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Storia di un finale di potenza artigianale
Storia di un finale di potenza artigianale
di [user #33569] - pubblicato il

Del sano fai-da-te, una passione per la versatilità e la necessità di alleggerire il carico sono gli ingredienti giusti per creare un rig ibrido artigianale.
L’età avanza, la tecnologia pure ma le abitudini non ne vogliono sapere.
E quindi l’eterno dilemma: continuo con la mia testata valvolare da 50w e la cassa Hiwatt 4x12 da 47Kg (dico quarantasette) oppure passo al digitale? E comunque con il gruppetto di arzilli 60enni ormai si suona in piccoli locali e quindi la 4x12 non si può portare. Allora prendo una 1x12? Sì, ma poi facciamo roba dai 60’ agli 80’ e ci vogliono suoni diversi e la testata ha un suono suo e poca versatilità. E poi per portare la strumentazione nei vicoli di Genova c’è bisogno della macchina, e dove la parcheggio? E quando torno a casa di notte dove la parcheggio? E se trovo un posto a Km di distanza che faccio, lascio la roba in macchina?
Allora passo al digitale. Però... però i suoni che mi sono fatto nel mixer e nell’impianto del locale fanno schifo, e ho troppo poco tempo per spippolare. Sicuramente il pubblico non lo nota, ma lo noto io e psicologicamente mi si abbassa la performance...

Quindi, dopo tre bottiglie di birra artigianale (da me prodotta) e qualche bicchierino di crema di limoncino (da me prodotta) il povero neurone euforico per la festa alcolica tira fuori una grande idea: Digitale Misto Low Cost.
Cioè: Multieffetto digitale Zoom G3, Cassa 1x10 e Finale di potenza digitale 100w Low Cost

Storia di un finale di potenza artigianale

Rimando tutto alla mattina successiva in quanto fare acquisti online con il neurone ubriaco non è pensabile per i danni immani al portafoglio e vado su Amazon a cercare un finale di potenza in classe D mono.
Trovo una piccola schedina da 12€ che tira fuori 100w su 4Ohm e, visto che ci sono, ordino anche un pacchetto di jack femmina per chitarra.
Poi vado dal negozio cinese più vicino e per la stratosferica cifra di 3€ mi regalo un micro bauletto in legno direttamente dal reparto decoupage.
Di soppiatto, senza che mia moglie mi veda e mi intimi di pulire, vado in dispensa a rovistare nella scatola delle “cose che non si usano più ma potrebbero sempre servire” alla ricerca di un alimentatore per laptop che dovrei assolutamente aver tenuto. Trovato l’alimentatore e gabbata la moglie, mi metto al lavoro.
Trapano, incollo, taglio cavetti, taglio alimentatore, cerco di capire qualcosa di elettricità, fase, cavetti e assemblo il tutto. Addirittura mi cimento, con scarsi risultati, nella pirografia e nella “spennellatura”.

Storia di un finale di potenza artigianale

Poi mi compro una cassa 1x10 Subzero da Gear4music separandomi da ben 60€ (ma con spedizione inclusa) perché, su internet, il cugino di un amico della moglie del fratello dello zio di stacippa ha detto che era un’ottima cassa con un cono neutro e... incredibile, il tizio aveva ragione!
E così la prova ebbe inizio: disattivo le simulazioni di cassa sullo Zoom, attacco lo Zoom nell’In del finale artigianale e il cavo di potenza fornito con la cassa (sciccheria da non sottovalutare) dall’out alla cassa.

