Ieri sera c'è stato l'evento live organizzato in memoria delle vittime dell'attentato di due settimane fa. Il concerto di Ariana Grande, trasmesso su diverse emittenti TV italiane, al di là dell'aspetto artistico, credo verrà ricordato come un 'manifesto' dei cantanti spesso bollati come 'Generazione X-Factor'.
Forse questa mia riflessione attirerà critiche da molti accordiani, ma ieri sera mi è parso di vedere tanti artisti con la voglia di esprimere un messaggio forte, con la loro musica certamente, più o meno leggera, ma comunque con una intenzione positiva e riuscita.
Gli ultimi decenni hanno tutti avuto un evento simile: Live Aid poneva l'accento sulla lotta alla disparità, il Freddy Mercury Tribute portava alla ribalta la consapevolezza sull'Aids, anche Pavarotti & C per accendere i riflettori sulla guerra alle nostre porte. Ognuno di questi concerti è sicuramente ricco di contraddizioni e aperto a critiche, ma a suo modo ognuno è diventato un punto di riferimento.
E come i precedenti, anche il concerto di ieri sera ha avuto partecipazione di nuove e vecchie leve, in una sorta di ideale 'passaggio di testimone'. E in questo 'parallelo', molti dei 'nuovi' artisti mi hanno colpito molto più dei loro maestri. A fine serata rifletto che le performance che più mi hanno trasmesso per intensità sono quelle di cantanti spesso bollati come 'finti', 'creati a tavolino', 'senza spessore'.
La mia personale scaletta di preferenze vede certamente tra le migliori performance quelle di Justin Bieber, live chitarra e voce, idem per Miley Cyrus, che mi è sembrata più una 'cantautrice country' che la provocatoria ragazzaccia, Imogen Heap, una veterana, e certamente Ariana.
E ancora mi sorprendo a pensare come le performance di Coldplay, Robbie Williams e Liam non siano state altrettanto intense, in alcuni casi per mancanza di voce (o troppa emozione) in altri per mancanza di intenzione.
Ma visto che siamo su Accordo, una riflessione la riservo anche al nostro strumento preferito. La chitarra ieri non è certamente stata 'protagonista'. Anzi, complice un mixaggio non proprio all'altezza, anche quando poteva esserlo con Liam Gallagher, è risultata persino un po' fastidiosa (e detto da un chitarrista...).
Invece via libera a chitarroni acustici, più o meno plettrati, arpeggiati o 'snappati', chitarre funk di Pharrel (del grande Nile Rodgers), chitarre 'ariose' dei Coldplay certamente ispirate agli U2 ma non altrettanto originali.
Quindi comunque la chitarra rimane, gode di discreta salute, e ancora sa accompagnare la voce dando emozioni. L'auspicio è che al prossimo 'appuntamento' ci sia qualcuno in grado di sterzare nuovamente la rotta con nuove evoluzioni... i tempi delle rivoluzioni chitarristiche ormai son troppo lontani. |