La CJ è una dreadnought, una slope-shoulder per l’esattezza, una forma che sta tornando a godere di un ottimo successo. A differenza delle tradizionali D, le slope hanno, per così dire, le spalle cascanti (come le Gibson J45), più inclinate insomma rispetto alle square shoulder.
La scheda tecnica della Collings è un lunghissimo elenco di legni di tutto rispetto. Si parte dal top in abete Sitka selezionato. Incollato a questo troviamo un bracing scalloped pre-war, un tocco di vintage invisibile. Il palissandro indiano utilizzato per fondo e fasce mette in mostra le sue splendide venature sotto la finitura trasparente. La giuntura è al 14esimo dei venti tasti posati su una tastiera in ebano, come il ponte. Il legno nero è utilizzato anche per i bridge pin e per l’impiallacciatura sopra la paletta.
La CJ non sfoggia soluzioni estetiche sfarzose. Le finiture però sono pressoché perfette, ogni cosa è al posto giusto, nulla è lasciato al caso. Quando la si imbraccia ci si accorge subito di avere tra le mani uno strumento top di gamma. Il manico fat C, bello cicciotto, è rifinito con cura, così come i tasti che sono lisci e non danno il minimo fastidio, come dovrebbe essere su strumenti come questo (e non solo). La cura nei dettagli è fantastica non solo dal punto di vista estetico, anzi, si è concentrata soprattutto sulla ricerca sonora.
Prendiamo un plettro e cominciamo a suonare. Tutto vibra in sintonia, il manico, la cassa e la pancia, tutto sincronizzato alla perfezione con il sound che scaturisce dalla buca. Le basse si fanno sentire con forza fin da subito e fanno da base perfetta per i cantini definiti ed energici.
Il sound è equilibrato e grazie alle dimensioni generose del body è potente. Il volume generoso, però, fa il paio con un’ottima definizione. Le note raggiungono le nostre orecchie bene distinte e intellegibili, anche quando si forza con l’armonia e le dissonanze si fanno più ostiche.
La CJ, oltre alla voce di gran classe, mette sul piatto anche un’ergonomia micidiale. Non ci si stancherebbe mai di suonarla. L’action bassa (senza che le corde friggano) e il diapason da 25’’ e mezzo fanno sembrare le 0.012 delle 0.008, morbide a tal punto che anche i bending più tosti diventano facili facili.
Come ogni buona dreadnought tira fuori una gran voce quando ci si dà allo strumming, ma sa anche essere delicata quanto basta quando si passa a del sano fingerstyle. Grazie alla voce potente e alla buona dinamica, si riesce a far emergere la melodia lasciando i bassi a sorreggere il tutto senza fatica.
Con un prezzo di circa 3800 euro (case rigido incluso), la CJ non è certo a buon mercato. È uno strumento esclusivo, realizzato con cura maniacale e materiali di primissima scelta. Si ponte al top nel mercato delle acustiche e lo fa senza mezzi termini. Se vi capita di vederne una in negozio non limitatevi a guardarla. |