Storia di un finale di potenza artigianale

Magia!
Spippolo un po' l’equalizzatore della simulazione Fender dello Zoom e trovo il suono che cercavo. Aggiungo i classici effetti di uno che ha avuto l’adolescenza negli anni '80 (cioè chorus e delay) e poi passo a farmi i preset con un bel Vox AC30 sulla soglia del breakup. Godo così tanto che decido di regalarmi un’altra serata alcolica che porterà mia moglie a dormire sul divano, visto che l’attempato ubriaco tende a russare come una sega elettrica la notte.
Ok, non si arriva a 100w perché la cassa è 8Ohm e l’alimentatore non è ottimizzato per le richieste del finale: alla fine tirerà fuori 40w, ma la potenza è sufficiente per suonare in qualsiasi locale medio/piccolo.
Ora posso andare in qualsiasi locale senza preoccuparmi dell’impianto a disposizione, ma soprattutto non ho l’incubo di ogni chitarrista genovese: il parcheggio. Metto la cassa sulla pedana del motorino di mia moglie (perché tutte le mogli dovrebbero avere uno scooter con pedana piatta per fare la spesa in autonomia), dentro la cassa - che è open back - infilo lo Zoom, il finale, la cavetteria e il fido SM57 per la microfonazione. Custodia con chitarra in spalla e sorriso ebete stampato in faccia.
Da buon genovese, costo totale 85€. Confrontandolo con i costosi amplificatori digitali odierni, sotto i piedi ho i tre begli schermetti della Zoom che nella concitazione della serata mi dicono sempre cosa cippa sto utilizzando.
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di MuddyWaters [user #47880]
commento del 06/06/2020 ore 11:54:53
Eh, oddio... non definirei decisamente "artigianale" infilare un modulino cinese in una scatoletta di legno e saldare due jack. Comunque lo stesso lavoro l'ho fatto pure io e rendeva molto bene. Io però ci attaccavo la scheda audio e lo utilizzavo con i vari Amplitube e simili.
Rispondi
di pelgas [user #50313]
commento del 06/06/2020 ore 14:27:34
Da mesi , da anni che vorrei autocostruirmi 'sta cosa. Orca miseria. Complimenti.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 06/06/2020 ore 15:59:55
Tutto giusto, condivido appieno l'idea di fare ciò che si vuole con ciò che si vuole, solo un appunto: perché definisci digitale un finale analogico in classe D ? (che poi è solo un tipo di tecnica di amplificazione ad alto rendimento, ma bassa qualità e basso costo). Paul.
Rispondi
di Cukoo [user #17731]
commento del 06/06/2020 ore 21:11:07
Perché bassa qualità?
Con questo
vai al link
ti puoi fare un amplificatore da 100 W con distorsione armonica inferiore allo 0.01%, oppure 600 W con distorsione 10%. Penso che Acoustic Image usi proprio questo chip.
Per quanto riguarda la confusione analogico/digitale/continuo/discreto mi astengo.
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 06/06/2020 ore 23:52:2
Il primo amplificatore commerciale in classe D fu, quasi 20 anni fa il T-amp, un'amplificatore stereo 2x10W dal prezzo di poco più di 20$ che stava quasi nel palmo di una mano, un'amplificatore switching composto da un unico integrato. Quanti amplificatori per chitarra ci sono in classe D ? I migliori valvolari sono i classe A (tra l'altro quella con i consumi elettrici più alti), poi tanti in classe AB, poi tanti in classe B. La classe D l'ho vista utilizzata, per la sua compattezza e per la sua economicità, solo in casse amplificate. Un segnale audio è sempre amplificato a partire da un segnale analogico e sempre riprodotto amplificato da un trasduttore in forma analogica ... così come l'ascoltiamo. Paul.
Rispondi
di Cukoo [user #17731]
commento del 07/06/2020 ore 00:51:21
Il primo classe D attaccato ad una chitarra che ho visto è stato proprio un Acoustic Image appoggiato sopra alcune casse Marshall. Alla chitarra c'era Pat Martino. Splendido concerto, parecchi anni fa.
Anche Henriksen usa classe D. I Mambo sono in classe D. Se comprassi oggi un ampli lo vorrei in classe D, ma si fanno pagare bene. Il mio primo progetto di un generatore sinusoidale di potenza era un classe D (nel 1981), forse è per questo che ci sono affezionato.
Continuo ad astenermi su analogico/digitale eccetera. Quando si va su segnali variamente campionati è meglio usare terminologie corrette (il PWM non è un segnale analogico e non è un segnale digitale; i bucket brigade per i delay non sono né analogici né digitali).

Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 07/06/2020 ore 20:02:10
Non sapevo nemmeno che esistesse la classe D prima del T-Amp, in HI-FI non 'ho mai visto citato, e sì che fino al '92 compravo 2 riviste (poi Stereoplay chiuse) e l'altra (Suono) la compro tutt'ora, è evidente che a te piace la classe D, (tranquillo, la cosa non è penalmente perseguibile) e sei ben più informato di me sugli oggetti in questione. Il bucket brigade è un sistema costruttivo che mette in serie al passaggio del segnale analogico tanti condensatori, prelevando il segnale dopo ogni condensatore, lo stesso ha un ritardo, mettendo tutti questi segnali prelevati dopo ogni condensatore in parallelo si hanno perciò le ripetizioni, dovute ai segnali ritardati; sia in entrata che in uscita abbiamo sempre segnali analogici. Il Pulse-Width modulation è un sistema costruttivo di amplificazione particolare, ma comunque entra un segnale analogico ed esce un segnale analogico amplificato al livello voluto; è pur vero che funziona sfruttando un sistema di modulazione digitale, ma il segnale non subisce una conversione in digitale (I O) ad una certa frequenza e con un dato bit rate ed una successiva riconversione in analogico. Poi ognuno può chiamare quello che vuole come vuole. Paul.
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 07/06/2020 ore 22:26:27
la classe D esiste daun bel po di tempo. Si è iniziato a parlarne a fine anni '80 e già ai primi 90 Peavey introduceva una serie di finali per impianti voce, la serie DECA, che era in classe D con alimentazione switching (ai tempi era roba futuristica). Fece anche un combo per basso, il Databass, prendendo il finale dei DECA e aggiungendogli un pre fratello stretto dei TNT. In questo modo mise in vendita un combo da 450Wrms e ai tempi non erano bruscolini..... Ai tempi, però, tanto per per fare le cose pomposamente, li definirono "digitali" ma il digitale con la classe D non centra niente. Erano anni da cui si arrivava dal mondo analogico e si iniziava a parlare di digitale ma c'era molta confusione. Confusione che tutt'oggi viene ancora fatta.

Comunque, giusto per dire le cose correttamente, PWM non è la modulazione corretta per gli amplificatori in classe D (e nemmeno per la codifica digitale). Essa viene usata in elettronica di potenza per regolare ad esempio la potenza e la velocità dei motori, infatti quello che viene fatto variare è il duty cycle dell'onda quadra.
Per le parti audio la modulazione corretta è la PAM (pulse amplitude modulation) , qui è spiegata bene vai al link .
Il segnale PAM viene mandato a dei transistor di potenza i quali lavorano solo in saturazione o interdizione (di fatto così viene eliminata la maggior parte di potenza dissipata dai transistor). Il segnale in uscita dai transistor viene filtrato da un filtro LC e rigenerato come analogico. Il tutto NON è da considerarsi come segnale digitale!
Perchè lo sia bisogna prendere sempre il segnale PAM e mandarlo ad un quantizzatore (per chi arriva come me dalle telecomunicazioni) o più comunemente campionatore il quale lo campiona a 8, 16, 24 ecc. bit trasformandolo in segnale digitale. QUesta lavorazione del segnale viene definita PCM (pulse code modulation)
Rispondi
di DiPaolo [user #48659]
commento del 08/06/2020 ore 14:35:35
Esattamente come dicevo sopra, per parlare di digitale occorre una conversione A/D con campionamento a frequenze stabilite 44,1 KHz (CD), 48 KHz, 96 KHz, 192 KHz, e ora a 384 KHz e bit rate a 16 bit (CD), 20 bit, 24 bit, e ora 32 bit, magari a virgola mobile (Boss). Poi, nel dominio digitale, si possono fare tutte le modifiche al suono volute, dopodiché, con processo inverso, occorre comunque fare una conversione D/A per poter amplificare e mandare il segnale amplificato ai trasduttori (altoparlanti). Non si può amplificare il segnale in forma digitale. Paul.
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di vicky utente non più registrato
commento del 07/06/2020 ore 09:18:37
La classe D non è usata solo per le casse amplificate. Nell'amplificazione per basso elettrico è una realtà da un bel po' di tempo. Tutte le testatine in commercio da 2Kg o giù di li sono in D con alimentatore switching. Per fare 500, 600, 700W in 2Kg non c'è altra via. Ho messo le mani su una GRbass 700 e misurata a banco rispettava perfettamente i dati dichiarati. I 700Wrms c'erano.....
E' il mondo chitarristico che è molto tradizionalista, penso che col tempo cederà....... anche i chitarristi prima o poi non vorranno più rompersi la schiena per portare in giro una testata valvolare da 50W e 20Kg di peso; anche qui la domanda si rivolgerà a roba leggera e la classe D sarà inevitabile......
Le mini testatine della DVMark non so se sono nel tradizionale AB a stato solido, penso che al 99% siano in classe D . Ed hanno successo.
Gia il modelling sta avendo successo e con esso il suono è già praticamente fatto, ma per mandarlo in cassa non serve più ne un valvolare ne uno stato solido in classe AB.
Poi vabbè, il fascino e il suono del valvolare è un'altra cosa, ma ormai la tecnologia aiuta ad arrivarci molto vicino e non è un caso che molti professionisti ormai abbiano virato su Kemper o robe simili.....
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di escape [user #53282]
commento del 07/06/2020 ore 11:12:12
Il T-amp diede origine alla "classe T", una rimodernizzazione della classe D, che era già in uso da decenni prima.
Ora come ora c'è stato un forte sviluppo anche sulla classe D, tanto che esistono prodotti hi-fi in classe D di tutto rispetto.
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di Axilot [user #52908]
commento del 07/06/2020 ore 12:59:48
Se non erro anche le mini testate ibride come Orange micro Terror e Yojo Zombie hanno il finale in classe D. Quindi tutto sommato l' idea mi sembra valida ed economica.
Rispondi
di ilbuonpinna [user #33569]
commento del 08/06/2020 ore 10:42:47
Esatto, hanno il Pre valvolare e il finale in classe D
Rispondi
di Geo [user #51505]
commento del 07/06/2020 ore 16:00:01
Toglimi un dubbio: l'amplificatore che hai usato è stereo a 2 canali, quindi la cassa la attacchi ad una sola delle 2 uscite ? Così, è una cusiosità "tennica", perchè quasi quasi mi cimento pure io....
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di vicky utente non più registrato
commento del 07/06/2020 ore 16:19:01
quella è la versione mono. E' basato sul TPA3116, in rete si trova il datasheet. E' un 2x50W stereo che può essere collegato in mono mettendo i due finali in controfase e così ottenere 100W.
Attenzione però che i 100W (all'1% di THD) sbandierati sono ottenibili a ben determinate condizioni, ovvero, dal datasheet, con 26V di alimentazione e 3 ohm di impedenza di carico. Su 2 ohm arriva a 120W.
Con 8 ohm dovremmo avere circa una 50ina di W
Rispondi
di vicky utente non più registrato
commento del 07/06/2020 ore 16:29:23
mentre scrivevo mi sono ricordato di avere in casa proprio questo tipo di finale e sono andato a riprenderlo. Ci avevo annotato le prestazioni misurate a banco:
- con 28V di alimentazione e 4 ohm di carico ho misurato 72Wrms con l'1% di distorsione
- su 8 ohm scende a 40Wrms

