Alcuni giorni fa si commentava un post di un accordiano che aveva problemi che un manico “ballerino” che lo faceva impazzire, perché una volta fatto il setup, dopo due giorni le corde ricominciavano a friggere. Tra i principali indiziati dell’origine del problema era stata indicata la qualità del legno di “quella” chitarra che probabilmente interagiva eccessivamente con le variazioni delle condizioni climatiche della casa in cui era custodito lo strumento e che poteva costituire la variabile impazzita rispetto a un altro, del tutto simile, che invece non presentava quel tipo di problemi.
A proposito della differenza di qualità del legno impiegato nella produzioni attuali di chitarre, ieri mi sono imbattuto nel sito di un noto rivenditore di chitarre del nord Italia che, per i pezzi più prestigiosi (ma neanche tanto visto che si parla anche di una Epiphone Slash signature) fornisce un utilissimo servizio aggiuntivo: per ogni prodotto in vendita, oltre a tutte le più comuni informazioni essenziali, per fornire all’acquirente la possibilità di selezionare la scelta c’è una galleria fotografica dei singoli pezzi in vendita, con tanto di numero di serie e, addirittura, l'indicazione del peso. La cosa che mi è saltata immediatamente all’occhio è che per chitarre del tutto simili (Gibson Le Paul), anche come seriali, le variazioni di peso siano estremamente variabili, anche nell’ordine di 900 g (che sulla spalla si sentono tutti).
Ritornando al discorso di prima, tenuto conto di differenze così abissali nella qualità del legno impiegato, così si spiega perché due chitarre identiche avranno una reazione alla variazione di temperatura e di umidità del tutto differente, e, a parità di tutto il resto, avranno con ogni probabilità anche un suono abbastanza differente |