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Batteria: 50 dischi fondamentali.
Batteria: 50 dischi fondamentali. "Made in Japan" dei Deep Purple
di [user #116] - pubblicato il

All’inizio degli anni 70, i Deep Purple scelgono di registrare un album dal vivo in Giappone, paese ricco di suggestioni e letteralmente avvolto dal mito. Il live diventerà un doppio 33 giri, manifesto della loro consacrazione, che li conduce sull’altare di quelle che possiamo definire leggende dell’hard-rock.

Dopo una prima fase ammiccante anche a psichedeliae progressive, oramai i Deep Purple paiono avere il mirino puntato in maniera decisa verso il rock. Con questo indirizzamento stilistico ben saldo, la combriccola formata da Ritchie Blackmore, Jon Lord, Roger Glover, Ian Paice e Ian Gillan regala al mondo quello che rimarrà un concerto, e di conseguenza un disco, leggendario. 
La formula alla base dell’energia pulsante catturata tra i solchi di “Made in Japan” è chiara nelle parole di un’intervista del 1984 rilasciata da Ian Paice. Per Paice, “unicità” era il concetto, il valore da inseguire a tutti i costi in ogni concerto e quella straordinarietà doveva rivivere anche nel loro disco dal vivo. “Noi ci sentiamo in dovere - almeno di provare - a regalare al nostro al pubblico un’esperienza diversa ogni concerto. Non seguiamo una formula. Anzi, non abbiamo nemmeno mai pensato ad una formula. Improvvisiamo liberamente. Il bello è che per chi ci ascolta, magari potrebbe sembrare sia tutto programmato ma non lo è. Viviamo di concerto in concerto”. 

Batteria: 50 dischi fondamentali. "Made in Japan" dei Deep Purple

In Made in Japansono presenti quattro brani su sette di MachineHeadche sono riproposte in versione magnificamente dilatate specchio di quell’approccio libero, disinibito e in qualche maniera autoindulgente di fare rock degli anni settante, ancora saldamente legato al progressive. Tra i solchi di “Made in Japan” si respira e si gode del desiderio che la band ha di sperimentare su matrici blues arricchendole con l’impianto di nuove sonorità hard e contaminazioni classiche, nelle lunghe jam, benché presente il virtuosismo è sempre mezzo e mai fine, e i lunghissimi assolo diventano viaggi sonici e spaziali che manda in delirio gli ascoltatori. 
Negli anni successivi a questo disco epocale, la band andrà incontro a numerosi cambi di organico ma l’unico membro a restare sempre presente sarà proprio il batterista proprio Ian Paice.
Paice è senz’altro tra i primi a calare gagliardamente nell’heavy rock una tecnica ispirata al jazz drumming: i suoi spietati e leggendari fill in brani come “Highway Star”, “Burn”, “Black Night” hanno relegato generazioni di batteristi nei loro garage a provare a ricreare quelle tessiture batteristiche superbe. Paice è diventato maestro, icona e pioniere assieme, non solo del proprio strumento ma di un approccio che poi nel rock è diventato un genere vero e proprio. Tutte le grandi band che nell’hard rock, progressive e metal degli anni a seguire - dai Van Halen, ai Dream Theater - hanno saputo coniugare immediatezza di songwriting, potenza di suono e preziosismi tecnici devono tantissimi ai Deep Purple e al batterismo di Paice.

