“L’evoluzione ha lo scopo di porre rimedio ai limiti del passato” spiega George Gruhn, tra i maggiori esperti di strumenti vintage al mondo. Una chitarra non può restare inchiodata a un progetto storico senza introdurre innovazioni che siano al passo con i traguardi tecnologici della sua epoca e, in un oceano di modelli noti e forme inconfondibili che richiamano inequivocabilmente gli idoli degli anni ’50 e ’60 del ‘900, la Hagstrom Swede dimostra di aver colto in pieno il suggerimento.
Quando si parla di solid body in mogano con top in acero e una coppia di humbucker, i riferimenti sono chiari nelle menti di tutti. Il cutaway può essere morbido o più acuminato, la “pancia” più o meno tondeggiate, ma suono e suonabilità rimandano al rock più puro, talvolta tendente al blues, talvolta - perché no - al metal.
Il design è vincente, variarlo in maniera evidente potrebbe essere addirittura controproducente, ma è sul terreno dei piccoli dettagli che si gioca la sfida alla modernità.
Hagstrom ha dimostrato più volte di sapere il fatto suo con accorgimenti come le tastiere in resinator, materiale composito progettato per fornire una risposta e un timbro vicini all’ebano ma con una stabilità strutturale superiore a quella del legno. Sulle Swede, il resinator è modellato per un raggio abbondante, quasi piatto, da 15 pollici.
Dentro il manico in mogano della gamma Swede si nasconde il sistema brevettato H-Expander, un’anima in metallo che dona forza e stabilità anche ai manici più sottili e al cui centro il truss rod è libero di registrare le action più basse senza soffrire torsioni o irregolarità che comprometterebbero la suonabilità dell’insieme. La barra - che per certi versi può richiamare le caratteristiche degli esperimenti di manici in metallo che hanno costellato la storia della chitarra elettrica - attraversa il manico in tutta la sua lunghezza ed è indicata anche come la corresponsabile di un suono carico di sustain, dall’attacco preciso e grosso.
Oggi la è presente nel catalogo Hagstrom in tre serie differenti, ognuna con caratteristiche peculiari.
La gamma standard propone la formula tradizionale a scala corta, con due humbucker, ponte fisso e l’inconfondibile Sustain Block Tailpiece. La grossa placca in metallo è un marchio di fabbrica per l’azienda fin dal 1978, quando ha fatto la comparsa sui primi modelli: consiste in uno stoptail con grossi blocchetti in ottone, uno per ogni corda, per minimizzare l’influenza delle vibrazioni di una sulle altre.
Per gli appassionati di buche a effe o anche solo per chi è alla ricerca di qualche grammo in meno sulle spalle, la versione promette un timbro sempre rock, poderoso e corpulento, ma con l’ariosità di una struttura semiacustica.
Il fascino vintage del modello è fuori discussione e, se il chitarrista sta continuando a guardare l’offerta, probabilmente troverà decisamente di suo gusto la versione , solid body arricchita da un sistema vibrato Hagstrom dall’impatto retrò, ma progettato per una resa moderna grazie alle sellette roller del ponte, la precisione degli assemblaggi e l’abbinamento con un capotasto GraphTech TUSQ XL per una tenuta d’accordatura superiore.
Le curve di una single-cut bombata fanno colpo anche su chi è affezionato a ben altri lidi chitarristici, Hagstrom lo sa e non manca di offrire una variante a scala lunga.
Top di gamma per il modello, la offre la stessa caratteristica della gamma precedente con l’aggiunta di un diapason da 25,5 pollici e un set di pickup Custom 58 Alnico splittabili, proponendo anche i modelli e .
Un modello simile però non si ferma agli stili più tradizionali ed esercita un certo fascino anche sui musicisti di stampo più moderno, innamorati delle estetiche essenziali e dei controlli rapidi ed efficaci.
Per loro in catalogo c’è la , con un solo volume e un tono, spogliate di tutto l’eccesso per una serie di strumenti aggressivi, minimali e pensati per il “working musician”.
La più estrosa variazione sul tema è probabilmente la , dove il top in acero sparisce per lasciare a vista il mogano nudo, il manico diventa in acero, è avvitato anziché incollato e offre un sottile profilo Ultra Slim.
Sulla scena fin dagli anni ’70, improntate al rock ma capaci di spaziare dai sound impertinenti degli esordi fino alle derive più aggressive, le Swede hanno subito una continua evoluzione che le porta oggi a conservare tutto il fascino dei modelli d’epoca, ma con accorgimenti che si mostrano solo gli occhi più attenti e che, in certi casi, possono fare la differenza.
Attualmente, l’intera offerta dello storico brand svedese è disponibile in Italia con la distribuzione di . |