Chi mi conosce sa dell'amore che ho per questo artista e di come la sua esistenza abbia in qualche modo influenzato la mia, ma qui io credo di aver fatto qualcosa alla sua: porvi fine. Il suo primo disco è del 1977, io avevo 3 anni, troppo pochi per poter dire di avere ricordi, ma proprio per questo da quando ne ho Pino c'è. Dai (miei) 3 ai 10 anni Pino fa uscire quattro dischi in studio ed uno dal vivo che rappresentano il paesaggio musicale all'interno del quale io cresco, queste cinque opere fanno talmente parte di me che non saprei dirvi se sono belle o brutte, se suonate bene o male, semplicemente sono me, come l'essere in sovrappeso, polemico e malinconico. Da bambino tutto appare netto, puro, c'è il bene e il male, lo zio buono e quello cattivo, l'amico simpatico e quello odioso; poi crescendo ci si accorge delle sfumature, le figure perdono la loro integrità, il tempo le scalfisce, le sabbia, togliendogli nettezza ma donandogli tridimensionalità. Ci si accorge che l'errore non è sempre figlio della malafede e che l'inciampo fa parte del cammino. Dal 1984 in poi Pino è inciampato molte volte e questo gli ha donato un'umanità ancora più profonda. Ho passato giornate intere con le cassette a cercare di rifare la sua musica con la chitarra, allora non c'era internet e l'unico modo era ascoltare due-tre secondi schiacciare pausa tornare indietro, rischiacciare pausa trovare l'accordo ed andare avanti, e non solo per la chitarra, ho speso un pomeriggio ad imparare l'assolo fatto con la voce di I got the blues, e siccome va a sfumare quasi subito dovevo alzare al massimo il volume per capire anche gli ultimi secondi di scat. Dal minuto 2.02 in poi https://youtu.be/dAzBM6B1JQ4 L'arte è grande quando parla proprio di te, ed io la mattina in cui facevo il bagno non potevo uscire perché mia madre era molto apprensiva e diceva che ero ancora umido, mi potevo ammalare ecc.ecc. Però, se sul terrazzino della casa di Casavatore ci batteva il sole, prendeva una seggiola e mi ci metteva ad asciugare di schiena “che ti fa bene ai bronchi”. Io stavo lì nella luce e nel calore a sentire l'acqua cadere giù dall'orecchio con la pelle d'oca. Pino deve averlo saputo perché in Alleria dopo 55 secondi dice proprio: voglio il sole per asciugarmi ed un ora per ricordarmelo. https://youtu.be/lZoBGCrSV5Y L'arte è grande indipendentemente se parla di te o a te, perché nel mio palazzo non ci ha mai abitato una prostituta, e nemmeno non ne ho frequentate, eppure Quanno Chiove mi si è attaccata addosso come l'odore di casa da portarsi all'estero ed a Londra il mio sodale mi chiedeva di suonarla sempre ed io non mi esimevo mai dal farlo. https://youtu.be/fkY4d9ICE9w L'arte è grande quando vorresti che parlasse di te, perché avrei voluto tanto essere insieme a lui e a Massimo alle 4 del mattino in mezzo al mare........ https://youtu.be/dBKzO_vhQfM
Per crescere bisogna in qualche modo allontanarsi dal proprio nido cercare nuove strade, conoscere, assaggiare, sbagliare, convincersi in assoluto per poi cambiare idea. Nella valigetta di cose intime e personali Pino c'è sempre stato ma ho aperto gli occhi e guardato altrove. Ultimamente ho scritto una cosa chiamata “l'autostima del musicista”http://people.accordo.it/article.do?id=81123#841824 in cui parlavo del mio tormentato rapporto con quella musa frigida che è la musica. Tutti quelli ai quali l'ho fatto leggere mi hanno fatto complimenti sinceri (credo di riconoscerli da quelli di circostanza). A capodanno tra un trenino in sala con i miei figli ed una fetta di panettone con mia moglie ho visto Pino in Tv che sviliva la sua arte in un programma per famiglie. La mattina seguente in un misto di tristezza e megalomania ho cercato sui vari social network il recapito di Pino e gli ho spedito l'articolo con tanto di video e pezzi musicali. Ebbene sì, alla tenera età di 40 anni per la prima volta in vita mia ho scritto una lettera ad un cantante, roba da quindicenne infervorato. L'ho fatto con lo spirito della bottiglia lanciata dal naufrago, la possibilità che non venga mangiata dagli squali, che non si rompa ed affondi sono vicine allo zero però la sera prima di dormire ho immaginato.........
