|
E' stata una manifestazione che, a mio modo di vedere, ha superato le altre
precedenti (e non solo quelle di Milano), come affluenza e partecipazione.
Anche se mancavano, per ovvi motivi, alcuni espositori stranieri, ho notato
un affluenza superiore alla media. Per questo intendo, non solamente dal
punto di vista numerico, ma anche da quello qualitativo. Si è notato, in una
maniera molto chiara, uno spostamento della ricerca degli stumenti, dal
vintage "all'usato", quello tradizionale, quello che mantiene vivo queste
manifestazioni e quello che, sempre secondo me, dovrebbe essere rivalutato,
perché è quello che tiene musicalmente coeso questo settore. Senza questi
appassionati che cercano uno strumento adatto alle propie tasche, perché è
bello, perchè è raggiungibile, perché suona bene, perché è tenuto in maniera
decente e che si commuovono a dover sacrificare i loro risparmi (magari di
mesi), queste manifestazioni farebbero fatica a continuare. Se tutto dovesse
essere imperniato sul vintage, potrebbero essere fatte per 4 eletti e questa
sarebbe la morte per le fiere di questo genere e sono contento che questo
non accada. Chitarre vintage non ce ne sono più (quelle vere), o meglio se
vuoi le trovi, ma dentro c'è di tutto, forse anche un tostapane, e pagarle
il triplo per un tostapane rispetto ad una nuova che suona meglio, è una
tua scelta, ma dopo non lamentarti ed in ogni modo, non ce n'erano. Ormai
chi ne ha una, giustamente se la tiene. |