di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 19 marzo 2016 ore 07:30
Una chitarra da shred travestita da blues la PXL200FHB. Un corpo più spesso rispetto la versione precedente, con top in acero fiammato e una colorazione sunburst fanno il paio con 24 tasti super jumbo e una tastiera da corsa.
La prima PXL passata in redazione era uno splendido esemplare di single cut nera come la notte, dall’aspetto aggressivo. Oggi invece tra le mani ci troviamo una chitarra dall’aspetto ricercato, a tratti più vintage, ma con lo spirito di un’ascia da guerra. L’abito non fa il monaco e nonostante un top fiammato e un sunburst la Parallaxe resta una chitarra moderna e metallara.
Il body in mogano, scavato nei punti giusti per garantire il massimo confort, è realizzato in mogano. Con l’aggiunta del top in acero fiammato diventa ben più alto di quello del modello precedente, con un leggero aumento di peso generale dello strumento.
Il manico a 24 tasti è realizzato sempre in mogano ma con tastiera in ebano. Su questa sono applicati i bei segnatasti rettangolari in madreperla, interrotti dall’aquila simbolo della serie Parallaxe al dodicesimo.
L’elettronica scelta per la 200FHB è marcata Seymour Duncan. In particolare tra le fiammature dell’acero troviamo un HB101N al manico e un HB103B al ponte. Entrambi sono in colorazione zebra, una scelta a nostro avviso azzeccatissima con l’honey burst del corpo.
Il controllo sul sound è garantito dai tre potenziometri con manopole in metallo cromato con cui si possono gestire il volume dei due pick up separatamente il tono generale. Le meccaniche Grover con ratio di 18:1 assieme al capotasto in grafite completano la scheda tecnica della Washburn PXL200FHB che ha tutte le carte in regola per essere una top di gamma.
Da suonare è davvero comoda. Nonostante il lieve aumento di peso resta bilanciata e tutto sommato leggera per essere una single cut. I vari relief del body fanno si che calzi come un guanto. Il manico è sottile, con un profilo a C assottigliato al massimo. Unito alla tastiera piatta con tasti super jumbo è una vera freeway. Si arriva con semplicità fino all’ultimo tasto senza far fatica e anche dopo un bel po’ di tempo passato in compagnia della PXL non ci siamo per niente stancati.
I Seymour Duncan sono dei pick up che ci hanno davvero sorpreso. Mettono subito in chiaro di avere una vocazione metallara, spingendo subito il già precario clean della Plexi verso un crunch più leggero al manico e bello cattivo al ponte. Ci viene incontro la manopola del tono che splitta gli humbucker e ci riporta verso sonorità più pulite con cui non si fatica a trovare il timbro giusto anche per qualche ritmica funk.
L’aspetto classico, però, non riesce a nascondere la sua anima cazzuta e ce ne accorgiamo quando accendiamo l’overdrive. Al manico il sound è carico di basse e pieno, anche se ancora non abbiamo ripremuto la manopola del tono. Quando lo facciamo la situazione si fa ancora più interessante. L’aumento di volume è consistente così come la spinta sulle basse dell’SD al manico. Più sguaiato e aggressivo l’humbucker al manico riesce a spingere l’overdrive verso una sana distorsione, ma non ci basta e alziamo la manopola del gain per spingerci verso territori ben più hard. Ci dà molte soddisfazioni, perché con un sustain lungo a non finire e un output bello potente riesce a rendere anche quello che era un crunch spinto una distorsione vera e propria.
La PXL200FHB è una chitarra che ci ha lasciato un ottimo ricordo. Così come l’aspetto estetico combina forme moderne con un look classico, anche il sound ha due facce. La Washburn è una chitarra da shred, ma che sa dare del suo meglio anche in territori ben lontane dal mondo delle mille note al secondo. Il prezzo suggerito per il pubblico è di 979€ IVA inclusa.