di jebstuart [user #19455] - pubblicato il 30 aprile 2014 ore 07:00
In passato, quando qualcuno partecipava o anche solo assisteva a qualcosa di epocale, nel rievocarla invariabilmente gli si sentiva dire che scene e volti gli si erano stampati nella memoria, finendo in pratica tra i suoi ricordi indelebili. La memoria non volatile della propria vita.
In passato, quando qualcuno partecipava o anche solo assisteva a qualcosa di epocale, nel rievocarla invariabilmente gli si sentiva dire che scene e volti gli si erano stampati nella memoria, finendo in pratica tra i suoi ricordi indelebili. La memoria non volatile della propria vita.
Oggi invece pare si sia tormentati dalla paura di non documentare sufficientemente quel che ci succede. Il ricordo tradizionale - quello biologico, voglio dire - però non ci basta più. Probabilmente ci appare troppo personale e vagamente masturbatorio. Non lo si può condividere con facilità (a meno di non volersi imbarcare in racconti noiosissimi e così poco trendy) e, soprattutto, non lo si può postare su Facebook. Allora meglio ricorrere a metodiche oggettive, possibilmente su supporto elettronico. Per esempio farsi una foto da sé (fare selfie, come dicono quelli che parlano moderno) e togliersi il pensiero. Nessun bisogno di ricordare. Basta avere sempre uno smartphone o un tablet o una qualsiasi altra diavoleria a portata di mano, e il gioco è fatto, con la nostra vita meticolosamente documentata, fotografata e messa in piazza.
E così se un giorno un tizio che ha la ventura di far parete di una delegazione diplomatica si trova a vivere in prima fila un evento storico, che fa? Dovrebbe salutare il Papa, forse dire qualcosa di intelligente. Invece quel che gli importa davvero è poter estrarre il cellulare e poi, con un’espressione tra il trionfante e l’imbarazzato, scattare la foto agognata.
Così a casa ci credono. E su Facebook gli mettono "mi piace". Una goduria. Con due miliardi di spettatori collegati in mondovisione a fare da testimoni di tanta vacuità.
A proposito… nella foga dimenticavo. Mentre mi leggete, potete sorridere e guardare verso di me, che vi fotografo?