notizie, almeno per me. I potenziometri sono due begli alpha big da 500KOhm, il vano è schermato con vernice conduttiva, il retro del coperchietto è rivestito di nastro metallico e il cablaggio, per quanto minimale, è ordinato e ben fatto, così come le saldature. Provandolo in seguito però riscontro che il potenziometro del tono è poco progressivo, probabilmente a causa del fatto che è logaritmico. Poco male, tanto sulle mie chitarre lo scollego sempre. Buone notizie anche dal vano del pickup, ben fatto e altrettanto ben isolato.

Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca

Dal pickup invece arrivano le principali note dolenti: il P90 dog ear non è regolabile in altezza. Sento già i più esperti dire: “Non lo sapevi?” con contorno di epiteti variamente ingiuriosi. No, non lo sapevo, in ginocchio sui ceci ardenti. Faccio una ricerca veloce in rete e come soluzione trovo un set di cornicette di spessore vario ma, visto che il pickup è da cambiare e non so ancora con cosa, sto alla finestra. Eh sì, perché il pickup Roswell mi dà l'impressione di essere ben suonante e dal timbro filologicamente corretto (anche se mi piacerebbe avvicinarlo un po' di più alle corde) ma, come tutti i P90, ronza parecchio, anzi, ronza troppo. Non fischia, il che vuol dire che gli avvolgimenti sono meccanicamente stabili, ma propone i 50 hertz della corrente di linea in maniera fastidiosa, problema che aumenta avvicinandosi all'amplificatore.

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Le alternative noiseless ci sono, in particolare il Lindy Fralin (mai provati, tutti dicono siano pickup eccellenti, anche se il modello idoneo costa quasi quanto la chitarra) e il Di Marzio Fantom, che però al momento non è reperibile poiché l'azienda è chiusa causa Covid. Come soluzione tampone a costo quasi zero potrei comprarmi una cover da P90 (un paio di euro) e fresarci uno scasso da single-coil, avendo un Wylde L-280 che giace inutilizzato in un cassetto: col timbro di riferimento dovremmo esserci, meno con la potenza, ma è comunque un signor pickup. Un'altra soluzione, molto nerd, sarebbe prendere la suddetta cover, piazzarci dentro un dummy coil e collocarla alla rovescia sotto il pick-up, magari con un bel foglietto di mu-metal in mezzo: prenderei tre piccioni con una fava perché, mettendo due pezzetti di tubicino di gomma tra le viti di fissaggio del pickup e il body, potrei ottenere la tanto agognata regolazione in altezza congiuntamente a un risultato estetico non orribile.
Tornando infine alla chitarra, suonandola per un po' emerge un'altra criticità, ovvero la bassa qualità delle meccaniche che sono imprecise ("scattose" rende meglio l'idea) e tengono poco l'accordatura, soprattutto sulla corda del Sol. Quello non è un gran problema perché le alternative locking valide, anche economiche, abbondano.

Harley Benton DC Junior: la mostarda in salsa asiatico-tedesca

Insomma, la chitarra non è un giocattolo come certa produzione cinese tarocca utile solo ad allestire le vetrine dei negozi di abbigliamento vintage: la raccomanderei a un utenza di principianti che desiderino uno strumento con discrete performance per un prezzo veramente competitivo. Ripeto, con cifre del genere cade anche il paradigma della rivendibilità e, se poi si trovano usate, Hallelujah. La consiglierei anche a utenti più esperti che però abbiano tempo, conoscenze e abilità per settarle e modificarle. Non me ne vogliano i liutai, ma spendere cifre confrontabili col prezzo d'acquisto per componenti extra e setup mi sembra poco sensato, meglio farsi tutto in casa e utilizzare componentistica usata o reperibile after market a prezzi ragionevoli.
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