Il primo contatto avviene per mail, abbastanza formale, mi ringraziano per le belle parole, mi chiedono i dati ed il numero di telefono per tenermi informato sulle prossime iniziative dell'artista. Penso che in un mondo di banche dati ed inchieste di marketing sono cose che a loro servono sempre, comunque obbedisco. E invece un paio di settimane dopo mi arriva la telefonata di una tale signorina Beatrice, dice che Pino ha letto la mia roba, sentito la mia musica e vorrebbe incontrarmi con piacere. La felicità è di quelle quasi incontenibili, mi tremano le mani e dico cose di cui mi pento un attimo dopo, mi sforzo di non sembrare un coglione ma i pensieri si spingono in fila indiana uno sull'altro, persino il tono della voce diventa instabile, ho degli acuti improvvisi e incontrollati. In qualche modo riesco a farmi lasciare dei recapiti per metterci d'accordo sul dove e quando. La notte non dormo, la prima decisione è chiedere a mia moglie Alice di accompagnarmi non credo che sarei in grado di guidare. Richiamo il giorno dopo e risponde un ragazzo il quale mi dice che non sa niente e che la signorina Beatrice tornerà nel pomeriggio, dopo le 3. Vado in crisi, cerco di mascherare lo sconforto con gesti quotidiani, faccio ordine.........Alice mi guarda negli occhi, mi carezza e dice: stai calmo...... Richiamo con 40 minuti di margine e Beatrice conferma tutto, mi da appuntamento a Magliano dopo due settimane. Tredici giorni di attesa, voglio cercare di godermeli, assaporarli tutti e tredici. Intanto studio almeno un paio d'ore al giorno, voglio arrivare preparato e poi ascolto tutto quello che ha fatto dall' 84 in poi. Stavolta non finirà come le altre volte che ho conosciuto qualcuno che stimavo, ci sarà più tempo e poi anche lui pare apprezzarmi almeno in parte, è leggermente meno squilibrata la faccenda, non rimarrò senza argomenti in un attimo. E se poi rimango deluso? Se scopro che è un uomo furbo e cinico? Non bisogna mai conoscere i propri miti, si rimane delusi. Beh però se le aspettative non sono alte? E' evidente che non è più un super eroe, delle mancanze, vizi, idiosincrasie, incoerenze me li aspetto, basterà essere indulgenti, d'altra parte si tratta di un uomo di sessant'anni malato di cuore. Tra i regali che la vita mi ha dato ci sono stati un paio di giorni passati a discutere di musica con Mauro Pagani il quale riguardo a Pino diceva che dopo la malattia non bisognava più giudicarlo in quanto considerava ogni giorno in più regalato e questo inevitabilmente si rifletteva sulla sua musica. Nelle due settimane affronto tutte le fasi, dall'esaltazione alla depressione, lo devo dire a tutti, nessuno deve sapere, sono un genio e lui lo ha riconosciuto in quanto genio a sua volta, sono un coglione e lui è un genio, siamo due coglioni, io sarò anche un coglione ma lui è proprio alla canna del gas per aggrapparsi ad uno che al primo dell'anno ti manda una mail.
