Dalla chitarra, il segnale passa attraverso l'accordatore e il wah, poi le distorsioni, pedale volume e successivamente entra nel preamplificatore, mentre modulazioni e ritardi vanno in S/R. In questo modo è possibile sfruttare anche il canale drive dell'amplificatore (nel mio caso il Fender Blues Deluxe) per spiccare sugli assolo. Nel caso in cui l'amplificatore usato non fosse dotato di S/R, si ha la possibilità di collegare modulazioni e ritardi in serie alle distorsioni, dopo il pedale volume, per poi concludere la catena nell'ingresso dell'ampli.
Per l'alimentazione uso due alimentatori stabilizzati da 1A e 500mA che alimentano tutti i pedali tramite due daisy chain. La ciabatta è avvitata alla base di legno all'interno di una sorta di scatola sotto il livello più alto, mentre i cavi dell'alimentazione dalla scatola passano sotto la base per poi emergere solo al momento della connessione con i pedali. Anche i cavetti di connessione tra i pedali, dove è possibile, passano al di sotto della base.
Mezza giornata dal falegname e la struttura di base è completa: ho usato un multistrato da 2cm, abbastanza pesantuccio ma anche resistente. In ogni caso penso che da 1,5cm, se non addirittura da 1cm, sarebbe andato bene ugualmente. Ho verniciato il tutto con una bomboletta spray prima di fissare i pedali.
Per quanto riguarda l'ancoraggio dei pedali alla board, ho acquistato allo stand Vinteck all'ultimo SHG delle linguette di metallo da applicare alla base del pedale per poi avvitarlo alla pedaliera, in modo da avere più stabilità dal velcro. Per quanto riguarda il wah e il pedale volume, non potevo usare le stesse linguette a causa della diversa costruzione del pedale, così ne ho fatte alcune utilizzando l'alluminio delle lattine, tagliando delle listarelle di 3cm x 1cm circa, arrotondando gli angoli e forando le estremità: l'alluminio è abbastanza morbido per essere piegato, e usando più strati (io ne ho usati quattro per ogni vite) fornisce la stabilità necessaria al pedale: un metodo un po' spartano ma efficace.
Ho volontariamente lasciato lo spazio tra le modulazioni per il futuro acquisto di un flanger, come avevo fatto anche per le distorsioni pensando a un fuzz, ma poi ho riempito lo spazio vuoto con un altro distorsore. La sostituzione dei pedali ovviamente comporterebbe, nel caso peggiore, solamente un paio di fori in più sulla board, se si volesse invece cambiare il metodo di alimentazione, utilizzando per esempio un Fuel Tank o un Pedal Power, è sufficiente svitare la ciabatta dalla base e sostituirla con l'alimentatore desiderato. La scatola è abbastanza spaziosa per contenere qualsiasi alimentatore e i cavi possono benissimo essere posizionati come quelli attuali.
Nel suo complesso, la pedaliera non è sicuramente leggera come una piuma, ma trasportarla non è poi così faticoso. Potrebbe risultare invece fastidiosa l'attivazione dei pedali sulla scatola a causa del dislivello, ma ci si fa l'abitudine. Per il trasporto a mano ho pensato a una maniglia ricavata nella base stessa, poi ho applicato quattro piedini antiscivolo anche sul lato corto per poterla appoggiare in verticale.
In fin dei conti non sarà sicuramente la migliore pedaliera in circolazione, ma è una buona soluzione per gli appassionati di fai-da-te e per chi ama costruirsi da sé il proprio sound. E non solo quello.
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.