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Les Paul del 1959: burst in ottime mani
Les Paul del 1959: burst in ottime mani
di [user #50984] - pubblicato il

La Les Paul Standard del 1959 è una delle chitarre elettriche più preziose e ricercate. Eccone alcune che vivono e suonano ancora nelle collezioni dei grandi del rock.
Alcuni tra i chitarristi più in vista del mondo sono anche avidi collezionisti di rarità. La Les Paul del 1959 è un graal per loro e alcuni fortunati idoli delle sei corde sono riusciti ad aggiungerne una alla propria collezione.

Joe Bonamassa
“Magellan”, numero di serie #9 0829, è la prima Burst acquistata da Bonamassa. Così soprannominata perché voleva riuscire a circumnavigare il globo con questa chitarra nel world tour 2011, lottando con le compagnie aeree, soprattutto in Australia per riuscire di arrivare con la chitarra a Londra in tempo per lo show del grande Gary Moore, con Jack Bruce al basso, alla Royal Albert Hall.
“Sfortunatamente non lo farò mai più, troppo pericoloso. Amo questa chitarra e ne farò sempre tesoro, e sarò sempre grato al mio amico Eliot Michael di Rumbleseat Music per la sua fiducia e generosità”.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani

Jim McCarty
James William McCarty, nato a Detroit il 1 Giugno 1945 è un chitarrista blues-rock famoso per aver lavorato con Mitch Ryder, con i Buddy Miles Express, con i Cactus e per aver registrato con Jimi Hendrix e Bob Seger.
Nel 2005 Les Paul lo ha omaggiato incidendo un suo brano 69 Freedom Special, scritto quando suonava con Buddy Miles.
Nel 2006 partecipò al Tour-Reunion dei Cactus.
Nel 2011 insieme a Carmine Appice riunì ancora una volta i Cactus e la band rimase attiva fino al 2016.
Poco sappiamo della sua burst, seriale #9 1955. Sicuramente è stata usata con i Cactus nei dischi e dal vivo. Lo ricordiamo con questo strumento sul palco del festival Isle Of Wight.
La chitarra è oggi parte di una collezione privata inglese.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani

Steve Lukather
In una lunga intervista a Vintage Guitar Magazine, Steve Lukather parla delle sue Les Paul:
“Oggi sono un uomo Music Man ma all'inizio ero molto Les Paul oriented. Sui primi due album dei Toto e sul primo di Boz Scaggs ho utilizzato in prevalenza una Les Paul De Luxe Cherry del 1971 che mi regalarono i miei genitori, oltre alla 335 e alla Valley Arts che in seguito fu riverniciata e divenne la Robot. Ho avuto altre due Les Paul una '58 Goldtop e una '60 Burst (quest'ultima usata molto poco), entrambe vendute qualche anno fa per una piccola fortuna.”
La sua Standard del 1959, battezzata Rosanna Burst, è stata acquistata tra il 1979 e il 1980 presso il negozio Bizarre Guitars di Phoenix Arizona.
“La '59 Rosanna è l'holy grail della mia collezione. Questa chitarra, un cavo e un Marshall e sei proiettato nella dimensione sonora degli anni '60. Di base tutto quello che ho suonato dall'80 all'83 è fatto con la Burst e con le prime Valley Arts.”
Seriale #9 0494, è considerata una delle dieci burst più importanti del mondo. La possiamo ascoltare in “Beat It” di Michael Jackson, in “Let's Get Phisical” di Olivia Newton John, in “Running With the Night” di Lionel Richie, “Breakdown Dead Ahead” di Boz Scaggs, oltre che con i Toto.
Steve Lukather ha anche suonato la burst nella serata del 90esimo compleanno Gibson.
Per il gossip: la canzone Rosanna era dedicata all'attrice Rosanna Arquette.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani

Bernie Marsden
Nato il 7 maggio 1951 a Buckingham, UK, Bernard John Marsden è uno dei più famosi chitarristi inglesi ancora in attività.
Comincia a suonare nel 1970 con una band locale chiamata Skinny Cat, l'anno seguente passa ai Wild Turkey, gruppo formato dall'ex Jethro Tull Glenn Cornick, con i quali registra un album. 
Nel 1974 lo troviamo con i Cozy Powell's Hammers, gruppo che si scioglierà a breve. Contemporaneamente suona nei Babe Ruth, guidati dalla cantante Janita Haan. Dopo aver inciso un disco lei se ne va e il gruppo resta nelle mani di Bernie che lo rifonda e pubblica un altro album.
Nel 1976, raccomandato da Cozy, entra in un gruppo sorto dalle ceneri dei Deep Purple, i PAL (Paice, Ashton & Lord) ma il gruppo ha vita breve e nel 1977 si sgretola.
Nel 1978 rifiuta un'offerta di Paul McCartney di entrare nei Wings e si unisce ai Whitesnake, gruppo che lascerà dopo sette album e altrettanti tour mondiali.
Crea un proprio gruppo, sempre con David Coverdale alla voce e in seguito lavorerà con vari gruppi sempre derivati dall'area Whitesnake o, in area blues, con il suo vecchio amico chitarrista Micky Moody.
Nel 1994 registra l'album Green and Blue dedicato ai chitarristi dei Bluesbreakers di John Mayall e negli anni 2000 Bernie Plays Rory, dedicato a Rory Gallagher.
Nella sua cariera ha scritto anche due colonne sonore.
Nel 2017 è uscita la sua biografia “Where's My Guitar” e l'anno scorso il libro della sua collezione di chitarre “Tales of Tone and Volume”.
È sempre in attività, gira i festival con la sua band, tiene dei corsi estivi di chitarra nel Buckinghamshire, ha scritto per due anni (18/19) sulle pagine di Guitarist e la scorsa estate ha fatto parte della Joe's Bonamassa Blues Cruise, insieme a personaggi come Peter Frampton e accompagnato dal nostro Emiliano Manuguerra.
Ha all'attivo oltre 50 LP e altrettante collaborazioni.
The Beast, Les Paul Standard del 1959 con codice #9 1914, è la sua chitarra n. 1. È così chiamata per il suo volume, decisamente più potente rispetto alle burst di molti suoi colleghi. Acquistata nel 1974 per 500 sterline, lo ha accompagnato in tutte le incisioni dei Whitesnake e in molte a seguire.
La Gibson ha prodotto la versione Collector's Choice.
Anche PRS gli ha dedicato una chitarra signature.
Inoltre ha firmato una serie speciale di pickup “The Beast” per Area 59.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani

Billy Gibbons
Billy Gibbons acquistò la sua Pearly Gates, numero #9 1171, nel 1968. Come tutti era rimasto profondamente colpito dal suono di Eric Clapton nell'album Bluesbreakers ed era alla ricerca di una Les Paul come quella riprodotta sulla copertina del disco. Un amico, John Wilson, che suonava in una band di Houston chiamata Magic Ring, gli disse che il proprietario di un ranch fuori città, che suonava country music, ne aveva una, ma recentemente era più concentrato sull'allevamento di bovini che sulla musica. Le voci dicevano che teneva la chitarra inutilizzata sotto il letto.
Gibbons partì quindi alla volta di Houston (un’ora di macchina) per incontrare il ranchero. In tasca aveva 250$ che arrivavano da un'altra storia.
Insieme ad alcuni amici avevano fatto una colletta per comprare una vecchia Packard del '39 da dare a un'amica aspirante attrice che doveva andare a Hollywood per un provino. Pensando che l'auto non sarebbe riuscita ad arrivare oltre El Paso, per buon auspicio la avevano battezzata Pearly Gates (Porte del Paradiso).
Arrivata a LA, l'amica chiamò chiedendo cosa doveva fare dell'auto e gli dissero di venderla. Quindi i soldi erano la sua parte della vendita della Packard.
Gibbons arriva da “una specie di John Wayne” che tira fuori effettivamente la chitarra da sotto il letto. “Solo il fodero già emanava amore, la chitarra era in condizioni perfette, ancora con le corde Gibson flatwound originali più un'altro set di Black Diamond flatwound nel fodero. Chiusi subito la trattativa e mi portai a casa la chitarra alla quale trasferii il nome dell'auto, Pearly Gates”.
Lo strumento era praticamente nuovo, mentre oggi dopo tanti anni è pieno di “eruzioni cutanee” come le chiama Billy. “La prima cosa che rovinai fu il battipenna. Tenevo le unghie lunghe alla mano destra, come avevo visto fare a Segovia e a Clapton, ma non mi resi conto che le unghie rigavano il battipenna. Ho lasciato anche tanti segni di cintura sul retro”.
Pearly Gates è stata la sua chitarra principale dal ZZ Top’s First Album del 1971 fino alle ultime incisioni con il produttore Rick Rubin.
“Quando la acquistai era 100% mint, eppure recentemente un collezionista giapponese mi ha offerto 5 milioni di dollari, l'offerta era molto attraente ma ho rifiutato. Ho speso un sacco di soldi per mettere insieme la mia collezione di chitarre e cercarne una che suonasse meglio di Pearly, ma non è ancora successo”.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani

Peter Green
Quando nel 1966 Eric Clapton lasciò i Bluesbreakers di John Mayall, fu prontamente rimpiazzato con un chitarrista emergente dell'area Londinese, Peter Green. Inutile dire che anche lui si presentò con una Les Paul del 1959, acquistata usata e destinata a diventare una delle più famose LP di sempre, chiamata Magic (dal famoso assolo di “Black Magic Woman”).
Particolare del suono di Green era l'utilizzo del pickup al ponte girato al contrario (configurazione utilizzata anche nella sua celeberrima ES 335 sempre del 1959).
Green lasciò presto, nel 1967, il gruppo di John Mayall per seguire il batterista Mick Fleetwood nel suo progetto Fleetwood Mac.
Sappiamo tutti dei crescenti problemi che il nostro ebbe: era affetto da schizofrenia, che lo portò ad abbandonare la musica e a trasferirsi in Svezia.
Nel 1972 Green offrì la chitarra, numero di serie #9 2208, a Snowy White, ma quest'ultimo aveva appena acquistato una Goldtop 1957 e non se la sentì di affrontare la spesa per entrambe, quindi la chitarra fu offerta all'emergente Gary Moore che la acquistò e la ribattezzò “Greenie”.
Alcuni anni dopo, mentre viaggiava all'interno di una flight case nel bagagliaio dell'auto di Moore, l'auto fu tamponata da un camion e si ruppero la paletta e il manico della chitarra, che fu riparata dal liutaio Charlie Chandler.
Gary Moore utilizzò la chitarra come strumento principale con i Thin Lizzy e durante la sua carriera solista per molti anni.
Nel 2005 si fratturò una mano, dovette rinunciare a una tournée e fu costretto a vendere la chitarra a Phil Winfield di Maverick Music. Il folklore su internet fece il resto e fu ipotizzato un prezzo tra i 500.000 e il milione e 200.000 dollari.
Nell'aprile 2013 Joe Bonamassa ricevette il permesso di suonare la chitarra alla Royal Albert Hall.
Nel giugno 2014 un membro di MyLesPaulForum ebbe la possibilità di provare e fotografare lo strumento sotto l'occhio vigile di un ispettore della compagnia di assicurazioni, stabilendo tra l'altro che il manico era un po' più sottile rispetto alla media, i pickup con un uscita leggermente più alta e le bobine erano double cream al manico e double black al ponte. I pickup non erano mai stati smontati, semplicemente era stato girato quello al ponte.
Nel luglio dello stesso anno la chitarra fu acquistata da Kirk Hammett dei Metallica. Anche qui si scatenò il putiferio internet con fantomatici prezzi che superavano i due milioni di dollari.