Eccoci qua, domani si parte, è il gran giorno, ho già fatto l'amore e non riesco a dormire, cosa dico per prima cosa? Mi preparo un discorso o improvviso? Se improvviso però rischio di impappinarmi e sembrare un coglione, però se mi preparo perdo di spontaneità, uno come lui sarà abituato ad avere gente intorno costruita, quello che posso offrirgli è un po di verità, ma poi devo essere io ad offrirgli? Cosa voglio da questa cosa? Credo di avere la febbre, perché l'ho voluto incontrare? Se ci rifletto è un estraneo. Noo, io sveglio Alice per dirle che non voglio partire. Mia moglie è una delle donne più pazienti al mondo che non solo mi sopporta ma mi da l'impressione di farlo con vero piacere ma su una cosa non transige: il sonno, se la moneta corrente fossero le ore di sonno mia moglie sarebbe avarissima. Con voce dormiente ma decisa mi dice: dormi, Dormi. Eh sì, la fai facile? Come se dirmelo bastasse, come se dovessi ubbidire, io devo risolvere, capire. Mangeremo lì? Sì, siamo vegetariani, ma non di quelli fissati che parlano sempre di quello, anzi. Anzi? Il più delle volte non li sopporto i vegetariani. Così però sembro uno che non sopporta i suoi simili, anzi sembro uno che non sopporta sè stesso, niente, magari potrei cucinare? Farei pasta e patate, chissà da quanto non mangia una pasta e patate fatta “azzeccata azzeccata” E se questa cosa cambiasse i miei equilibri? Io la vita del musicista non la voglio fare, sono pigro ed abitudinario. L'idea di cambiare letto, mangiare fuori tutti i giorni, sai i bruciori di stomaco? E poi conoscere un sacco di gente di cui non mi interessa niente, persone che fanno lavori con nomi in inglese, artisti da apericena, fighe che ti levano lucidità, doversi raccontare, convincere, ma perché? Rinunciare ad accompagnare i bimbi a scuola e poi tornare in solitudine a suonare o a scrivere? Non poter tutte le sere metterci nel letto tutti e quattro con i denti lavati ed i pigiami, e poi portarli in braccio nei loro letti e rimanere soli..... Magari potrei dargli delle idee, regalargli degli stimoli sui quali poi lui o chi per lui, con i produttori artistici i project manager potrebbero mettere a frutto, io non mi iscriverei nemmeno alla Siae, tanto sono una banda di ladri quelli, mi basterebbe qualche strumento musicale in regalo, e poi vuoi mettere la soddisfazione, magari però uno o due date vicino casa? E a Napoli? Noo a Napoli no, i parenti mi salterebbero addosso, noo. Stai a vedere che riesco davvero a rifare pace con quella stronza della musica, forse riesco a trovare la mia dimensione, ci sono molte cose che deve farsi perdonare ma se mi facesse un regalo del genere sarei pronto a dire “chi ha avuto avuto e chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato........” Al primo squillo di sveglia scatto in piedi, cazzo mi sono addormentato l'ultima mezzora, mi lavo i denti faccio colazione mi rilavo i denti perché vanno lavati dopo la colazione mi vesto e controllo sul sito dell'autostrada se c'è traffico sul tragitto poi vado in bagno ed a quel punto Alice si alza lentamente da letto.... Si parte..........
Il 3 gennaio parto per Bruxelles con tutta la famiglia. Il 4 gennaio accendo il computer e leggo la notizie, rimango stordito, il dolore è di quelli intimi, che ti mozzano il respiro e non ti lasciano pensare ad altro, nella mail tanti amici mi dicono che sono dispiaciuti per me come se mi fosse morto un parente, mi trattengo dal piangere davanti ai bimbi, sono in vacanza e non è un ricordo che voglio lasciargli. Quella stronza della musica lo ha rifatto, mi ha ridato un dispiacere, stavolta però ci è andata giù duro, piuttosto che accontentarmi ha ucciso Pino, se non gli avessi scritto sarebbe campato altri 30 anni.
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