di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 18 novembre 2013 ore 16:00
Parte oggi a Milano il clinic tour del chitarrista Prashant Aswani. Virtuoso della shred fusiom, session man e produttore lo conosciamo meglio attraverso questa breve analisi stilistica.
Parte oggi a Milano il clinic tour del chitarrista Prashant Aswani. Virtuoso della shred fusiom, session man e produttore lo conosciamo meglio attraverso questa breve analisi stilistica.
Prashant Aswani è un chitarrista che ha avuto il merito di portare una botta di vivacità in un momento storico polveroso e stanco della chitarra shred. A cavallo tra gli anni novanta e duemila, questo modo di suonare era decisamente out. La sbornia dell’iper-tecnicismo degli anni ’80 era bella che passata. Tutto ciò che di eccitante stava succedendo nell’ambito della chitarra rock, era lontano anni luce dallo shred: dagli ultimi rigurgiti del grunge, ai primi vagiti dei Foo Fighters, passando per il British Pop degli Oasis, le contaminazioni dei Prodigy, la poesia di Morrisette e gli albori del Nu Metal, si potevano ascoltare ottime chitarre ma quasi tutte proiettate in una dimensione ritmica, votate alla sperimentazione e alla ricerca di sonorità sempre funzionali all’arrangiamento e mai al solismo.
Lo shred si stava arroccando su stesso, sprofondando nella nicchia della nicchia. Il breve entusiasmo per le contaminazioni tra shred e fusion innescato da Howe, Gambale, Garsed e Shawn Lane andava esaurendosi e colossi come Kotzen e Gilbert cercavano addirittura altre strade reinventandosi come cantanti. Iniziava a prendere piede una nuova scena chitarristica, votata all’esasperazione tecnica. Joy Basu, Neal Nagaoka, Scott Mishoe, Rusty Cooley erano una scuderia di giovani chitarristi che spingevano al massimo quanto iniziato da Vai, Satriani, Malmsteen & Co. portandolo ai limiti del parossismo. L’attenzione era esclusivamente legata all’aspetto tecnico. I dischi sfornati da questa scena erano per lo più inascoltabili. Molti addirittura erano semplici auto produzioni, demo che riuscivano però a circolare sfruttando i ciruiti delle funzine il neonato canale di Internet. In questo scenario, decisamente desolante, sbuca nel 1997, Prashant Aswani con un album di debutto entusiasmante “Revelation”.
Il disco, prodotto da Greg Howe, brillava per un’attenzione eccezionale alle parti ritmiche e al groove. Aswani aveva studiato alla Berkeley ma era soprattutto diplomato in Tabla, le complessissime percussioni indiane. Questa sensibilità ritmica straordinaria si contaminava con il rock e con una pulsazione funk selvaggia, rendendo la musica di Aswani davvero fresca e accattivante. Le armonie e il fraseggio solista ammiccavano alla fusion ma senza abbandonare mai la pronuncia rock. Aswani, pur non avendo tecnicamente nulla da invidiare agli altri shredder, riusciva a dosare con grande serenità e musicalità il suo virtuosismo, ponendo sempre come priorità il groove, l’originalità e la vivacità del fraseggio.
Elementi caratteristici del suo playing erano l’uso della tecnica del plettro e dita, che gli permetteva di eseguire frasi a intervalli molto larghi e articolati, pur mantenendo una posizione della mano sinistra raccolta e confortevole. La tecnica del plettro e dita suonava modernissima: un ibrido entusiasmante tra l’attacco dei grandi plettratori e la fluidità di sweep e legato. Aswani snobbava il fraseggio a tre note per corda - esplorato e sfruttato alla nausea dagli shredder precedenti - a favore di un fraseggio costruito su entusiasmanti combinazioni tra arpeggi a quattro voci (maj7, min7, 7…) e pentatoniche, colorate con aggiunte di note diatoniche e modali.
Proponiamo due marchi di fabbrica del playing di Aswani.
Ragioniamo in Am Dorico; grazie alla tecnica plettro e dita, un arpeggio di Am7 viene articolato su di un pattern incalzante e arricchito con gli intervalli di 9, 11 e 13, evidenziati in partitura.
Quindi una combinazione di pentatonica minore e frammenti di arpeggi diatonici. Anche qui, l'esecuzione è in plettro & dita.
Questa settimana Prashant Aswani attraverserà l'Italia in un clinic tour organizzato da ESP/LTD e Backline. Le clinic verteranno sulla sua strumentazione, il suono, la tecnica e il linguaggio, ma anche sulla produzione musicale più in generale.