Les Paul del 1959: burst in ottime mani
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 03/06/2020 ore 08:48:02
Per me e' la chitarra piu' bella del mondo, la piu' iconica, la piu' desiderata.
Ho avuto modo di suonare diverse reissue tra le quali anche 2 CC, la #8 (the Beast) che e' probabilmente la piu' ricercata e la #24 (Nicky) e sono dell'idea che si tratta di strumenti superiori, una reissue e' stata a casa mia per oltre 2 mesi perche' il proprietario mio amico non volava lasciarla casa in sua assenza....chitarre meravigliose....al momento ho una BB R7 favolosa ma il comfort del profilo del manico di una R9 e' incredibile, sembra che la mano non voglia piu' staccarsi da li....prima o poi...
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 03/06/2020 ore 10:07:31
Una delle 59 (o 60 non si sa bene) che un giorno (spero lontano) immagino sarà la più quotata della storia dell'umanità, ma che viene sempre un po' lasciata in disparte, è la numero uno di Jimmy Page.
Dubito possa esistere una Les Paul più importante di quella.
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di gibsonmaniac [user #21617]
commento del 03/06/2020 ore 11:30:42
No...non viene lasciata in disparte: le due reissue Jimmy Page #1 e #2 hanno quotazioni vertiginose, parliamo di decine di migliaia di dollari, sono le piu' richieste dai collezionisti seguite dalla Pearly Gates del Reverendo Billy
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di IceCreamMan78 [user #51266]
commento del 03/06/2020 ore 11:36:24
La #1 del buon Jimmy non è del '58? La #2 '59 invece, o almeno così ricordo
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 03/06/2020 ore 11:47:54
No, dovrebbe essere a cavallo tra 59 e 60... poi il manico fu "lavorato" ulteriormente prima di arrivare a Page...
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di esseneto [user #12492]
commento del 04/06/2020 ore 10:50:56
A causa del restyling del manico (fu reso più sottile) ad opera di Joe Walsh che gliela vendette nel 1969 il seriale non è più visibile da lì l'impossibilità di sapere con esattezza l'anno di costruzione, di seguito riporto le parole di Joe Walsh "In the May 2012 issue of Guitar World, Walsh spoke about the transaction: "I laid it on him and said, 'Try this out'. He really liked it, so I gave him a good deal, about $1,200. I had to hand-carry it; plus I flew there and everything. So whatever my expenses were, that's what I charged him... I just thought he should have a Les Paul, for godsakes!"
Rispondi
di AlexEP [user #35862]
commento del 03/06/2020 ore 13:31:53
Bellissima chitarra la LP, ho sempre avuto un rapporto di amore-odio con lei.
Ma la Greenie della foto non ha il neck invertito anziché il bridge?
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di Axilot [user #52908]
commento del 03/06/2020 ore 14:02:55
Da quanto leggo sul web effettivamente è il pickup al manico invertito non quello al ponte.
Come si vede nella foto.
Dimebag dei Pantera usava quello al ponte ruotato.
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di AlexEP [user #35862]
commento del 03/06/2020 ore 14:35:22
Ah ecco, mi pareva. Nell'articolo parla di pick up al ponte ruotato.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 03/06/2020 ore 13:47:12
le sue linee sinuose riprendono quelle delle chitarre classiche, si potrebbe tranquillamente raggruppare insieme alle chitarre dalle forme stravaganti, Flying V, Hofner Viola Bass... design puro, in contrapposizione con la filosofia delle chitarre ergonomiche lanciata con la Strato
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di BronYaur [user #50762]
commento del 06/06/2020 ore 18:55:32
Concordo con te su ogni singola parola!
La les paul mi ha sempre dato quel senso di "classico", eleganza e soprattutto adattabilità a ogni contesto (rock, metal, jazz, sperimentale, tutto) che non sono riuscito, per mio gusto personale, ovviamente, a trovare su altre chitarre. Detto questo, è anche vero che le chitarre sono quasi tutte belle e interessanti, poi ognuno ha la sua preferita
Rispondi
di mmas [user #15948]
commento del 03/06/2020 ore 16:16:02
Grazie bell'articolo.
Non dimentichiamo Mark Knopfler e la sua 58.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 03/06/2020 ore 18:13:50
Strumenti mitologici.
Di esempi ce ne sono tanti altri ovviamente.
La storia del rock è stata fatta da pochi elementi, uno dei più importanti è certamente la LP.
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di Zoso1974 [user #42646]
commento del 04/06/2020 ore 12:43:40
In effetti la LP più importante per la storia del Rock, rintengo sia quella usata da Clapton con i Bluesbreakers... senza quel disco, quella chitarrra, un marshall a cannone e Clapton probabilmente la storia del rock sarebbe stata molto diversa ed è quasi certo che la Les Paul stessa sarebbe rimasta nell'oblio dove si trovava ormai da qualche anno.
Un tipico caso di sliding-door tra leggenda e nota a piè pagina nella storia della chitarra elettrica.

Purtroppo quella LP è andata persa... :o(
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di dale [user #2255]
commento del 04/06/2020 ore 13:09:
Si concordo.
Quel disco e quel suono hanno influenzato...... Tutti
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 05/06/2020 ore 08:58:53
Il suono del Rock Blues è nato probabilmente proprio con il "Beano" album , Clapton ha avuto l'intuizione geniale di accoppiare un combo Marshall ad una les paul standard tirando il collo all'ampli fino a farlo distorcere e mettendo sotto sforzo i due celestion con cui era equipaggiato . Quindi si anch'io penso che quella Les Paul e Clapton abbiano un importanza fondamentale nella storia del Rock . Amen
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di RedRaven [user #20706]
commento del 04/06/2020 ore 17:02:21
Questo sito è molto interessante: non esistono solo le burst famose, anzi ci sono cose assurde da scovare: vai al link
Rispondi
di Sollazzon [user #10046]
commento del 05/06/2020 ore 00:37:29
OMG!
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 05/06/2020 ore 09:36:04
Fantastico!
Rispondi
di BizBaz [user #48536]
commento del 05/06/2020 ore 13:30:47
Bellissime! Altro che Murphy aged
Rispondi
di marcoguitar [user #15320]
commento del 06/06/2020 ore 12:49:4
Penso che per il suono e la storia se la giochino la Greenie e la Pearly Gates. Quelle di Clapton e Page sono un gradino sotto come suono e due gradini sopra per come sono state suonate nei dischi storici
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