Non è alimentabile sopra i 28V, anche se il datasheet dice 30V. Quello in mio possesso a 28,5V non si accendeva nemmeno.
Rispondi
di ilbuonpinna [user #33569]
commento del 08/06/2020 ore 10:46:00
E' mono, l'ho cercato apposta così
Anche se mi è venuta l'idea di utilizzarne uno stereo, attaccare in stereo il Pod Hd500 e andare in una 2x12 mandando ad un cono un ampli pulito e all'altro un ampli distorto...
Poi alla fine si passa più tempo a sperimentare e spippolare che a suonare...
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di TidalRace [user #16055]
commento del 07/06/2020 ore 20:13:05
Ho fatto delle prove per i classe D della bH Amps con cui collaboro e debbo dire che almeno l'Ice Power usato da loro è molto valido con i suoi 500W a 4 ohm. L'ampli può funzionare fino a 2 ohm però a queste impedenze non è facile amplificare frequenze di 30 hz (come il SI di un basso a cinque corde) alla massima potenza come ho fatto io con un carico fittizio di ben 1.000 W. L'Ice Power è ben progettato e scalda poco, non ha bisogno di ventola, ma l'impedenza minima che consigliamo è di 4 ohm anche perchè a 2 ohm la potenza scende a 400W.
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 08/06/2020 ore 10:25:23
Da Genovese, abitante nei vicoli, hai tutta la mia comprensione e stima! :o)
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di ilbuonpinna [user #33569]
commento del 08/06/2020 ore 10:48:49
Grazie della stima, sono anche contento, da buon genovese, di non essere sceso a compromesso con il mio motto:
Poca spesa - tanta resa
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di stefrol [user #9914]
commento del 08/06/2020 ore 17:53:55
Grazie dell'idea!! Ho appena ordinato la schedina (15 euri) e sarà uno dei miei prossimi progetti.
Rispondi
di nicamp [user #46002]
commento del 12/06/2020 ore 15:15:52
con un tpa 3118 2.1 godi anche del delay chorus e reverb in stereo, lo uso con una alahambra classica amplificata e entri su qualsiasi cassa hifi...lo con un sub pioneer da mercatino e 2 polk audio r15i sempre da mercatino dell'usato.la scatolina recuperata da una confezione di una bomboniera e alimentatore 24v 5 amp. di recupero notebook. Genova e Napoli la pensano allo stesso modo
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