album stranieri batteria: 50 dischi fondamentali deep purple ian paice
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di Merkava [user #12559]
commento del 29/06/2020 ore 11:27:1
Ma quanto e' bella questa rubrica! Sarebbe interessante fare lo stesso anche per chitarra, basso, produzione.....
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di DiPaolo [user #48659]
commento del 29/06/2020 ore 12:51:2
Per anni dopo Fireball, era il 1971, la domanda che si faceva ad un batterista era: "sai fare Fireball?", intendendo con ciò se sapeva produrre sulla grancassa la "pedalata" ossessivocompulsiva di Paice (si badi bene, su di un'unica grancassa, col pedale semplice, col pedale doppio non vale, ma soprattutto, si sente) e questo per i circa 3/tre minuti del brano senza inciampare. Paul.
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di bluesfever [user #461]
commento del 29/06/2020 ore 13:38:31
Qui infatti gli hanno montato la seconda cassa come reggibirra vai al link
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di DiPaolo [user #48659]
commento del 29/06/2020 ore 15:36:26
Non so che dirti, a quei tempi, ma anche dopo, nel '75 e oltre, non è che si vedessero questi concerti in TV o al cinema. Comunque sperimentavano parecchio, Fireball comunque è stata incisa con una grancassa, grandissimo Paice. Paul.
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di bluesfever [user #461]
commento del 29/06/2020 ore 17:51:20
Daje... Ian è un grandissimo, ma resta il fatto che FIreball è stata registrata in studio (e suonata live) con la doppia cassa. Lo afferma lui stesso vai al link dicendo di aver preso a prestito la cassa del kit di Keith Moon dei The Who, che era rimasto nello studio dove stavano registrando anche i Deep Purple.
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di dale [user #2255]
commento del 29/06/2020 ore 14:23:21
Best Live Album ever.
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di MM [user #34535]
commento del 29/06/2020 ore 14:24:41
E questa roba la facevano 50 anni fa....
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di Jumpy [user #1050]
commento del 29/06/2020 ore 15:44:38
Buona parte del rock moderno deve tantissimo ai Deep Purple, non solo per Ian Paice, ma anche per l'accoppiata Jon Lor/Richie Blackmore: gli assoli lunghissimi, le contaminazioni con la musica classica, i "duetti" organo distorto/chitarra o chitarra/voce...
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di Robland [user #53772]
commento del 29/06/2020 ore 17:28:30
Per sapere quali album avete già trattato sull'argomento come faccio?
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di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 29/06/2020 ore 22:26:25
Ciao!
tre risposte per te:
1) Se ci leggi dal fisso, in fondo alla pagina trovi una galleria di articoli correlati, con proposte moltissime della altre puntate.
2) Puoi andare nella finestrella "cerca su Accordo" e digitare "Batteria 50 dischi"...
3) Beccatene un po' qua...

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di Robland [user #53772]
commento del 30/06/2020 ore 01:26:04
Grazie! Non sono un batterista e il mio genere è piuttosto hard, ma nonostante ciò spero che tra i cinquanta ci sia anche qualcosa con Stewart Copeland.
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di Gianni Rojatti [user #17404]
commento del 30/06/2020 ore 14:58:00
Ma scherzi? Ti pare che si possa fare una classifica del genere senza i Police? ;-)
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di theoneknownasdaniel [user #39186]
commento del 30/06/2020 ore 10:41:04
Disco e batterista leggendari. Ora molte jam non sono (perlomeno per me) così facilmente fruibili, resta probabilmente IL disco dal vivo per eccellenza.
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di irmo [user #17391]
commento del 01/07/2020 ore 09:36:28
A mio avviso il Rock si divide in tre importanti fasi : prima e dopo Woodstock e prima e dopo Made in Japan.
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di tittis [user #28285]
commento del 01/07/2020 ore 16:20:3
due o tre?
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di irmo [user #17391]
commento del 01/07/2020 ore 20:40:19
50/69 (prima di Woodstock) 70 72 dopo (e prima di M. I. J.) 73 79 (dopo M. I. J.). Dopo fino ai giorni nostri, solo munnezza salvo rari casi.
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di dale [user #2255]
commento del 01/07/2020 ore 21:11:01
Dopo fino ai giorni nostri, solo munnezza salvo rari casi....



Ussignur...
Rispondi
di Johnny92 [user #43424]
commento del 02/07/2020 ore 16:01:51
Batteria: 50 dischi fondamentali. "Overkill" dei Motörhead.
L'album che ha aperto gli orizzonti a nuovi generi hard'n'heavy e a infinite band (Metallica, Antrax, Slayer....).
Rispondi
di fraz666 [user #43257]
commento del 16/11/2021 ore 12:30:02
verissimo
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