Quando si acquista un amplificatore le cose da valutare sono molte, ma un aspetto in particolare mette in crisi il musicista: preferire un combo o una testata con cassa a parte?Gran parte dei modelli presenti sul mercato viene offerta sia in versione testata (cioè con il solo circuito di amplificazione in un contenitore più compatto) sia combo (cioè con amplificatore e cono, o più coni, in un unico mobile). Le due configurazioni hanno dei pro e dei contro ben precisi, e abbiamo voluto chiedere a Pierpaolo Bruschi di Breach Amps quali motivi potrebbero far propendere per una soluzione o l'altra.
Breach Amps è un laboratorio artigianale che abbiamo incontrato allo scorso Custom Shop Milano e conosciuto più a fondo sulle pagine di Accordo con due splendide testate: qui la e qui la .
Il marchio produce sia versioni combo sia testate, entrambe le tipologie a livelli molto alti, e ci è sembrato il riferimento più obiettivo per offrire una panoramica completa sulla questione.
A Pierpaolo abbiamo chiesto: cosa dovrebbe spingere un chitarrista verso un combo piuttosto che una testata?
Risponde Pierpaolo Bruschi di : questa è una domanda difficile!
Per quanto riguarda i miei prodotti, curo molto il lato peso/ingombro su tutta la linea. Sul mio sito potete trovare le specifiche e i pesi che ho aggiunto proprio da poco e potrete vedere che tutti hanno un peso davvero contenuto.
Parlando dei combo, sicuramente il pro è l'ingombro e la comodità. Per un artista che si esibisce per la maggior parte delle occasioni nei piccoli club, rimane una situazione ottimale dal quel punto di vista. Di contro il volume percepito, a parità di prodotto, nella versione combo sarà minore, anche nel caso sia una 1x12. Si avrà una presenza maggiore per la testata.
Una cassa pura da abbinare a una testata esterna è studiata in modo che le cubature siano in linea con le specifiche del cono. Inoltre al suo interno ha le pareti libere. Tutto questo concorre a far lavorare al meglio la membrana regalando una maggiore presence e un volume percepito più elevato. In un combo bisogna sempre trovare un compromesso tra chassis e cabinet. Bisogna alloggiare i vari componenti e magari anche il riverbero, tutte cose che occupano irrimediabilmente il volume d’aria all’interno della cassa, influendo sul suono.
Ovviamente bisogna paragonare combo e testate con lo stesso numero di coni. È superfluo dire che una 2x12 suonerà di più di una 1x12. Il numero di altoparlanti influisce non poco sul peso, soprattutto in un combo che al suo interno ha valvole, trasformatori e tutto il resto.
Il punto, per così dire, a sfavore per la testata e cassa è ovviamente l'ingombro particolarmente se ci si muove con un mezzo per la band. Bisogna considerare che, se pur leggeri e compatti, dovremo gestire due pesi sia nel carico scarico sia su e giù dal palco.
Per quanto riguarda i pesi, le differenze tra un combo e la corrispettiva versione testata e cassa possono essere più o meno influenti a seconda dei casi. Per i miei prodotti siamo molto vicini tra le due soluzioni, ovviamente a parità di progetto. Per esempio la Muddy pesa 11,5Kg e la cassa 1x12 12Kg scarsi. Il combo Sweet Cream's Queen da 30watt pesa 22Kg, poco meno della somma di testa e cabinet.
Per ottenere pesi contenuti, prima di tutto utilizzo volumi ridotti, quando costruisco testate di basso e medio wattaggio o monocanale. Non ho bisogno di grandi superfici per gestire valvole e trasformatori, questo permette di evitare di utilizzare troppo metallo per la base dell'ampli.
Per lo chassis io utilizzo l’alluminio. Questo offre due vantaggi. Per prima cosa è molto più leggero di acciaio e ferro. In secondo luogo è un metallo auto dissipante, permette quindi anche con ingombri ridotti di non avere problemi dovuti alle elevate temperature. Per quanto riguarda la struttura in legno, per le teste uso uno shield in multistrato di pioppo che ha un peso specifico inferiore al truciolato. Lo stesso discorso vale per il pino massello che uso sia per i combo sia per le casse.